“A leggere le dichiarazioni dell’On. Ghizzoni c’è da stropicciarsi gli occhi con molta decisione. C’è infatti da rimanere quasi increduli nel momento in cui precisa che il Comune è un’istituzione e non un partito politico e, conseguentemente, non può invitare genitori e studenti alla prudenza in occasione delle giornate “antigelmini”. Comprenderei se le affermazioni provenissero da persona che nell’ultimo mese è stata ospitata in villeggiatura sulla stazione orbitante MIR e, conseguentemente, non si è accorta di quanto è accaduto a Modena; infatti e’ dal 10 ottobre in poi che, tra assessori e sindaci in Piazza a manifestare con megafoni e striscioni alla mano, in fatto di carnevalate politiche, non ci siamo fatti mancare proprio nulla e le vesti istituzionali sono state sostituite dall’Eskimo e dalla Kefia.” Così il Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi in risposta alle affermazioni rilasciate alla stampa dall’esponente piddina. “Invece che rimbrottare – ha subito aggiunto – certi esponenti politici dovrebbero rendersi conto che la riforma Gelmini taglierà finalmente, per la prima volta nel nostro Paese, potentati e baronie, metterà la parola fine al nepotismo nelle Università e darà la precedenza alla meritocrazia. Un termine questo forse sconosciuto, certo non a Lei ma sicuramente a qualche improvvido ex comunista, nostalgico del 18 politico e dei deliri del ‘68. Desidero invece cogliere l’occasione per invitare l’On. Ghizzoni a rispondere a due semplicissime domande, considerato che i suoi compagni modenesi, troppo impegnati a sostenere strumentalmente le manifestazioni di una parte degli studenti, si son ben guardati dal farlo: 1) Perchè oggi la sinistra protesta ma quando governa non risolve i problemi che la scuola e l’Università italiana si trascinano da decenni? 2) Come pensano di poter assumere, ad esempio, i 250.000 precari e risolvere gli annosi problemi enunciati in piazza con “flautata delicatezza”, nel momento in cui i 50 miliardi del bilancio della scuola vengono assorbiti x il 97% dagli stipendi degli insegnanti e del personale ausiliario? Attendiamo fiduciosi una risposta che – ha concluso Aimi – ci auguriamo non sia intinta della solita pelosa e appicicaticcia propaganda fine a sé stessa”.