Il Natale 2010 sarà ancora una volta all’insegna della tradizione con consumi altissimi di panettone e pandoro artigiani. Confartigianato calcola che siano almeno 260 le ricette tipiche natalizie diffuse nelle varie zone del Paese. Dovendo stilare una classifica delle Regioni più ‘dolci’ d’Italia al primo posto vi è il Piemonte, con 24 specialità tradizionali, segue, con 21 ‘ricette’ tipiche, la Sicilia, terzo posto ex aequo per Emilia Romagna, Puglia e Sardegna. L’Emilia Romagna è la regione con il maggiore numero di trasformatori di prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp ed Sgt; detiene inoltre il record per la crescita dei laboratori in cui si lavora il cioccolato.

E se la qualità non si discute, i prezzi rimangono sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che, nonostante i rincari del 28,3% delle materie prime alimentari, ad ottobre 2010 la dinamica dei prezzi dei prodotti di pasticceria si è mantenuta all’1,6%, al di sotto del tasso d’inflazione dell’1,7%. “L’impegno dei nostri pasticceri di non aumentare i prezzi – dichiara il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli – è la dimostrazione del senso di responsabilità di una intera categoria che, consapevole del momento difficile vissuto da molte famiglie, sceglie di non accrescere il proprio margine di guadagno pur garantendo la stessa qualità. Una scelta che secondo il sondaggio effettuati tra i pasticceri dovrebbe premiare i nostri artigiani ed anche la riscoperta di dolci tradizionali come il Certosino e il Panone di Natale a Bologna, i tortelli di Natale al forno o fritti di Modena e Reggio Emilia, la Spongata a Parma. Modena e Reggio Emilia”.

Struttura del settore

Un settore, quello dell’artigianato alimentare che al 30 settembre 2010 era composto da 87.189 imprese. Nel comparto lavorano 246.490 addetti, con una dimensione media di 2,8 addetti per impresa. Nell’ambito della produzione alimentare artigiana il settore della Pasticceria, panifici e gelaterie registra una consistenza di 42.289 imprese, pari al 48,5% del totale. Analizzando la dinamica delle imprese per territorio tra il III trimestre del 2010 e lo stesso periodo dell’anno precedente, si osserva che la crescita più accentuata nel numero di imprese artigiane dell’alimentazione si riscontra in Veneto con un aumento del 2,8% nell’ultimo anno, seguito dal Molise con 2,6%, Piemonte con 2,5%, Sicilia e Campania con il 2,4%, Lombardia con il 2,3%, Lazio con il 2,1% e Toscana con il 2,0%. In Emilia Romagna le aziende sono 7.836 con una crescita dell’1% rispetto al 2009, gli addetti sono 26.198; di queste le pasticcerie, panifici e gelaterie artigianali sono 3034, con un aumento dello 0,8% rispetto al 2009.

Buone le performance della cioccolateria: i laboratori artigianali del cioccolato sono cresciuti del 3,6% nel corso degli ultimi dodici mesi; al 30 settembre 2010 in Italia vi sono 377 “cioccolatieri”, artigiani specializzati esclusivamente nella lavorazione del cacao e nei prodotti in cioccolato. Le regioni con la maggiore presenza di questi laboratori sono la Campania che ne conta 74, il Piemonte con 62, la Sardegna con 29 e al quarto posto l’Emilia Romagna con 28. Tra le regioni con una maggiore presenza di artigiani specializzati nel cioccolato la crescita maggiore nel corso dell’ultimo anno si registra in Emilia Romagna (+16,7%), seguita dalla Sardegna (+16,0%), dalla Puglia (+12,5%), dal Piemonte (+10,7%) e dalla Campania (+5,7%).

Prodotti Dop, Igp ed Stg

L’Emilia Romagna fa la parte del leone per quanto riguarda le imprese trasformatrici di prodotti agroalimentari di qualità DOP, IGP e STG. In Italia vengono prodotti e trasformati 194 prodotti DOP, IGP e STG4 che rappresentano le migliori specialità agroalimentari italiane riconosciute e tutelate dall’Unione Europea. La regione con il maggiore numero di trasformatori di prodotti agroalimentari di qualità è proprio l’Emilia-Romagna con 1295 imprese, pari al 21,4%, seguita dalla Toscana con 941 imprese pari al 15,5%, dalla Lombardia con 535 imprese pari al 8,8%, dal Veneto con 390 imprese pari al 6,4%, dalla Sicilia con 318 imprese pari al 5,2%, dalla Campania con 310 imprese pari al 5,1% e dalla Puglia con 272 imprese pari al 4,5%.

In Emilia-Romagna prevalgono i trasformatori di formaggi, aceti e insaccati. In Toscana quelli di olii extravergini di oliva e di carni, in Lombardia i trasformatori di formaggi e insaccati, in Veneto i confezionatori ortofrutticoli e i trasformatori di formaggi e in Sicilia i confezionatori ortofrutticoli e i trasformatori degli olii extravergini di oliva. La provincia italiana con il maggiore numero di trasformatori di prodotti di qualità è Parma con 447 imprese pari al 7,4% del totale nazionale, seguita da Modena con 403 imprese pari al 6,6% e da Reggio Emilia con 256 imprese pari al 4,2%. Nel triangolo emiliano della ‘food valley’ è concentrato un sesto (18,2%) dei trasformatori di prodotti agroalimentari di qualità. Segue Siena con 227 imprese pari al 3,7%, Firenze con 202 imprese pari al 3,3%, Aosta con 178 imprese pari al 2,9%, Perugia con 170 imprese pari al 2,8%, Bari con 155 imprese pari al 2,6%, Grosseto con 139 imprese pari al 2,3%, Arezzo con 138 imprese pari al 2,3% e Cosenza con 122 imprese pari al 2,0%.

Export

Anche all’estero piacciono sempre di più i dolci natalizi della tradizione artigianale italiana: nel 2009, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 357 milioni di euro. E quest’anno le vendite si prevedono in crescita: tra gennaio e settembre 2010 il nostro export di pasticceria natalizia è aumentato del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2009. Lo rileva l’Ufficio studi di Confartigianato che ha stilato una classifica dei Paesi più ‘golosi’ di prodotti italiani: in testa la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Dall’inizio dell’anno, i nostri cugini d’Oltralpe hanno comprato 56,5 milioni di euro di dolci natalizi (pari al 22% del nostro export di questo tipo di prodotti). In Germania abbiamo esportato 34,6 milioni di pasticceria per le feste di fine anno (13,5% del totale esportato), mentre nel Regno Unito il nostro export di dolci di Natale è pari a 17,6 milioni (6,9% del totale).

Se l’alimentare made in Italy va forte sulle tavole di tutto il mondo il merito è anche delle 87.189 aziende artigiane che danno lavoro a 246.490 addetti e che, rispetto al 2009, sono aumentate dell’1,7%.