“In provincia costano più di due milione all’anno: servono nuove regole, più restrittive, la Cgil se ne faccia un ragione”

<<Con le pensioni sociali agli anziani extracomunitari, uno di quegli ingiusti provvedimenti difesi a denti stretti dalla CGIL, il top sindacale in tema di ideologie, si tolgono ogni anno ingenti risorse al territori>>.

La denuncia viene del Consigliere regionale Enrico Aimi (Pdl) che, insieme ai colleghi Alberto Vecchi e Luca Bartolini, sta lavorando a una nuova proposta di legge per evitare il dilagare di un fenomeno che rischia di ripercuotersi pericolosamente sulle casse dell’INPS e si accinge a lanciare una raccolta firme, così come a Bologna, per la revisione di tale provvedimento. In Emilia Romagna ci sono 1944 stranieri che ogni mese percepiscono l’assegno sociale dall’INPS con un esborso annuo dalle casse dell?Ente previdenziale di 12milioni 830mila euro. Così, in Provincia di Modena, a fronte di 847 stranieri residenti con più di 65 anni, sono 148 quelli che percepiscono unaa pensione sociale, per un costo a carico della collettività di 2 milioni e 189 mila euro all’anno.

<<Chiediamo maggiore severità nell’applicazione di questa legge – spiega Aimi ? che permette ad un anziano straniero che abbia oltre 65 anni di età, di accedere alla pensione sociale: vale a dire 550,50 euro al mese per tredici mensilità, 7156 euro all’anno in soldoni, cifra sulla quale non viene pagato un euro di tasse. Certo, con questi soldi in Italia si fatica davvero a campare,, ma in Marocco, tanto per fare un esempio, è il doppio di uno stipendio di un lavoratore medio.

Con una imminente raccolta di firme chiederemo quindi di fermare questa discrepanza perchè ci sono famiglie di extracomunitari che chiedono il ricongiungimento familiare di un parente di primo grado ultra sessantacinquenne che, dopo essere sbarcato in Italia ed avere regolarizzato la sua posizione, è legalmente in grado di ottenere l’assegno sociale salvo poi ritornarsene in patria dove, con 550 euro al mese, può vivere bene e senza pensieri. Il tutto ovviamente a spese dei contribuenti italiani. Gli stessi che, magari, dopo aver lavorato per anni e versato i contributi all’INPS si vedono equiparati in termini di entrate da pensione. Un’ingiustizia vera e propria questa, che va immediatamente fermata. Anche perché, in tempi di crisi, non possiamo piu? permetterci di mantenere chi non è italiano e non magari ha mai lavorato in Italia. Chiediamo quindi l?introduzione di una norma che stabilisca per lo straniero, se non il ritiro personale, la reale presenza fisica accertata sul nostro territorio del fruitore della pensione stessa, e che i requisiti per ottenerla vengano decisamente raddoppiati. Questa legge, emanata dal Governo di centrosinistra nel corso dell?anno 2000 e rivista in termini di tempo peggiorativi dal successivo Governo Berlusconi, rappresenta oggi uno schiaffo a chi ha versato i contributi per una vita e si trova oggi paradossalmente equiparato a chi ? oltretutto straniero ? poco o nulla ha dato in termini di quiscenza. Un centrodestra popolare e sociale ?

conclude Aimi ? attento alle nuove sfide del lavoro, deve adottare politiche piu? rigorose e severe con uno sguardo sempre attento in primo luogo agli italiani e alle loro primarie esigenzedi vita.>>