“Il Comune di Modena sta gettando soldi dei cittadini per gestire un registro sulle dichiarazioni anticipate di fine vita che ben tre ministeri hanno dichiarato nulli sotto l’aspetto giuridico e quindi assolutamente inutili sotto l’aspetto pratico. L’organizzazione di un convegno per promuovere i registri illegittimi, aggiunge poi al danno economico, lo strappo istituzionale, aggravato dal fatto che entro febbraio ci sarà la discussione alla Camera dei Deputati sulla legge del testamento biologico.

Il fatto che anche dopo la circolare ministeriale che sanciva l’illegittimità e la nullità dei registri, il Sindaco di Modena Pighi abbia voluto continuare a raccogliere e spendere risorse economiche ed umane per raccogliere e gestire, senza alcuna competenza, le dichiarazioni, presuppone anche gravi responsabilità sotto l’aspetto economico. I cittadini devono sapere che il Comune di Modena sta utilizzando risorse pubbliche per gestire un servizio che non ha effetti e sul quale, in assenza di una legge nazionale, non ha alcuna competenza.

I pareri di autorevoli costituzionalisti confermano che per la tenuta di tali elenchi, i Comuni impiegano risorse pubbliche per competenze che non hanno, configurando quindi una palese violazione del principio di legalità. Il Comune di Modena, si sta assumendo una grave responsabilità di fronte sia alla legge sia ai cittadini. Per questo chiederò l’intervento della Corte dei Conti per verificare eventuali violazioni e responsabilità. Questo non è un servizio al cittadino, ma una presa in giro dei cittadini, figlia della supina posizione, tutt’altro che moderata, assunta dall’amministrazione di sinistra nei confronti di ciò che vogliono i movimenti radicali e pro-eutanasia. Noi siamo per tutela della vita e non della morte”.

Lo ha affermato il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, che in merito alle spese sostenute dal Comune di Modena per la tenuta del registro comunale sulle dichiarazioni anticipate di fine vita, ha presentato una lettera-esposto alla Corte dei Conti.

“Anche l’ultima risposta alla mia interrogazione data dal Sindaco di Modena in Consiglio comunale si è risolta in una disperata difesa dell’indifendibile. La giustificazione del Sindaco secondo cui i municipi hanno facoltà di raccogliere atti notori, non regge sul fine vita, mancando una legge nazionale.

Con la difesa dei registri e l’organizzazione di un convegno per promuoverli, Comune di Modena ed Anci danno vita all’ennesima forma di opposizione istituzionale al Governo, venendo meno anche al principio di leale collaborazione tra enti istituzionali al quale recentemente il Presidente della Repubblica ha richiamato l’attenzione”.