“Prospettive peggiorate. Effetti drastici per il settore. Oltre il 10% del peso della manovra rischia di essere scaricato sugli agricoltori e sulle loro famiglie. Questi gli esiti delle ultime correzioni alla manovra economia del Governo Monti sul settore agricolo”. A sostenerlo è Giuseppe Carini, presidente Ugc (Unione generale coltivatori) Cisl Reggio Emilia. “La manovra brucia il 10% del valore aggiunto prodotto in agricoltura. Nella sola Emilia Romagna migliaia di aziende sotto i 20 ettari di superficie rischiano di chiudere. A Reggio Emilia la situazione è drammatica per buona parte delle oltre 7.000 aziende agricole attive. Per questo ci appelliamo alla Regione per mantenere l’Imu (Imposta municipale unica) al minimo previsto sui fabbricati rurali”.

“La base imponibile della nuova Imu – precisa Carini – è costituita, sia per i terreni che per i fabbricati, dal valore immobiliare ai fini Ici aumentato del 60%. A questo incremento si affianca l’eliminazione di diverse agevolazioni previste dalle normative Irpef e Ici in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati con requisiti di ruralità. La sommatoria di queste novità si traduce in un aumento di imposizione assolutamente insostenibile per il comparto agricolo”.

“L’Imu così come delineata da questo decreto – prosegue il presidente – non è sostenibile per le nostre aziende. Le agevolazioni ed esenzioni previste dalla norma Ici in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali sono giustificate dalla funzione sociale e di difesa del territorio svolta dalle aziende agricole. Mantenere le aziende agricole nel territorio è, infatti, un investimento per la nazione e l’attività svolta quotidianamente dagli imprenditori agricoli costituisce un valore inestimabile per l’intera società. Per mantenere attive le realtà aziendali esistenti, bisogna riconoscere loro un regime di agevolazioni che ne permetta la sopravvivenza”.

“Le Organizzazioni professionali agricole – aggiunge Carini – sono unitariamente mobilitate, affinché alla norma istitutiva dell’Imu contenuta nel decreto ‘Salva Italia’, siano apportate alcune modifiche che rendano gli aumenti impositivi maggiormente sostenibili”.

“Anche il rincaro del gasolio – prosegue –, avrà effetti devastanti nel settore si pensi ad esempio al carburante per l’irrigazione o le serre o le normali operazioni aziendali”.

“Non solo. Il periodo delle grandi raccolte, con l’inevitabile utilizzo massiccio di macchinari, ha provocato problemi economici per tutte le imprese agricole, che continuano a fare i conti con costi produttivi pesanti e con prezzi non certo remunerativi”.