Il Consiglio comunale di Carpi di giovedì 19 maggio è stato convocato dal Presidente Giovanni Taurasi in seduta aperta ed è stato dedicato ai prossimi referendum del 12 e 13 giugno. Hanno introdotto l’argomento l’avvocato Saverio Asprea, saggista e divulgatore scientifico su materie di diritto, e Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente e presidente dell’Ato. Asprea ha in primis trattato dell’istituto del referendum, passando poi ad esaminare le caratteristiche dei due quesiti su nucleare e legittimo impedimento e definendo infine “non in buona salute” l’istituto referendario “che riflette la cattiva salute di Stato ed istituzioni”. Vaccari ha invece affrontato i due quesiti legati al tema servizi pubblici locali e tariffe del servizio idrico integrato, illustrando oltre a queste materie che sono sottoposte a referendum anche le finalità dell’Autorità d’Ambito Ottimale da esso presieduto e le attività da essa poste in essere.

Sono poi intervenuti nel dibattito i capigruppo consiliari: Lorenzo Paluan (Carpi a 5 Stelle-Prc) per lamentare il silenzio sulle tematiche referendarie da parte del Governo e della maggioranza parlamentare e il fatto che le firme “sono state raccolte in modo carbonaro”; Andrea Bizzarri (IdV) sottolineando anch’egli questo fatto e ricordando che sul nucleare “la classe politica non pare sufficientemente illuminata”; Giliola Pivetti (ApC) ha rammentato invece che nell’ordine del giorno approvato a suo tempo dal civico consesso si indicava nel referendum sui temi idrici l’argomento che si sarebbe dovuto discutere in Consiglio, spiegando anche che “pure a Carpi il potere costituito ha paura del pronunciamento dei cittadini, vedi il referendum 2008 su Aimag”. Davide Dalle Ave (Pd) ha ribadito dal canto suo l’importanza della consultazione referendaria auspicando che tutti e 4 i quesiti possano essere votati il 12 e 13 giugno”. Argio Alboresi (Lega nord) ha ricordato la posizione del movimento da lui rappresentato sui temi oggetto del referendum mentre infine Roberto Andreoli (PdL) ha rammentato il fatto che l’ordine del giorno sulla convocazione della seduta del Consiglio non fosse stato votato dal suo gruppo, sottolineato che l’opzione dello stare a casa dalle urne sia legittima come quella di recarsi a votare, ricordato come nel 2006 Carpi abbia deciso di entrare nelle Terre d’Argine senza che nessuno lo avesse domandato agli elettori e che il Comune aspetta di vendere altre quote ad Hera per fare cassa.

E’poi intervenuto Roberto Galantini (presidente del Comitato per il Sì sui referendum in materia di acqua e servizi pubblici locali) che ha ricordato dal canto suo le difficoltà riscontrate nel corso della raccolta delle firme per i quesiti del 12-13 giugno e per riuscire ad informare la popolazione. “L’efficienza privata nel servizio idrico è una leggenda metropolitana; voi consiglieri comunali potete e dovete prendere una posizione pubblica dicendo ai vostri elettori come la pensate e invitandoli ad andare alle urne”. Il Sindaco Enrico Campedelli prendendo la parola ha spiegato come da parte sua ci fosse sempre stato l’invito ai cittadini ad andare alle urne una volta chiamati al voto. “Sulle Terre d’Argine dovrebbe convocare un referendum chi non le vuole, non chi le ha messe nel programma elettorale che sta portando avanti. E rispetto alle presunte future vendite di azioni Aimag ad Hera io qui dico che non ne venderemo altre”.

Emanuele Po dell’Agesci ha infine voluto brevemente voluto intervenire in aula per replicare ad una dichiarazione del capogruppo PdL Andreoli e dire che nessuno aveva forzato i ragazzi dell’Agesci a essere presenti in Consiglio per ascoltare i lavori del civico consesso.