“Le scritte sui muri, la sporcizia le buche nelle strade sono la più fedele rappresentazione, o meglio l’ideale cartina di tornasole, dello stato di salute del centro storico di Modena sempre più cupo e fatiscente al pari della nostra amata Ghirlandina ancora desolatamente ricoperta da un impolveratissimo e scolorito telo che fu costosa opera di Paladino. Quello che era il cuore pulsante della nostra città non esiste ormai più, considerazione che è stata perfettamente sintetizzata da chi ha definito il centro “triste, grigio e che più non ride”. Anzi, aggiungiamo noi, piange lacrime amare”. Lo afferma, in una nota, il Vicepresidente provinciale del PDL Enrico Aimi intervenuto per puntare nuovamente la lente d’ingrandimento sul “preoccupante stato d’abbandono del centro storico di Modena dove l’incuria e la sporcizia sono “solo” la punta dell’iceberg contro il quale si stanno schiantando le irresponsabili politiche della sinistra modenese. Non si può infatti non sottolineare – ha poi osservato il Consigliere regionale pidiellino – la costante presenza di immigrati extracomunitari, nullafacenti e con parecchio tempo libero a disposizione, tanto potersi permettere il dolce far niente da mane a sera. A questi viandanti con birra d’ordinanza al seguito, di ronda lungo la via Emilia o che stazionano come vedette nei bar della citta’, fanno poi compagnia un numero sempre più elevato di inopportuni questuanti immancabilmente presenti lungo le vie principali del centro storico di Modena, con i loro check point dinanzi ai quali è pressoché impossibile non imbattersi e parecchio difficile uscirne senza aver lasciato l’obolo. Un quadretto sempre più desolante, e non solo, per chi ci vive e lavora. A far da corollario a questa vera e propria indecenza, ecco poi la classica (e velenosa) ciliegina sulla torta: le politiche adottate dall’Amministrazione comunale in materia di marketing strategico territoriale che, senza tema di smentita e nel vuoto più totale di proposte di attrazione turistica, si stanno dimostrando vera quintessenza dell’autodistruzione. Un perfetto harakiri di massa a danno di tutte le attività commerciali del centro, chiamate loro malgrado, a pagare a caro prezzo, il mare magnum di errori collezionati dalla sinistra modenese. E’ evidente, e lo stanno sottolineando a gran voce tutte le associazioni di categoria, che di questo passo non si può più andare avanti perché il centro storico di Modena non solo langue ma, in contrapposizione ed a vantaggio di altre realtà vicine, sta ormai morendo. L’incuria nel quale viene lasciato non aiuta di certo né le vendite né la fantasia dei commerciati impegnati nel quotidiano a far quadrare bilanci sempre più scarni. Dobbiamo uscire in fretta dal pantano culturale post sessantottino e, fuori dalla fantasia al potere, riportare l’ordine prima che il caos innescato dalle ideologie antiche e fallite non consumi le ultime speranze. Senza un’adeguata politica commerciale che riporti la vita in centro storico, torturato da iniziative politiche strabiche verso la grande distribuzione, Modena si trasformera’ nel volgere nemmeno di un lustro in uno zombificio a cielo aperto. Un destino segnato – ha concluso Aimi – nonostante la Citta’ sia dal punto di vista culturale ed economico ricca di straordinari gioielli d’arte come il Duomo, la Ghirlandina, Piazza Grande, l’Accademia Militare, le straordinarie Chiese, scrigni di opere dal valore inestimabile, e possieda angoli magnifici gia’ curati e abbelliti anche nelle sue fontane di bronzo dal genio dello scultore Giuseppe Graziosi”.