L’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Fiorano Modenese, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università degli Studi di Bologna, nell’ambito delle iniziativa ‘Suggestioni fra le torri’ della Rete dei Castelli di Modena, domenica 16 ottobre 2011, alle ore 16, al Castello di Spezzano, presenta il volume ‘Sala delle vedute. Il ritratto dello stato dei Pio nel castello di Spezzano”, a cura di Francesco Ceccarelli e Maria Teresa Sambin de Norcen, Marsilio Editori.

Intervengono il sindaco di Fiorano Modenese Claudio Pistoni, l’assessore alle politiche culturali Anna Lisa Lamazzi, il direttore regionale Beni Culturali e Paesaggistici Emilia Romagna Carla di Francesco, il soprintendente Beni Storici e Artistici di Modena e Reggio Emilia Stefano Casciu, il professore emerito dell’Università di Bologna Anna Maria Matteucci, il professore ordinario all’Università di Pisa Lucia Nuti, l’assessore provinciale alla cultura di Modena Elena Malaguti.

Il volume è possibile acquistarlo dalle ore 17 presso il punto vendita del Castello di Spezzano; dalle ore 18 viene offerto un aperitivo con assaggi di dolci tradizionali del territorio, a cura del Ristorante La Castellana.

Sul finire del Cinquecento Marco Pio, l’ultimo, irrequieto, signore dello stato autonomo di Sassuolo, fa dipingere nella sala del Castello di Spezzano il ritratto dei luoghi salienti del proprio dominio: una sequenza di ben cinquantasei vedute non disdegna di proporre gli angoli più minuti del feudo concesso dagli Estensi a Giberto Pio nel 1499, in cambio della sua porzione di Carpi. Ai domini modenesi si aggiungono tre castelli sabini, ricevuti nel 1595 come estinzione del debito dotale dai congiunti della moglie, Clelia Farnese Cesarini: è proprio tale acquisto territoriale, che procurerà al Pio la dignità ducale, a innescare l’iniziativa pittorica, di cui finalmente si è svelato l’autore. Specchio delle ambizioni di un committente deciso ad affermare l’importanza del suo stato nel panorama italiano, il ciclo va ad arricchire con un episodio inedito il catalogo di un importante manierista emiliano d’adozione, impegnato fin dai suoi esordi nella pittura di paesaggio e nei ritratti di città.

L’iniziativa è stata presentata alla stampa questa mattina, martedì 11 ottobre, nella Sala delle Vedute del Castello di Spezzano, con gli interventi dell’assessore alle politiche culturali Anna Lisa Lamazzi, della curatrice Maria Teresa Sambin de Norcen e del funzionario dell’assessorato alle politiche culturali responsabile Stefania Spaggiari.

Domenica si conclude, ha spiegato l’assessore Lamazzi, un lungo percorso che ha unito gli sforzi di Comune e Università, arricchiti dalla documentazione fotografica di Lucio Rossi, per fare luce e valorizzare la Sala delle Vedute, la cui importanza non è solo locale, ma ha valenza regionale e nazionale e per questo la stampa è stat affidata alla prestigiosa Marsiglio Editore di Venezia.

Quando già si era nella fase conclusiva degli studi è stato rinvenuto nell’Archivio di Stato di Milano un documento contabile che ha svelato l’autore dei dipinti: Cesare Baglione, uno dei più importanti pittori di fine Cinquecento attivi in ambito emiliano, caratteristico per il tocco veloce, la rapida esecuzione, la grande maestria. E’ una scoperta che consentirà di riscrivere e rivalutare l’intera opera dell’artista e il suo catalogo.

“Il volume offre per la prima volta un atlante completo di questo importante ciclo geoiconografico – spiega Maria Teresa Sambin de Norcen – riprodotto in maniera ineccepibile e dettagliata riquadro per riquadro: 56 vedute topografiche che immortalano i luoghi maggiori e minori dello stato di Sassuolo, buona parte dei quali è ancor oggi, dopo quasi 500 anni, riconoscibile”. “È difficile rendere ragione in poche righe della ricchezza dell’argomento. Voluta da Marco Pio (1567-1599), ultimo signore dello stato indipendente di Sassuolo, la sala dei Paesi nel castello di Spezzano presso Fiorano Modenese costituisce una testimonianza straordinaria nel panorama italiano per l’accuratezza con cui tanto i centri maggiori, quanto i luoghi più minuti del feudo sono ritratti in quasi sessanta vedute a fresco che si dipanano incontrastate sulle superfici murarie. Si tratta del documento di una stagione culturale di altissimo livello, durante la quale i cicli geoiconografici – che riscuotono in questi anni una fortuna irripetuta – condensano un’ampia serie di significati e di aspirazioni: atto di possesso sul territorio, visualizzazione del potere del committente e sua ratifica (tramite il corredo allegorico che li completa), operazione di conoscenza della realtà fisica dei luoghi”.

Stefania Spaggiari ha ricordato come l’iniziativa faccia parte di “Suggestioni fra le torri” della Rete dei Castelli di Modena, perché la provincia accoglie uno straordinario numero di castelli, che rappresentano uno straordinario patrimonio di cultura: ciascuno di essi, infatti, possiede una sua specificità storica, artistica, ambientale, e costituisce una tessera preziosa e unica nel mosaico dei tesori artistici del territorio.

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La sala delle vedute del castello di Spezzano

Sul finire del Cinquecento Marco Pio, l’ultimo, irrequieto, signore dello stato autonomo di Sassuolo, fa dipingere nella sala del castello di Spezzano il ritratto dei luoghi salienti del proprio dominio: una sequenza di ben cinquantasei vedute che arriva a proporre gli angoli più minuti del suo feudo, composto dei possedimenti modenesi e di quelli in Sabina, ricevuti nel 1595 come debito dotale della moglie Clelia Farnese.

Il nome di questo ambiente così particolare è oggi “sala delle Vedute”, ma nel Cinquecento i documenti ci parlano di una “Sala degli Stati”, al plurale. Due infatti erano le entità che componevano lo stato dei Pio di Savoia: lo stato di Sassuolo da una parte e quello di Sabina dall’altro. Ovvero gli ampi territori emiliani e laziali che consentirono a Marco Pio di raggiungere l’ambito riconoscimento ducale.

Oggi questa sala, che ci mostra il ritratto di dipinto dello stato di Marco Pio, va senz’altro riconosciuta come una delle testimonianze più eclatanti di quella particolare disposizione rinascimentale a creare ambienti di rappresentanza affrescati con cicli pittorici a carattere geo-iconografico e paesistico.

Durante il Rinascimento italiano, e soprattutto nel corso della seconda metà del XVI secolo, questo era infatti un fenomeno artistico molto diffuso. Oggi purtroppo sono rimaste poche realtà a testimoniare di quella stagione di grandi mappe spettacolari.

Per quasi due secoli, dal 1450 a poco oltre il 1600, l’impiego di mappe o ritratti di città e paesi, per abbellire palazzi pubblici e privati fu una pratica largamente impiegata in tutta Europa. Alcuni straordinari esempi che ancora oggi possiamo ammirare in Italia sono la Galleria delle Carte Geografiche in Vaticano, la Sala Bologna e la terza loggia sempre in Vaticano, la sala della Cosmografia nel palazzo di Caprarola e la Guardaroba nuova nel Palazzo Vecchio di Firenze. Ma anche nella pianura padana gli esempi non mancavano. I Gonzaga avevano costruito sale con ritratti di città a Mantova e altrettanto avevano fatto fare gli Este a Ferrara e nelle loro delizie nel contado. Purtroppo gran parte di questi straordinari esempi è andata perduta e di questi cicli restano solo immagini affascinanti come a Torrechiara, nella celebre sala d’oro del castello dei Rossi o frammentarie, come a Carpi nel palazzo dei Pio.

Questa Sala di Spezzano è tanto più preziosa proprio perché in gran parte integra. I restauri hanno messo in luce la straordinaria qualità pittorica delle località affrescate e oggi possiamo orgogliosamente riconoscere che si tratta della più spettacolare stanza dipinta con soggetti geo-iconografici di tutta l’Italia del Nord.

Possiamo fare equivalere questi dipinti a un vero e proprio atlante dello stato dei Pio e possiamo sfogliarne le immagini sia in orizzontale che in verticale. Le mappe infatti si sviluppano lungo le pareti in due direzioni e su riquadri posti a 4 livelli. Le località maggiori sono poste sul registro inferiore: Sassuolo, Fiorano, Formigine, Soliera, Mocogno e Brandola, mentre i centri minori sono disposti ai livelli più alti.

Si possono arrivare a contare tutte le località più minute del distretto, anche le più umili. Caratteristica questa che è propria solo della sala del nostro castello, mentre tutte le altre sale simili conosciute (ad eccezione forse solo della sala dei castelli nel palazzo La Marmora di Biella) mettono in evidenza solo i centri maggiori.

Un altro aspetto importante del ciclo di Spezzano è che finalmente conosciamo il nome del pittore che ne affrescò le pareti. Gran parte dei cicli conosciuti di questo genere sono infatti frutto di anonimi frescanti, ma non è questo il caso della nostra sala Il documento di pagamento per questi dipinti a Cesare Baglione, uno dei più importanti protagonisti del manierismo bolognese negli anni dei Carracci e dei Tibaldi. Personaggio poliedrico e straordinariamente creativo, sorprendente paesista con un talento per alcuni superiore a quello dei suoi contemporanei fiamminghi, Baglione è stato attivo prevalentemente a Bologna e nello stato farnesiano di Parma e Piacenza. Questo è forse il ciclo più complesso che gli viene riconosciuto e che ci permette di illuminare anche gran parte delle opere che finora gli erano state solo attribuite.

Francesco Ceccarelli