L’internazionalizzazione, specie le esportazioni e la scoperta di nuovi mercati, è la grande opportunità che le piccole imprese di Modena possono e devono cogliere per rilanciare l’economia del territorio. Questo il principale risultato del Settimo Rapporto sulle Piccole Imprese di UniCredit, i cui dettagli locali sono stati presentati oggi a Modena da Luca Lorenzi, Responsabile del Territorio Centro Nord UniCredit e da Stefano Rossetti, Responsabile del Network Famiglie e Pmi dell’Emilia Romagna.

L’indagine approfondisce inoltre tematiche relative alle aspettative dei piccoli imprenditori del territorio e fornisce indicazioni circa le azioni da sviluppare per avere successo sui mercati internazionali, sia nell’esercizio dell’attività di impresa sia nel rapporto con banche e istituzioni.

Effetti del processo di internazionalizzazione sulle Piccole Imprese

In un contesto economico generale caratterizzato da una domanda interna che stenta a ripartire sia sul versante privato che su quello pubblico, l’export appare oggi l’unica vera strategia che le piccole imprese di Modena hanno per uscire dalla crisi e attuare nuove politiche di crescita. Secondo i risultati del Rapporto, tra le piccole imprese locali, è diffusa l’opinione che il processo di internazionalizzazione abbia risvolti positivi per il sistema microimprenditoriale locale.

In particolar modo, ben il 40,8% degli imprenditori modenesi intervistati individua come principale conseguenza del processo di internazionalizzazione l’apertura di nuove opportunità di mercato: questo dato differisce in maniera significativa dal risultato regionale (+4,8%) e da quello nazionale (+7,3%).

Ciò potrebbe essere conseguenza del fatto che le imprese modenesi hanno intrapreso percorsi di internazionalizzazione in maniera più significativa (7,8% vs 4,6%) rispetto alla media dell’Emilia Romagna (regione già con grande vocazione all’export) e hanno quindi potuto prendere coscienza dei benefici legati alla ricerca di nuovi mercati.

Viceversa il dato relativo alla tendenza all’aggregazione tra piccole imprese risulta sensibilmente inferiore (21,4%) al resto dell’Emilia Romagna (32,5%) e dell’Italia (31,8%).

Allo stato attuale si registra come, per la grande maggioranza delle piccole imprese modenesi, l’area in cui si sviluppa il business raramente supera i confini provinciali e regionali (ciò vale sia a livello provinciale che regionale). Va tuttavia sottolineato che le piccole aziende della provincia di Modena sono, in ambito regionale, quelle con i più elevati livelli di export verso l’estero.

Fiducia dei Piccoli Imprenditori di Modena

Per quanto riguarda la fiducia dei piccoli imprenditori di Modena, rilevata tra giugno e settembre 2010 e relativa ai futuri 12 mesi, si conferma il perdurare di una situazione di incertezza. Per le piccole imprese di Modena le aspettative per il futuro prossimo sono però migliorate nettamente (indice di fiducia pari a 101) rispetto a quelle delll’anno scorso (92). Il trend è opposto rispetto a quello rilevato su scala regionale e nazionale in cui si registra un peggioramento delle aspettative rispettivamente di 3 e 6 punti.

Tuttavia sono proprio le piccole imprese più internazionalizzate ad esprimere livelli maggiori di fiducia per il futuro: in Emilia Romagna, infatti, l’indice di fiducia delle microaziende attive sui mercati esteri supera di 8 punti quello delle altre (108 vs 100). Questo dato testimonia come per le piccole imprese del territorio la proiezione sui mercati internazionali non rappresenti più solo un’opzione, ma una vera e propria necessità.

Cosa fare per avere successo sui mercati internazionali?

Il Rapporto individua alcuni aspetti su cui le imprese che intendono intraprendere percorsi di internazionalizzazione possono puntare:

– una maggiore focalizzazione sul made in Italy, inteso come attenzione agli aspetti qualitativi del prodotto, unito a un rinnovato focus sulle strategie aziendali; tuttavia, a Modena l’indagine ha registrato un upgrading qualitativo (maggiore qualità e contenuto tecnologico dei beni/servizi offerti) inferiore rispetto ai risultati regionali; per quanto attiene gli aspetti legati alla strategia i dati riflettono i risultati regionali, fatto salvo per l’ampliamento della gamma di beni e servizi offerti, operazione portata a termine del 46% delle imprese interpellate (37,6% il dato dell’Emilia Romagna).

– ricerca di nuovi sbocchi commerciali: occorre abbandonare logiche monomercato e aumentare la presenza sui mercati emergenti ad alto potenziale di crescita, compresi quelli geograficamente vicini come i Paesi dell’Est Europa;

– superamento dei vincoli dimensionali: per ovviare ai vincoli posti dalla piccola dimensione emerge un invito a dare vita a reti di imprese, necessarie a far massa critica e consolidare il posizionamento competitivo sui mercati internazionali. In tutta la provincia, infatti, si nota ad oggi una scarsa propensione delle imprese a collaborare tra loro (oltre il 50% degli intervistati dichiara di non avere avviato alcuna forma di collaborazione con altre imprese della zona).

Tra le forme di collaborazione più idonee per superare i vincoli dimensionali si segnalano le reti di impresa e le filiere globali, forme aggregative che consentono anche a realtà di piccole dimensioni di affacciarsi più facilmente sui mercati esteri.

Il ruolo della banca e delle istituzioni

I risultati dell’indagine confermano l’importanza di un rapporto stabile con la banca, specie se internazionalizzata, in un’ottica di reciproca trasparenza e informazione. Dal canto suo, la banca deve offrire prodotti e servizi mirati, per ridurre i costi fissi associati ai processi di internazionalizzazione. In particolare, per il 60,2% delle imprese di Modena interpellate risulta prioritario che la banca di riferimento possa contare su una rete sportelli capillarmente diffusa sul territorio e, al tempo stesso, per il 48,5% del campione, caratterizzata da una presenza diffusa a livello internazionale

Per quanto riguarda le altre istituzioni, particolare importanza viene attribuita alle associazioni di categoria e al ruolo di supporto all’internazionalizzazione delle piccole imprese che esse possono svolgere.

Più della metà delle associazioni di categoria interpellate nell’ambito del questionario ha tra gli associati piccole imprese che si sono rivolte a loro per avviare il processo di internazionalizzazione. Circa i servizi forniti agli associati, si va dal sostegno nella partecipazione a fiere di settore all’estero (74,7%) all’orientamento nella ricerca del partner finanziario (56,8%) senza trascurare il sostegno nella valutazione delle opportunità commerciali (52,6%) e delle rispettive controparti (51,6%).

**

Sono stati selezionati 7 argomenti chiave per calcolare la fiducia degli imprenditori, in conformità ai criteri adottati nello “Small Business Index” di Gallup e Wells Fargo. Quattordici domande inerenti l’andamento negli ultimi 12 mesi e la previsione prospettica dei prossimi 12 mesi della situazione economica del Paese, dell’andamento del rispettivo settore di appartenenza, della crescita dei ricavi dell’azienda, dell’evoluzione dei tempi di incasso, dell’andamento degli investimenti per rinnovare e far crescere l’azienda, della disponibilità di finanziamenti, dell’evoluzione dell’occupazione. A queste 14 domande sono state offerte risposte multiple a 5 uscite con graduazioni dal “molto negativo” al “molto positivo” (passando attraverso il “negativo”, “neutro” e “positivo”). Per ogni domanda è stata calcolata la percentuale di risposte positive, cui è stata sottratta la percentuale di risposte negative. Per calcolare l’indice di fiducia sintetico, è stata calcolata la media dei 14 numeri così ottenuti ed il risultato è stato sommato a 100, in linea con quanto calcola l’ISAE per la fiducia dei consumatori.