(Adnkronos/Adnkronos Salute) – Notte di Capodanno illuminata dai fuochi d’artificio e con le polveri sottili alle stelle per qualche ora, oppure al buio? E’ il dilemma con cui gli amministratori di diverse città italiane, tra cui Milano, si sono dovuti confrontare in questi ultimi giorni di dicembre. Un tema che scatena polemiche. Ma il cielo del 31 dicembre si trasforma davvero in un laboratorio di chimica a tutti gli effetti: l’aria si carica di potassio, alluminio, zolfo, rame, piombo e molto altro. A fotografare lo smog di San Silvestro sono le centraline che monitorano in tempo reale la qualità dell’aria. Per esempio quelle di Arpa Lombardia, una rete di 151 stazioni distribuite in punti strategici su tutto il territorio regionale. Tra la mezzanotte del 31 dicembre e l’alba del 1 gennaio registrano ogni anno una vera e propria impennata dei livelli di polveri sottili.

“L’andamento dei valori orari di Pm10 registrato dalle stazioni della rete Arpa tra il 31 dicembre e il 1 gennaio – spiega all’Adnkronos Salute l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente – evidenziano ogni anno un incremento delle concentrazioni di particolato in aria durante le ore notturne, con un picco dalla mezzanotte alle primissime ore del mattino”. La ragione principale, conferma l’Arpa lombarda, “è individuabile nei botti di Capodanno i quali apportano un consistente, per quanto temporaneo, contributo alle concentrazioni di Pm10. Questo è dovuto sia al tipo di combustione, sicuramente non ottimale, sia alla composizione dei botti stessi”.