La Cgil è da sempre impegnata a sostenere la lotta a ogni forma di evasione fiscale, previdenziale ed assicurativa. Se l’evasione e le truffe fiscali danneggiano tutti i cittadini onesti, l’evasione contributiva da lavoro nero, irregolare o sottopagato, oltre al danno per il fisco, “ruba la pensione” direttamente alla lavoratrice e lavoratore sotto evidente ricatto.

Attraverso un pesante lavoro quotidiano, la Cgil segue innumerevoli vertenze e cause individuali e collettive a tutela di centinaia di lavoratori, e può capitare di scoprire anche collegamenti tra lavoro nero, evasione fiscale e contributiva e altre forme di infiltrazione malavitosa nella nostra economia.

Pochi giorni fa, il Governo ha sottoscritto un Accordo con l’Agenzia delle Entrate, che rafforza ulteriormente il ruolo antievasione dei Comuni, già avviato con una precedente Intesa fra la stessa Agenzia e l’Anci (Associazione dei Comuni).

Quest’ultima Intesa ha finora prodotto poco a livello nazionale, anche se in Emilia-Romagna abbiamo avuto il record di adesione di 268 Enti Locali con un recupero di circa 90 milioni evasi.

In Emilia l’87% delle segnalazioni e solo il 13% nel resto dell’intero Paese !

Ora, il Governo assegna ai Comuni – per i prossimi tre anni – il 100% del recupero fiscale derivante dalle segnalazioni. Si dovrà allora perfezionare e strutturare il sistema di indagine, accertamento e denuncia, da parte di tutti i Comuni e Strutture decentrate dello Stato.

Vediamone alcuni passaggi concreti per poter fare meglio e di più, perché non basta sottoscrivere buoni Protocolli.

– Dei nove Comuni modenesi che ancora, a fine 2011, non avevano aderito al Patto antievasione con l’Agenzia delle Entrate, ci risulta che Camposanto, San Cesario e Prignano ne stanno deliberando l’adesione. Non abbiamo conferme per i rimanenti Montese, Pievepelago, Fiumalbo, Montecreto, Riolunato, Polinago.

– A livello locale si possono incrociare dati certi, quali le dichiarazioni dei redditi coi dati dell’Ici-Imu, le compravendite immobiliari, i contratti di affitto, i passaggi societari, i dati catastali, le utenze di servizio, le licenze per attività commerciali, l’attività dei professionisti.

Inoltre, ci sono i risultati degli accertamenti e controlli ispettivi, eseguiti nei cantieri, posti di lavoro, esercizi commerciali, ecc…

– E’ una mole di lavoro che si suddivide fra Comuni, Guardia di Finanza, Uffici delle Entrate, della Previdenza, ecc… Una mole di lavoro però “produttiva” se è vero che “..ogni euro investito nell’amministrazione pubblica per le verifiche fiscali, ritorna e si ripaga almeno di 4-5 volte” in termini di risultati ed entrate.

– Gli Enti Locali dovrebbero riorganizzare veri e propri progetti di contrasto a evasione ed elusione fiscale, coinvolgendo uffici e settori comunali e della Polizia Municipale, oltre alla necessaria attività di segnalazione al fisco, a livello delle Unioni Comunali, con uffici integrati e più personale formato e qualificato. Ciò consentirebbe di coordinare meglio le scarse risorse dei singoli Comuni medio piccoli.

– Stando ai dati ufficiali del 1° semestre 2011, in Emilia-Romagna l’Agenzia delle Entrate ha esaminato solamente 1.855 segnalazioni – il 16% – delle 10.965 provenienti dai comuni della regione. E’ un dato che non può reggere e rischia di vanificare il già notevole lavoro dei Comuni, oltre che scaricarsi sui cittadini, con una pericolosa ondata di sfiducia ed “antipolitica”.

– Occorre rafforzare gli organici e la formazione degli operatori. Tre giorni fa il Direttore Befera ha lanciato un allarme: 1.800 addetti all’Agenzia delle Entrate andranno in pensione. E’ urgente garantire il turn over ed assumere personale. In particolare, per province come la nostra ove il carico di lavoro è così evidente e promettente di risultati.

– Analogo discorso,vale per gli organici degli Uffici ispettivi della Direzione Provinciale del Lavoro, Inps, Inail.

– Una considerazione specifica, a proposito dell’attività di contrasto al riciclaggio e reinvestimento sospetto di “denaro sporco”. Le segnalazioni inviate direttamente alla Banca d’Italia-Ufficio UIF da parte di banche, uffici postali e professionisti, sono notevolmente accresciute in Emilia-Romagna ed a Modena in particolare. Segnalazioni su operazioni finanziarie sospette che qualcosa producono, se è vero che una su cinque porta a “risultati concreti”.

Sulle parecchie centinaia di segnalazioni che arrivano dalla nostra regione, oltre a registrarne un significativo incremento, NON si può tacere l’amaro rilievo contenuto nel Rapporto della Banca d’Italia alla Commissione Antimafia: “..nello specifico, la maggior parte delle segnalazioni di operazioni sospette provenienti dall’Emilia Romagna sono proposte dalle banche. Pochissime dai professionisti e nella maggior parte dei casi di scarsa utilità” !

Basti vedere che nell’ultimo semestre 2011, si registrano in Emilia-Romagna ben 1.250 segnalazioni alla Banca d’Italia e di queste appena 18 da notai, commercialisti, avvocati, consulenti, ecc…

Per contare quelle dei professionisti modenesi, bastano le dita di una sola mano.

Quale Istituzione si sta facendo carico – d’intesa con Ordini e Collegi professionali – di questo clamoroso problema?

Il Sindacato dei bancari Fisac-Cgil segnala inoltre, con forza, un’esigenza pressante. La qualità e la tempestività delle segnalazioni antiriciclaggio, si potranno consolidare con efficaci risultati, solo se gli operatori delle banche riceveranno una formazione specifica in aula. Oggi non è ancora così.

Le modalità criminali di reinvestimento capitali sono molto sofisticate e sempre ben consigliate: agli operatori di banca non basta qualche raccomandazione on line, come finora è avvenuto!

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)