L’intervento dell’Assessore Muzzarelli ha giustamente messo chiarezza sul percorso di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali in merito alla centrale a biomassa di Fora di Cavola. L’assessore ha espresso una posizione pienamente condivisa dalla Provincia, mettendo anche in chiaro che in una democrazia la posizione della Regione è definita dalla Giunta uscita dalle urne e non da consiglieri di minoranza che, con proclami sensazionalistici, si avventurano in giudizi su percorsi complessi che hanno coinvolto diversi livelli istituzionali.

Su questo progetto, proposto da IREN, con l’accordo del Comune, della Comunità Montana e della Provincia, abbiamo più volte espresso l’intenzione di ricercare l’intesa con le comunità locali. Il progetto pertanto si è fermato e non è più in discussione da circa due mesi, cioè da quando il comune di Toano ha ritirato il proprio appoggio al progetto. La polemica di Favia è quindi superata dai fatti.

Il ritiro del finanziamento regionale sull’impianto di Fora non è una novità: era evidente e l’avevamo preannunciato dal momento in cui il comune di Toano ha deliberato di escludere dall’area produttiva la possibilità di realizzare la centrale a biomassa legnosa. Con quella delibera il Comune ha escluso anche la possibilità di realizzare una centrale a biogas.

L’Assessore Muzzarelli ha preso atto di questa situazione e registrato l’impossibilità di erogare il finanziamento su un impianto, tra l’altro, a suo tempo positivamente valutato dal nucleo regionale preposto alla selezione dei progetti e sul quale la Regione stessa aveva anche chiesto e ottenuto un parere favorevole della Comunità europea: non c’è alcuno stop sul tipo di tecnologia, considerata tra quelle ammissibili a finanziamento. Lo ha detto lo stesso Muzzarelli: e comunque IREN ha ritirato la richiesta di finanziamento.

Detto ciò, vorrei segnalare che non c’è stata alcuna sconfessione di quanto ho sempre dichiarato. L’ultima richiesta di finanziamento comunicata alla Regione a metà ottobre dello scorso anno, riguarda un impianto da 15.000 tonnellate, capace di trattare ed utilizzare il legname secco delle potature della collina e della montagna.

Nel parlare di 50 mila tonnellate l’Assessore Muzzarelli fa riferimento ad un primo studio di fattibilità presentato alla Regione più di due anni fa (nel dicembre 2008) e contenuto in una delibera di Giunta regionale. Il primo progetto presentato da IREN è stato successivamente rivisto dai tre enti coinvolti: Provincia, Comune e Comunità Montana. Gli aggiornamenti relativi alla riduzione del dimensionamento sono stati trasmessi in via definitiva alla Regione in data 22 ottobre 2010 e sono stati presentati all’Assemblea dei Sindaci della Comunità Montana ed alla Provincia da Iren il 25 ottobre 2010. Qualora vi fosse stato il via delibera del Comune sarebbe stato deliberato ufficialmente il contributo sul progetto aggiornato.

Il fotovoltaico a Fora di Cavola era già previsto e stiamo lavorando con tutti i soggetti coinvolti perchè venga realizzato. L’impianto alimentato ad energia solare tuttavia era stato progettato sul tetto della centrale a biomassa e pertanto senza l’acquisizione dell’edificio della centrale si dovrà cercare una collocazione a terra per i pannelli.

Con la proposta dei Grillini a Fora di Cavola si porterebbe a macerare la parte umida dei rifiuti raccolti con la differenziata allo scopo di produrre biogas. Oltre al limite posto dal Comune c’è un altro problema: il piccolo capannone che sarebbe stato destinato alla centrale non avrebbe mai potuto ospitare un impianto di compostaggio con annesso il biogas (per le sue modeste dimensioni). Inoltre la raccolta differenziata, soprattutto quella dell’organico, in montagna difficilmente può arrivare al livello necessario per mantenere attiva una centrale elettrica.

La realizzazione di una centrale per trattare la frazione umida a scopo di produzione energetica presuppone impianti di grandi dimensioni con un forte investimento dei soggetti gestori. L’idea è positiva se proposta in un area più idonea e con la condivisione del Comune ospitante, oltre al rispetto di requisiti di carattere urbanistico, territoriale, viabilistico e tecnologico.

Per il compostaggio stiamo lavorando perchè si realizzi in Provincia un grande nuovo impianto che sostituisca quello di Mancasale, così come previsto dal Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti. Saranno valutati senza alcun pregiudizio, così come avvenuto per la centrale a biomassa legnosa, anche progetti che possano produrre il biogas. Annotiamo il parere positivo del Movimento a 5 stelle. Vedremo se il Movimento ci aiuterà nel promuovere un simile impianto nelle comunità eventualmente coinvolte o se avvierà anche in quel caso nuove polemiche qualora nascesse un comitato contro l’ipotesi di una centrale a biogas.

(Mirko Tutino, Assessore all’ambiente della Provincia di Reggio Emilia)