Reggio ricorderà la tragedia delle foibe e le vicende legate all’esodo di istriani, fiumani e dalmati con una serie di appuntamenti che prenderanno il via sabato 5 febbraio nella Sala del Tricolore.

Fissato per legge il 10 febbraio di ogni anno, il ‘Giorno del ricordo’ sarà anticipato nella nostra città di alcuni giorni per iniziare a riflettere sugli avvenimenti del confine orientale nel secondo dopoguerra a partire da sabato, quando in Sala Tricolore alle ore 11 si terrà una cerimonia, organizzata dall’Associazione nazionale Venezia-Giulia Dalmazia, dedicata alla figura di Graziano Udovisi, uno degli ultimi sopravvissuti agli eccidi delle foibe, scomparso lo scorso maggio a Reggio Emilia dove si era trasferito dopo aver insegnato a lungo nelle scuole elementari di Novellara e Rubiera.

Nel corso dell’incontro “Ricordo di Graziano Udovisi, della tragedia italiana dell’esodo e delle foibe per la riconciliazione”, verrà consegnata una targa in memoria di Graziano Udovisi a Ugo Bellocchi, distintosi per gli studi sul Primo Tricolore e i valori nazionali da esso rappresentati, e ai famigliari del maresciallo Arnaldo Harzarich, il vigile del fuoco che recuperò le vittime delle foibe e divenne lui stesso perseguitato.

Interverranno il sindaco di Reggio Graziano Delrio, il sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini, il consigliere comunale di Reggio Marco Eboli, il vicepresidente dell’Associazione nazionale Venezia-Giulia Dalmazia Marino Segnan e il consigliere comunale di Quattro Castella Stefano Setti, nipote di Udovisi.

Gli appuntamenti dedicati al ricordo delle foibe proseguiranno giovedì 10 febbraio alle ore 18 con l’inaugurazione della mostra ‘Foibe ed esodo. Il ricordo di una tragedia delle Genti del confine orientale e degli italiani tutti’, allestita ai Chiostri di San Domenico (via Dante Alighieri 11) e realizzata in collaborazione con Istoreco e il Comune di Trieste. La mostra rimarrà aperta da venerdì 11 febbraio a domenica 20 febbraio dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 (chiuso lunedì 14).

Domenica 13 febbraio, alle ore 11, nell’ambito della rassegna ‘L’Ora della musica’, all’auditorium dell’istituto Peri (via Dante Alighieri 11) si terrà un concerto del duo d’arpe Davide Burani ed Emanuela Degli Esposti dedicato al ‘Giorno del ricordo’. Apertura del coro dello stesso istituto diretto dal maestro Marco Faelli e presentazione di Andrea Talmelli.

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Il Tenente Graziano Udovisi, nato a Pola il 6 luglio 1925, venne infoibato dai partigiani titini il 14 maggio 1945, dopo 9 giorni di sevizie. Spinto sull’orlo di una foiba, legato ad altri condannati, si precipitò nel baratro prima di venir colpito dalla mitragliatrice dei carnefici. Sprofondato in una cavità piena d’acqua che ridusse gli effetti della caduta, ne riemerse fortunosamente insieme con Giovanni Radeticchio, che successivamente concluse in Australia il suo calvario di esule.

Testimone d’eccezione della ferocia delle foibe, sempre disponibile verso chi voleva indagare sulla sua vicenda e verso quelli che avessero voluto chiedergli perdono, Graziano Udovisi lavorò per lunghi anni come maestro elementare e, quando necessario, fu presente a convegni e commemorazioni riguardanti i Martiri delle foibe. In una delle occasioni più recenti, a Milano il 26 giugno 2009, fu ringraziato formalmente per la sua vita di patriota dal Libero Comune di Pola in Esilio.

Insegnante elementare, nel dopoguerra insegna nel Mantovano (Concoro, Gonzaga) e poi nel Reggiano (Novellara, Rubiera).

Nel 2005, nel corso di una commovente cerimonia, ha ricevuto a Sanremo uno speciale “Oscar TV” collegato alla fiction Rai “Il cuore nel pozzo”, incentrata proprio sul dramma delle foibe. In occasione del Giorno del ricordo 2009 Udovisi aveva ricevuto la visita del sindaco Delrio e del consigliere Eboli.

Arnaldo Harzaich (Pola, 3 maggio 1903 – Merano, 1973) è stato Maresciallo di Terza Classe del 41º Corpo dei Vigili del Fuoco di Pola.

È passato alla storia perché il suo nome fu legato al dramma delle foibe. Nell’Ottobre del 1943 ricevette dal Comandante Gaetano Vagnati il compito di perlustrare alcune foibe e recuperare le vittime che vi erano state gettate.

Con la sua squadra procedette al recupero delle salme e produsse una documentazione che nel giugno del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, presentò alle autorità alleate, descrivendo foiba per foiba l’attività svolta e i riconoscimenti fatti. In totale recuperò i corpi di 204 infoibati più quelli di altre persone eliminate probabilmente in modo diverso. In totale 250 morti. Nato a Pola il 3 maggio 1903, ottenne la Medaglia d’oro al Valor Civile per essersi distinto in particolari atti di coraggio e perizia nell’espletamento delle sue funzioni. Morì esule a Merano nel 1973.