Il dibattito sul futuro della ex struttura ospedaliera di Finale E. sta finalmente entrando nell’interesse della politica locale, dopo mesi di silenzio e di mezze frasi che nulla dicevano. In campagna elettorale tutti i candidati sindaco hanno sostenuto l’assoluta necessità di salvaguardare e mantenere almeno i servizi presenti.

Nell’ultimo consiglio comunale dei lunedì 25 luglio il problema è stato finalmente trattato all’ordine del giorno, e illustrate le intenzioni del nuovo Piano Attuativo Locale (PAL) in merito alla struttura Finalese.

Il dibattito acceso ha iniziato a mettere a fuoco gli aspetti critici, la ricaduta locale del futuro assetto della rete ospedaliera provinciale.

Ma per capire cosa ci riserva questa programmazione occorre avere chiara la situazione in cui oggi ci troviamo, a conseguenza dei piani provinciali precedenti.

Il nostro ospedale non può più essere considerato tale, cioè ospedale, fin dall’accordo del 1997, quando venne chiuso il reparto di medicina per acuti, trasformato in Lungodegenza.

A nulla valse il famoso Ordine del giorno, votato all’unanimità dal Consiglio Comunale, su spinta del Movimento pro ospedale (MOF), del 30 marzo del 2000, in cui si chiedeva di riattivare tale reparto specialistico.

È da allora che la città di Finale Emilia ha e conserva esclusivamente solo una serie di servizi medici, peraltro come succursale distaccata della sede ospedaliera di Mirandola.

Sempre a conseguenza di quella scelta il Pronto soccorso si è di fatto trasformato in punto di Primo Intervento.

Il dibattito oggi non può quindi vertere sull’ipotesi o meno della chiusura dell’ospedale, perché l’ospedale non c’è più da tempo.

Il dibattito deve necessariamente essere centrato invece su quali servizi legati alla salute devono essere presenti localmente.

Il nuovo PAL prevede che nell’Area Nord della provincia (Distretti di Carpi e Mirandola) vi sia un unico importante ospedale (Ospedale d’Area), che sarà quello di Carpi, mentre l’ospedale di Mirandola verrà declassato a Ospedale di Prossimità.

Finale E. viene citata solo come area di servizi distaccati:

Casa della Salute

Day surgery

Specialistica ambulatoriale

Lungoassistenza

Punto di primo intervento

La lungodegenza passa in quel di Mirandola, vengono tolti i letti per il Day surgery , vengono in cambio investiti 2.7 Ml. per ristrutturare la sede che cade a pezzi e per realizzare la famosa Casa della salute.

Un servizio che ricomprenderà le attività ambulatoriali della specialistica medica e chirurgica e che prevede, solo come eccezione, il ricovero temporaneo a gestione infermieristica nella lungo assistenza, sotto la responsabilità clinica del medico di medicina generale.

Come è evidente si tratta di un’ ulteriore arretramento della qualità delle attività mediche delle struttura locale, in continuità con le passate scelte.

Considerato che se è pur vero che la qualità degli interventi sulla casistica medica complessa si acquisisce solo nelle strutture dove si tratta un numero significativo di casi, e Finale E. da anni è stata tagliata fuori dalla Rete della specialistica, resta però preoccupante e ancora scoperto localmente l’importante, diremmo vitale, aspetto del sevizio dell’emergenza/urgenza.

È vero che è ancora previsto un “Punto di Primo Intervento”, ma è altrettanto vero che è dal 1997 che viene promessa la presenza di un medico formato allo scopo, disponibile sulle 24 ore, e che ciò, in tutti questi anni, non è mai stato realizzato.

Oggi i “Codici rossi” di Finale E. vengono ovviamente dirottati altrove, spesso su Mirandola, in ambulanze dove non sempre si trova il medico a bordo, con grave rischio della vita dello sfortunato paziente.

Finale Emilia ha sempre di fatto subito la programmazione provinciale in tema di sanità (ma non solo), come la sta subendo tutto il Distretto di Mirandola, il cui baricentro assistenziale si sposterà su Carpi.

La sanità della provincia di Modena paga lo scotto di un Baggiovara e di un Policlinico accentratori di specialistica, di posti letto, di risorse, che tolgono l’essenziale assistenza ai cittadini delle aree periferiche.

È un altro esempio della scarsa considerazione di cui gode il nostro territorio nelle alte sfere di Provincia e Regione, della mancanza di una decisa rappresentanza politica in quelle sedi che ne rivendichi i diritti.

Si perderà la specialistica, i pazienti si dovranno spostare altrove, con i disagi del ricovero lontano da casa, ma soprattutto che ne sarà di chi, a rischio della vita, si trova nell’urgenza di essere assistito nell’immediatezza ?

Si ritroveranno, in assenza di medici e di ambulanze medicalizzate, soli, nelle mani del Signore, ed a Lui solo si potranno, in quel frangente, rivolgere, semplicemente, nella lunga corsa verso un ospedale sempre più lontano.

Vengono in questo modo a mancare le essenziali tutele della salvaguardia della vita stessa, inaccettabile per chiunque abbia a cuore il rispetto dei principi di uguaglianza e di universale diritto alla salute, basi stesse di una società che si vuole continuare a ritenere civile ed evoluta.

Non resteremo indifferenti ad assistere all’ennesimo compromesso che emargina il territorio e pregiudica la salute dei suoi abitanti.

(Carlo Valmori, Movimento 5 stelle Finale Emilia)