L”intervento del sindaco di Bologna, Virginio Merola, tenuto oggi pomeriggio in Consiglio comunale in occasione del conferimento della Cittadinanza onoraria a Cristina Magrini.

“Ringrazio la Presidente, il Consiglio comunale, il Resto del Carlino, le associazioni e i volontari che ci hanno portato qui in modo concorde. Cristina e Romano Magrini ci ricordano, con la loro testimonianza e la loro personale vicissitudine e sofferenza, insieme all’associazione di volontariato che li sostengono, che Bologna e i suoi cittadini devono riconoscere il significato autentico della solidarietà. Ci ricordano inoltre che molti dei risultati che abbiamo raggiunto come città si devono a questa profonda e radicata attitudine dei bolognesi alla solidarietà. Ci ricordano infine che assicurare e garantire un’assistenza adeguata alle persone come Cristina e i loro cari è un dovere delle istituzioni, e sono le istituzioni stesse, insieme alle associazioni e ai familiari, che molto possono ancora fare, così come oggi c’è stato proposto e ricordato.

Il conferimento della cittadinanza a Cristina Magrini è perciò il riconoscimento necessario e rinnovato dell’impegno di non lasciare sole persone come Cristina e i loro familiari, il modo più solenne che una città ha per raccogliere e fare proprie le esigenze e le aspettative. Un riconoscimento che non è solo un atto morale dovuto, ma un diritto di cittadinanza piena per la persona e per la famiglia che se ne prende cura.

La domanda cosa accadrà dopo di noi è urgente per le tante famiglie che sono nella situazione di Cristina e Romano, ma è molto attuale anche per la nostra comunità e per il nostro Paese. Una domanda che corrisponde alla speranza e alla voglia di avere un futuro.

Il progetto di una casa di accoglienza è un modo per guardare con serenità al futuro e sopportare con speranza il presente, perciò nel riconoscere la cittadinanza a Cristina sono certo che il Consiglio comunale di Bologna compie anche un gesto di riparazione e assume l’impegno a collaborare con l’associazione e i familiari”.