Le scritte di stampo fascista che hanno sporcato l’anniversario della Liberazione a Sassuolo sono la spia, mai così evidente, di una radicalizzazione delle divisioni nella comunità cittadina, oltre che un grave segnale di presenze di estrema destra in città, sempre meno prudenti nel loro manifestarsi.

La dissociazione del sindaco Caselli, ovvia e doverosa, non può far trascurare nè dimenticare i tanti e ripetuti episodi che, sottovalutati se non alimentati dalla destra sassolese, hanno portato all’attuale escalation. Si parte dai manifesti fascisti apparsi l’inverno scorso in zona Panorama, nè condannati nè in alcun modo considerati dalla giunta; per poi passare agli spazi pubblici affidati per mostre pseudo-culturali a un’associazione direttamente discendente da Casapound di Modena; arriviamo poi alle polemiche per la “tappa” sassolese della Compagnia dell’anello, gruppo musicale che si ispira all’estrema destra e nelle sue canzoni inneggia alla Repubblica di Salò. E poi ci sono le frasi gonfie di becero fascismo su facebook, di un appartenente alla Lega sassolese, oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio e di nessun tipo di dissociazione e condanna da parte del sindaco e della giunta. E aggiungiamoci le dichiarazioni per niente equidistanti rilasciate dal centrodestra in occasione di commemorazioni che dovrebbero essere di tutti che invece diventano occasioni per ulteriori divisioni.

E aggiungiamoci ancora i mal di pancia e i distinguo della Lega in occasione del 150esimo dell’unità d’Italia. E magari diamo un’occhiata alla bacheca facebook del sindaco, dove la contrapposizione verso la parte considerata “nemica” è costante e alimentata dallo stesso Caselli. Non c’è niente di stupefacente quindi se oggi arriviamo a scritte infami contro la Liberazione nel giorno del 25 aprile, in una città che la destra vuole spaccata a metà e che prima di questa amministrazione, va ben sottolineato, mai aveva conosciuto l’infamia delle scritte avverse sui muri, nè di sinistra nè di destra.

(Gruppo Consigliare PD)