Oltre tre milioni di euro aggiuntivi per gli investimenti strutturali sono a disposizione dell’agricoltura modenese nell’ambito del Programma rurale integrato provinciale (Prip) 2007-2013. A queste risorse la Provincia di Modena, a seguito di una rimodulazione finanziaria, ha aggiunto un milione e 200 mila euro sempre per gli investimenti e oltre in milione e 400 mila euro per la formazione e gli investimenti nel settore agroforestale. Le risorse aggiuntive, come ha spiegato l’assessore provinciale all’Agricoltura Gian Domenico Tomei in occasione del Consiglio provinciale dedicato allo sviluppo dell’agricoltura che si è svolto a Mirandola mercoledì 9 marzo, arrivano dalla Regione, mentre il resto dalla rimodulazione di risorse degli assi 1 e 2, dedicati rispettivamente alla competitività e all’agroambiente. La rimodulazione è stata approvata dal Consiglio con il voto favorevole di Pd, Idv e Udc. Astenuti Pdl e Lega nord.

Aprendo la seduta il presidente del Consiglio Demos Malavasi ha sottolineato che «l’agricoltura non solo è una competenza specifica della Provincia ma sui temi dei prodotti di eccellenza e della filiera agroindustriale si gioca una parte importante dell’economia del nostro territorio, anche dal punto di vista della tutela e della valorizzazione ambientale». Il presidente della Provincia Emilio Sabattini, riferendosi anche ai recenti sequestri di aceto balsamico contraffatto, ha parlato di agropirateria definendola «il problema dei problemi, con ricadute negative sull’intero territorio. Bisogna quindi – ha affermato il presidente – moltiplicare gli sforzi per fermare le falsificazioni agroalimentari». Come esempio, il presidente ha citato proprio l’aceto balsamico Igp, ribadendo la proposta di creare un consorzio di tutela.

Intervenendo nel dibattito Dante Mazzi (Pdl) ha evidenziato che l’agricoltura è un settore economico «che anche durante la crisi dà opportunità di lavoro anche ai giovani che però rispondono poco. Oltre agli incentivi serve quindi un’azione culturale per ridare giusta dignità sociale al mestiere dell’agricoltore. Occorre anche – ha aggiunto il consigliere – non depauperare un territorio d’eccellenza come il nostro, danneggiato invece da scelte politiche sbagliate come, secondo quanto affermato dalla stessa Regione, la Cispadana. Altre attività si possono delocalizzare ma l’agricoltura no». Secondo Luca Gozzoli (Pd) per far rimanere gli imprenditori nel settore agricolo «è necessario che l’agricoltura entri nel progetto della società che vogliamo, che ci siano prospettive e che la remunerazione di chi lavora la terra trovi origine non solo nelle sovvenzioni ma nel mercato. L’Emilia Romagna – ha ricordato il consigliere – è la regione con più prodotti Dop e Igp in Europa e la provincia di Modena quella che ne ha di più in Regione: è valorizzando questi prodotti che si fa reddito».

Per Bruno Rinaldi (Pdl) «per Modena agricoltura e turismo sono opportunità economiche che vanno sostenute non solo con i contributi finanziari, che sono ovviamente fondamentali, ma con un intervento politico complessivo che va dalla programmazione urbanistica, favorendo i piani di sviluppo aziendali, all’alleggerimento della burocrazia». Una programmazione di rete è necessaria anche per Fabio Vicenzi (Udc) che ha contestato il Governo «per il quale, al di là di qualche sporadico episodio positivo, il tema dell’agricoltura è secondario e utilizzato come merce di scambio con la Lega, come dimostra la vicenda dell’ennesima proroga delle multe per le quote latte». «La rateizzazione serve ad aiutare le aziende che hanno deciso di mettersi in regola e quindi è giusta» ha replicato il capogruppo della Lega nord Denis Zavatti che ha centrato poi il proprio intervento sul calo dei suini imputandolo anche a una migrazione degli allevamenti verso la Lombardia a causa «delle norme troppo restrittive vigenti in Emilia Romagna che impediscono la crescita e l’ampliamento delle aziende».

Rilevando il segno positivo nei dati della produzione agricola modenese, Sergio Pederzini (Idv) ha però sottolineato che «purtroppo non corrispondono a un aumento della superficie coltivata e nemmeno all’ingresso di giovani imprenditori, frenati forse dalla fatica dell’impegno ma forse anche dalla concorrenza sleale e dalle pastoie eccessive che rendono troppo difficile e rischioso il lavoro». Giorgio Siena (Pd) ha aggiunto che per sostenere i giovani «non bastano i contributi ma serve la possibilità concreta di trasformare le idee in progetti imprenditoriali», evidenziando poi l’importanza di accordi che accorcino la filiera «garantendo una maggiore redditività a chi produce senza aumentare i prezzi al consumatore». Per Mauro Sighinolfi (Pdl) è opportuno «tutelare tutti i prodotti modenesi di eccellenza, anche i minori, con la certificazione necessaria per poterli esportare nel mondo».