(Adnkronos Salute) – Olio, noci, borragine, cereali e pane integrale. Ingredienti alleati di cuore e arterie, che possono ridurre di un quarto gli eventi coronarici e abbattere di 3 volte la mortalità cardiovascolare. La buona notizia per i gourmet, e in particolare per i golosi di alcuni piatti tipici della cucina ‘tricolore’ – uno su tutti i pansotti al sugo di noci della tradizione ligure – arriva dagli esperti della Società italiana per lo studio dell’arteriosclerosi (Sisa), dal 30 novembre al 3 dicembre in Congresso all’Hotel NH Vittorio Veneto di Roma.

L’appuntamento è stato presentato in un incontro stampa a Milano. Gli specialisti confermano l’effetto-scudo degli acidi grassi polinsaturi omega-6, primo fra tutti l’acido linoleico. La scienza ne dimostra le virtù salvacuore, ma gli italiani ne assumono troppo pochi: circa la metà dei livelli raccomandati dai ricercatori.Riduzione del colesterolo ‘cattivo’ Ldl e aumento di quello ‘buono’ Hdl. E’ questa l’azione benefica degli omega-6, provata da numerosi studi, metanalisi e documenti ufficiali di Oms, Fao ed American Heart Association, che raccomandano di assumerli in quantità pari al 5-10% delle calorie totali.

Nella Penisola, però, la quota è ferma al 4% circa (dato Inran, l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione). In termini assoluti bisognerebbe introdurne dai 5 ai 20 grammi al giorno: l’ideale sono 12-15 grammi per un adulto che consumi 2.200 calorie quotidiane, calcolano gli esperti. “Per gli uomini con valori più elevati di omega-6 nel sangue, la probabilità di morire per cause cardiovascolari risulta ridotta di circa 3 volte rispetto ai soggetti con concentrazioni minori di acidi grassi polinsaturi nel sangue”, sottolinea Andrea Mezzetti, presidente della Sisa. “Una metanalisi di diversi studi pubblicata di recente sull”American Journal of Clinical Nutrition’ – aggiunge Alberico Catapano, direttore della Fondazione Sisa e ordinario di farmacologia all’università degli Studi di Milano – ha mostrato come all’aumento del 5% dei livelli di assunzione di omega 6, passando da un apporto modesto (3-4%) a uno elevato (6-10%), corrisponda una netta riduzione (-26%) del rischio di eventi coronarici”.”Due studi della Nutrition Foundation of Italy (Nfi), uno condotto su circa 450 milanesi adulti e l’altro su 100 italiani con un recente primo infarto, confrontati con 100 controlli sani – riferisce Andrea Poli, direttore scientifico Nfi – dimostrano che nei pazienti che hanno subito un infarto i livelli nel sangue di acido linoleico, il principale rappresentante degli omega-6, sono ridotti rispetto alla popolazione sana. Mentre nei sani, livelli elevati dello stesso acido grasso sono associati direttamente a un migliore profilo di rischio cardiovascolare”.

E ancora. In un documento Fao/Oms pubblicato di recente sugli ‘Annals of Nutrition and Metabolism’, ricordano gli specialisti, si spiega che i limiti di assunzione minimo e massimo per l’acido linoleico corrispondono rispettivamente al 2% e al 9% delle calorie complessive giornaliere. Ma sono necessari livelli del 2,5-3,5% per eliminare il rischio di sintomi da carenza. “In ogni caso – puntualizza Mezzetti – è stato dimostrato che superare questi valori e assumere quantità maggiori di acidi grassi polinsaturi non comporta effetti collaterali, a partire da quelli sulla pressione arteriosa, come si era erroneamente convinti in passato”. L’unica avvertenza riguarda l’apporto calorico: nel caso della frutta secca, per esempio, è alto e quindi vale il solito invito alla moderazione. In generale, evidenziano gli esperti, l’acido linoleico è indispensabile per il corretto funzionamento delle cellule dell’uomo, che non è in grado di sintetizzarlo e quindi deve assumerlo ‘già pronto’ con la dieta.  Si trova in vari alimenti: può costituire più del 50% dei lipidi contenuti in alcuni tipi di olio come quello di mais, ma è presente un po’ in tutti gli oli vegetali come pure nella frutta col guscio, nel pane integrale, nei cereali, in particolari vegetali come la borragine, e in misura minore in cibi di origine animale come uova e latticini.