Solo quattromila abitanti, ma oltre un milione di euro di fatture “gonfiate” emesse da alcune polisportive locali. Questa la singolare storia di evasione di un centro dell’Appennino reggiano, solo uno dei casi scoperti dall’Agenzia delle Entrate di Reggio Emilia grazie al percorso di indagine “Associazione Amica”, su alcune associazioni sportive dilettantistiche. I controlli hanno fatto emergere un’evasione fiscale di 3,3 milioni di euro, di cui 1,5 milioni già restituiti alle casse dell’erario.

Le indagini degli 007 della Direzione Provinciale di Reggio Emilia, scaturite da una lunga attività di intelligence dell’Ufficio Governo e analisi, hanno fatto luce su una complessa rete di sponsorizzazioni fittizie utilizzate da imprese reggiane in combine con associazioni sportive “compiacenti”: in tutto dieci soggetti, distribuiti tra la città capoluogo e la provincia.

Diversi i protagonisti, ma identico il copione: lo “sponsor” (l’azienda) si serviva dell’associazione sportiva, che emetteva a suo favore una fattura di sponsorizzazione “gonfiata”. L’azienda, oltre a dedurre integralmente i costi sostenuti per la sponsorizzazione, riceveva “sotto banco” dall’associazione compiacente una quota dell’importo versato a saldo della fattura. In questo modo la combine assicurava vantaggi fiscali ad imprese e associazioni, ai danni dell’erario.

L’accuratezza dei controlli ha indotto sei dei dieci soggetti accertati a pagare gli importi evasi, comprensivi delle sanzioni, senza presentare ricorso, mentre per gli altri il procedimento è ancora in corso.