Nella sessione mattutina sono intervenuti i rappresentanti delle categorie economiche e sociali. Dopo l’apertura di seduta della Presidente del Consiglio comunale Simona Lembi e l’introduzione della vicesindaco con delega al Bilancio, Silvia Giannini, hanno preso la parola: Massimo Ferrante (a nome delle associazioni imprenditoriali Legacoop, Confcooperative, Unindustria, Confartigianato e Cna), Enrico Postacchini (presidente Ascom), Luigi Amedeo Melegari (presidente Ance-Collegio Costruttori Edili), Bruno Filetti (presidente Camera di Commercio di Bologna), Sergio Ferrari (presidente Confesercenti Bologna), Danilo Gruppi (segretario Cgil Bologna), Alessandro Alberani (segretario Cisl Bologna), Gianfranco Martelli (segretario Uil Bologna), Monica Sabbatini (rappresentante Usb Bologna) e Pier Paolo Govoni (segretario Ugl Bologna).

La sessione pomeridiana è stata interamente dedicata agli interventi dei consiglieri comunali. L’intervento del sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha chiuso i lavori del Consiglio comunale straordinario sulle ricadute della Manovra finanziaria nell’ambito bolognese.

L’intervento del sindaco di Bologna, Virginio Merola:

“Grazie presidente, grazie a tutti i consiglieri per il contributo che hanno voluto dare a questa discussione.

Penso che con oggi abbiamo raggiunto alcuni obiettivi: il primo è che abbiamo potuto toccare con mano un giudizio condiviso sulla Manovra assieme alle associazioni economiche della città. Giudizio che ci dice che la Manovra è valutata come inadeguata, insostenibile per le autonomie locali, per le modalità previste per il contenimento del debito e soprattutto per l’assenza delle misure per la crescita. Questo giudizio coincide con quello espresso dal sistema delle autonomie locali in modo unitario, dalle giunte delle autonomie locali di ogni colore. Questo fatto può essere utile per continuare la nostra discussione, penso che il Consiglio comunale, ma sicuramente la giunta e il sindaco, possa organizzare a breve un incontro con i parlamentari del nostro territorio, assieme alle associazioni che si sono pronunciate qui oggi, chiedere al Governo un confronto di merito.

I punti sono quelli della Manovra. Il tema di una revisione, una riconsiderazione del Patto di stabilità, a cominciare dai temi del personale. Il tema di come rendere applicabili gli incentivi per le privatizzazioni perché con questa idea del Patto di stabilità le rende praticamente inattuabili. La definizione adeguata dei criteri di virtuosità, le modalità e i contenuti dell’anticipazione dell’Imu e della tassazione autonoma dei Comuni, il piano per le infrastrutture, la revisione degli accordi con la Presidenza del Consiglio, rispetto al tema dei finanziamenti per il trasporto pubblico. Il Passante nord e il Civis.

Infine il tema della città metropolitana. Questi sono tutti punti contenuti nella Manovra, richiedono un approfondimento di merito e un cambiamento di merito. Starei dunque su un atteggiamento pragmatico e concreto, perché le nostre condizioni di giudizio è evidente che sono divergenti, ma credo che sarebbe davvero una discussione superflua se la tenessimo a registrare le posizioni divergenti.

Oggi però abbiamo potuto ascoltare le associazioni economiche della nostra città e le associazioni sindacali. Ci hanno segnalato come su questi punti sia necessario introdurre delle modifiche, prendendo la Manovra come approvata, però si chiede di entrare nel merito di queste misure. In particolare si dovrà discutere di misure per la crescita, perché è indispensabile secondo me battere pari come Consigl comunale sul tema di un accordo sulle infrastrutture per la nostra città, a partire certo dalle posizioni differenti ma per non perdere i finanziamenti. Il tema del Passante nord, in questo senso, e il tema di come dirottare i fondi del metrò su di una metropolitana di superficie, sulla quale abbiamo avviato discussioni con il ministro Matteoli; siamo in attesa di una riconvocazione. E il Civis, chiediamo che sia chiara la posizione ministeriale sulla sicurezza di questo mezzo perché dobbiamo registrare che non c’è ancora un nulla osta di sicurezza. Un elemento che chiediamo al Governo di aiutarci a fare chiarezza per poter affrontare questa situazione. Il tema della città metropolitana: qui le posizioni sono diverse, però è in discussione al Senato la Carta delle autonomie locali, sarà presentato un emendamento che prevede la possibilità, per la città metropolitana, di essere elettiva o ente di secondo grado. La discussione purtroppo si intreccerà con tutta la discussione generale di riforma dell’ordinamento della nostra Repubblica, occorre affrontare il tema delle Province e il dimezzamento del numero dei parlamentari. Spero che questi 90 giorni di discussione insieme al sistema delle autonomie locali non significhi che occorra attendere le calende greche sul tema delle Province e quello del dimezzamento del numero dei parlamentari. Sottolineo a questo Consiglio che sarebbe importante che questo emendamento fosse sostenuto almeno dai parlamentari bolognesi e dalle forze politiche bolognesi. Su tutte le città metropolitane previste, sono convinto che l’unica pronta a partire è Bologna.

C’è dunque la necessità di non annacquare nella discussione della Carta della autonomie locali, l’approvazione di questo emendamento, oppure uno stralcio che ci permetta di portare a casa questo risultato, per la nostra comunità locale sarebbe fondamentale. Come sarebbe fondamentale e riconosciuto da tutti il merito delle opposizioni qui in Consiglio, maggioranza nel Governo nazionale.

Questi sono temi che richiedono un confronto di merito a partire dalla Manovra che c’è. Manovra però che ha enormi problemi di applicazione non chiariti. E’ nostro compito fare di tutto affinché si chiariscano questi elementi di merito. Dobbiamo rispondere alle forze economiche e sociali che oggi sono venute qui, e ci hanno detto che hanno posizioni unitarie e che vogliono condividere con noi passi avanti per affrontare la situazione.

L’incontro di oggi permette, se lo vogliamo, di fare un passo avanti. C’è la disponibilità a condividere misure urgenti che siano coerenti con l’idea del futuro che vogliamo per Bologna e che penso potranno trovare collocazione adeguata nell’avvio del Piano strategico ai primi di ottobre, dove sono per una partecipazione forte anche del Consiglio comunale di Bologna. Dove potremo ampliare questi incontri a tutto l’associazionismo democratico della nostra città, a partire dal Terzo settore e dal mondo del volontariato, quel mondo che abbiamo evocato qui oggi parlando di sussidiarietà e sono sicuro che potrà essere uno dei protagonisti di questa discussione.

Il tema della sussidiarietà, della riforma del nostro welfare: ribadisco che la nostra posizione è quella dell’introduzione con nettezza la sussidiarietà orizzontale, oltre quella verticale. Tradotto per i cittadini: noi siamo per una diversa idea di pubblico, che non coincida con pubblico uguale Stato e Comune, ma pubblico inteso in termini moderni, cioè che i cittadini si auto-organizzano per la gestione dei servizi, ai quali si riconosce la capacità di soggetti pubblici, che lavorano pe ril bene della nostra comunità. A questo impianto noi non rinunciamo, non ssi tratta di privatizzazioni perché privatizzare significa affidarsi ai servizi. Qui si tratta di allargare il concetto di pubblico e allargare il concetto di privato. E ridefinire questi parametri in una realtà che non parte da zero, altrimenti non esisterebbero i Centri sociali anziani e l’assistenza domiciliare se non fossimo già avanzati nell’applicazione di questo concetto di sussidiarietà. Cosa ci manca? Renderlo sistematico.

Mi permetto di dire che in questo senso la discussione è utile con il Governo, siccome si annuncia l’eliminazione delle detrazioni per le famiglie, immaginare un passaggio meno secco e più adeguato, perché ad esempio – a proposito di sussidiarietà – se quelle detrazioni fossero restituite alle famiglie non in possibilità di pagare meno tasse, ma buoni per accedere a servizi accreditati dal Comune di Bologna, faremo un passo avanti sulla nostra idea di sussidiarietà. Dobbiamo aiutarci a fare le cose in maniera migliori. Nessuno di noi è in grado di sapere quale Governo ci sarà da qui a marzo. Questa è la realtà. Il nostro compito però è dare certezza ai nostri cittadini: affrontiamo le questioni nel merito.

La valorizzazione del patrimonio comunale: mettiamo in valore ciò che abbiamo fatto in questa città. Prima della vendita c’è il tema della valorizzazione, siamo l’unica città che ha fatto l’accordo sulle ex aree militari. E il meccanismo ha funzionato, al di là dei problemi odierni di mercato, perché siamo partiti da un’analisi urbanistica del nostro territorio. Dobbiamo perciò fare prima un’analisi dei nostri immobili, capire come farli rendere di più, come possiamo utilizzarli in meglio e poi eventualmente valutare di venderli. In questa foga di mettere dei buchi al bilancio facciamo dei danni sul lungo periodo alla nostra città. Ho sentito il consigliere Lisei usare una parola che sto approfondendo: Fondo di investimenti del Comune di Bologna insieme alla Cassa depositi e prestiti e alle misure che sta affrontando l’attuale Governo. Approfondiamolo. Però dobbiamo partire da questa valutazione. Quindi sul tema della valorizzazione del patrimonio immobiliare, dell’unificazione delle Asp, di mettere a valore tutto il patrimonio del Comune noi siamo per muoverci. La nostra proposta è quella di un Fondo di investimento che parta da un’analisi adeguata e seria del nostro patrimonio anche perché parlare genericamente di vendita di oggi rischiamo di fare delle discussioni inutili visto l’invenduto che abbiamo in città.

La riforma del Comune e la valorizzazione della funzione pubblica e il lavoro dei dipendenti comunali. Sento discussioni dell’altro secolo, questo comune ha potenzialità per innovarsi, perché degli ottimi collaboratori e dell’ottimo personale. Il punto non è se ridurlo, perché è già deciso che si riduce da tutte le Manovre: 200 dipendenti in meno l’anno per mancanza di turn over. Il personale del Comune di Bologna, adeguatamente valorizzato, è in grado di esprimere una forte regìa pubblica sui servizi dati alla cittadinanza e un forte controllo pubblico affinché tutto sia fatto per il bene comune. Però, lo dico senza polemica, se l’autonomia organizzativa degli enti locali è messa in discussione, guardo il consigliere Manes Bernardini, parlando di federalismo, ma non possiamo decidere i contenuti e le cifre del premio di produttività, se siamo ridotti a questo, fare una riforma della macchina comunale senza autonomia organizzativa dei Comuni è un problema. A partire da novembre avvieremo la Conferenza di produzione dei servizi del Comune di Bologna, con lo scopo di fare la spending review ma anche ascoltare i dipendenti del Comune di Bologna per come erogare meglio i servizi. E quindi un coinvolgimento in una fase difficile per la nostra città ma anche per i dipendenti comunali. Quindi la riduzione del personale non è problema di scontro tra destra e sinistra, nelle società moderne si allarga il concetto di pubblico, non si licenzia nessuno, si utilizzano meglio le risorse che si hanno.

I criteri di virtuosità vanno rivisti sul fatto che non possiamo accettare che il Comune di Bologna rientri nel tetto del 40% del personale anche per i nostri servizi scolastici. Qualche modifica la dobbiamo ottenere per darci la possibilità di muoverci. Se non sarà possibile faremo diversamente, ma sto entrando nel merito. Noi andremo avanti. Non sto dicendo che ci stiamo lamentando del Governo e basta, qui c’è una giunta che è stata eletta parlando chiaro alla città, dicendo che questa città per troppi anni ha fatto accordi al minimo comune denominatore, e che ha vissuto di rendita soprattutto per colpa della politica. E voi avete un sindaco che fin dall’inizio ha detto: da quando sarò sindaco cercherò di unire la città, sarò orgogliosissimo di essere iscritto al Pd, ma il mio compito è unire la città, non rappresentare una parte, e così la mia giunta.

Penso che noi dobbiamo discutere come fare fronte al taglio dei trasferimenti. Anche questa discussione sulle scelte francamente no la comprendo. Aumentare di un punto percentuale dell’Irpef e mettere la tassa di soggiorno? Non ho sentito molti creativi, se le cifre rimangono queste dire che qui stiamo facendo delle scelte, francamente è singolare. I tagli sono di 20 milioni di euro, e sapete che quelle due ipotesi al massimo ne coprono 12, cosa diciamo noi? Prima di rassegnarci a questo cerchiamo di capire nella discussione nazionale le misure per la crescita e se riusciamo ad allentare la pressione fiscale sulla nostra città.

Mi convincono invece le sottolineature che sono state fatte sulla tassa di soggiorno. Se saremo costretti a mettere la tassa di soggiorno, almeno è una tassa che ha uno scopo chiaro, e nel caso di Bologna ha uno scopo importante, cioè la promozione turistica, cultura e riqualificazione del centro storico. È chiara la finalità, ci permette di non togliere fondi all promozione turistica e alla investimento in cultura in città. E vedremo anche dove e quando dovremo rassegnarci insieme all’aumento dell’Irpef, ma francamente che noi questo lo propagandiamo come una scelta faccio fatica a capirlo, o c’è un’ipotesi di 20 milioni di euro di tagli reggibile, oppure non vedo molte altre alternative da questo punto di vista. Non inventiamo cose che non sono nelle nostre mani. Oggi ho sentito parlare della tassa di scopo, ma la tassa di scopo non c’è nell’autonomia dei Comuni, sarei anche d’accordo ma non esiste. La tassa di soggiorno la confondiamo con la tassa di scopo perché è definito a cosa deve servire, ma non c’è nel nostro ordinamento uno tassa di scopo. Se davvero teniamo alla nostra coesione sociale, le nostre priorità sono note, i servizi educativi, i servizi sociali, l’investimento in cultura e promozione turistica, certamente dobbiamo rivedere l’Isee nel senso di garantire una maggiore equità; certamente dobbiamo fare in modo di avere presente la situazione che si sta creando nella nostra città con questi meccanismi di elusione, certamente c’è il diritto individuale, ma c’è anche il diritto individuale a prendersi cura degli altri, e quindi questo tema della famiglia e come prendersi cura degli altri come diritto della persona è un tema posto anche sulla questione dell’Isee, e del recupero dell’evasione per una maggiore equità, così come il tema delle famiglie numerose.

Apprezzo l’idea uscita qui oggi, la voglio ribadire, le associazioni ci hanno detto la possibilità di utilizzare in modo allargato al territorio i fondi degli enti bilaterali, è un ottimo passaggio, spostare dal welfare aziendale, attraverso un accordo nuove relazioni sindacali al welfare territoriale il contributo degli enti bilaterali è una proposta che secondo me va approfondita e dare tutta la nostra disponibilità, aiutare le associazioni imprenditoriali e sindacali a trovare un accordo su questo, vedendo anche come Comune qual è la parte che possiamo fare.

Ci è stato detto da Ascom che è disponibile a fare una forzatura per un contributo straordinario delle imprese del commercio a favore della città in questa fase di crisi. Bene, cerchiamo di entrare ne merito anche di questo, e poi c’è stato detto dall’insieme delle forze imprenditoriali che si condivide l’idea di attivare la responsabilità sociale di impresa per investimenti in coesione sociale e in servizi per la comunità. C’è chi lo ha tradotto con uno strumento, come il rappresentante della Cgil che ha parlato di Fondazione di comunità. Si può approfondire questo tema, io per esperienza prima di entrare nello strumento consiglierei di mettere a fuoco le risorse, per verificare quante ne possiamo dirottare in un accordo tra sindacati e imprese su un sistema territoriale di inclusione sociale, a partire dalle positive esperienze che in alcune aziende della nostra realtà si sono fatte di welfare aziendale. E sono questioni che dobbiamo saper cogliere dalla società civile per poterle poi tradurle anche in un sostegno istituzionale.

Io ci credo molto, abbiamo bisogno in questa città, maggioranza e opposizione, di tenere presente che per uscire da questa situazione come Paese, e Bologna su questo può dare un contributo, dovremo fare un doppio movimento, rendere più politica la società civile, coinvolgerla sulla definizione del bene comune, che si assumano delle responsabilità di governo insieme alle istituzioni, e nello stesso tempo dobbiamo rendere più civile la società politica. Abbiamo iniziato con la sobrietà, abbiamo iniziato che convergiamo tutti sul dimezzamento dei cda, il prossimo sarà quello delle società territoriali di Hera, dove passeremo da 7 a 3 consiglieri, sceglieremo con il Comitato nomine. Tra l’altro almeno diamoci delle buone notizie tra di noi. C’è stata un’udienza in Parlamento, nelle due commissioni Camera e Senato, il professor Luciano Vandelli ha illustrato l’esperienza del Comune di Bologna sul Comitato nomine, e c’è stato un accordo bipartisan perché il professor Vandelli presenti un emendamento per la legge che stanno discutendo sulla corruzione amministrativa e la trasparenza. Qualcosa stiamo facendo, e c’è stato anche il vostro contributo, perché quei criteri che abbiamo approvato in Consiglio comunale ci hanno permesso di sperimentare il Comitato nomine.

Avete ascoltato come me la necessità di darsi priorità per l’applicazione del Piano urbanistico e per sveltire le procedure per quanto riguardo il miglioramento della qualità urbana nel già costruito e il risparmio energetico, noi ci siamo su questo, se è necessaria una variante al Rue per accelerare le procedure finalizzate al risparmio energetico siamo pronti. Non rinunciamo a dare i nostri indirizzi sul Piano operativo comunale, come la riqualificazione urbana, le aree dismesse già cementificate, applicare gli accordi sulle aree ferroviarie, sulle ex aree militai e dismesse, che si ci riuscissimo sono 15-20 anni di lavoro. Penso che su questo occorra che noi si raggiunga una posizione il più possibile condivisa per quanto riguarda il rapporto con la nostra Università.

Per quanto riguarda Aeroporto, Fiera, dobbiamo cercare di accelerare gli sviluppi urbanistici e rinviare con maggiore condizione di causa il tema delle partecipazioni del Comune allo sviluppo urbanistico, perché c’è un ordine nella vita, come sarebbe assurdo che facessimo ora una discussione sulla vendita delle azioni di Hera, sarebbe assurdo che noi rinunciassimo allo strumento di valorizzazione urbanistica del nuovo aeroporto e della Fiera per immediatamente accedere a privatizzazioni. Possiamo rinviare questa discussione a dopo che abbiamo approvato questo, che si può far anche in tempi bervi? Possiamo nel frattempo insieme condividere l’idea che abbiamo bisogno di un sistema urbano regionale e quindi sapere quando e come si arriva ad un unico sistema fieristico e a un uovo sistema aeroportuale.

Infine, l’ultimo e il primo dei temi, la manutenzione e la cura della città. Perché voi sapete meglio di me che i bolognesi hanno bisogno di trovare un sentimento di appartenenza e orgoglio di questa città, la partecipazione ai T Days parla anche di questo, quindi è indispensabile che noi si riesca a innovare su questo, perché se la priorità è la riqualificazione urbana la manutenzione e al cura della nostra città diventerà sempre più importante, vuol dire riorganizzare tutta la nostra macchina comunale rispetto a questo obiettivo, riorientarla dalla progettazione dei lavori pubblici al controllo e alla manutenzione, verificare quelle che sono le potenzialità dei privati, dei diversi strumenti che ci possono essere in campo, una particolare attenzione agli interventi di pulizia arredo urbano e al rispetto delle regole.

Sicuramente questo è il campo dove molte delle nuove proposte che ho sentito fare dal Movimento 5 stelle devono trovare il modo di fare passi avanti. A cominciare dalla raccolta differenziata die rifiuti, al tema delle politiche energetiche, al tema di essere i primi a sperimentare la direttiva europea per applicare lo Small Business Act, tradotto: riuscire a fare lavorare le piccole e media imprese e gli artigiani. La frase ‘devono lavorare soprattutto le imprese del territorio’, siccome viviamo in Europa io la fare con pi cautela dicendo che devono soprattutto lavorare le piccole e medie imprese artigiane, perché va verificato poi tecnicamente quello che diciamo, se diciamo che vogliamo riservare poi non siamo in grado di farlo legalmente, però il tema della Pmi e degli artigiani nella manutenzione e nel risparmio energetico della città, credo che sia uno dei temi che dobbiamo saper riprendere perché noi abbiamo assicurarci che il Global non diventino un altro monopolio al posto del pubblico e per fare questo noi dobbiamo saper articolare la nostra proposta. Un terreno di sperimentazione è sicuramente se converremo sull’anticipazione organizzativa della riforma dei Quartieri, perché è evidente a tutti che se riusciamo ad arrivare in questo mandato avendo sperimentato un’organizzazione diversa dei quartieri su ambiti ottimali di erogazione del servizio più ampia degli attuali 9 Quartieri sicuramente ci mettiamo in condizione di parlare della riforma istituzionale con cognizione di causa senza perdere tempo per un altro mandato.

Sapere che la legalità è un problema né di destra né di sinistra, credo che sia ora di dirci in questo paese che le leggi vanno rispettate, mi sembra una affermazione sempre più rivoluzionaria se pensiamo a tutto il tema dell’evasione fiscale sul quale ognuno di noi ha potuto dire la sua, francamente il tema della legalità è enorme, nella nostra città siamo messi molto meglio, ma sicuramente il tema del rispetto delle regole della convivenza dobbiamo porcelo, sapendo che questo non esclude, anzi coincide con il fatto che la lotta per l’inclusione sociale deve andare avanti di pari passo, un apolitica di rispetto della legalità senza misure per l’inclusione sociale ci farebbe diventare un Bronx cittadino senza capacità di incidere, ma le due cose vanno tenute insieme.

Questi sono i punti che secondo me sono usciti concretamente oggi, insieme ad altri che avete sottolineato. La città non si aspetta da noi che il centrosinistra dica che è cattivo il Governo e che il centrodestra dica che è cattivo il centrosinistra, lo sanno già, hanno le loro convinzioni politiche, sono stati anche molto generosi con la politica, dopo un anno e mezzo di commissariamento, detto questo io penso che il nostro compito sia non ripetere quello che dee fare il Parlamento, ma dopo che è noto quali sono le nostra posizioni sulla Manovra vedere insieme nella situazione data cos’è responsabilità nostra a modificare il più possibile la situazione e ottenere maggiori risultati. Questo che io chiedevo, a questo hanno risposto le associazioni economiche della città, questo ci permette di dire dal Piano strategico inviteremo il resto delle associazioni, apriremo la discussione, ma se ci presentiamo dalla prossima volta uniti all’incontro con i Parlamentari su questi punti credo che rappresentiamo quello che ci chiede la città, poi ognuno dà le sue interpretazioni, ma la città ci chiede di essere uniti contro la crisi. E ci chiede di fare quello che è nostra responsabilità fare, il meglio per il bene comune di questa città, poi sapranno giudicare destra o sinistra, il punto oggi è unire questa città contro la crisi, e torno a dirvelo, perché sento troppe voci che si può fare a meno della politica, qui c’è il Consiglio comunale, ci sono movimenti nuovi, fare a meno della politica significa che i più deboli sono davvero rovinati. Avete questa responsabilità insieme alla giunta e io credo che insieme la sapremo portare avanti”.