«Sulle aperture serali della banche non decideranno gli istituti, ma i lavoratori, chiamati nelle settimane prossime a valutare l’ipotesi di accordo sul nuovo contratto nazionale. Per non parlare del rischio rapina: senza immediati e costosi investimenti in sicurezza, le filiali aperte alla sera rappresenteranno un’esca formidabile per balordi e criminali professionisti». Lo affermano i sindacati Fabi e Fiba-Cisl di Modena intervenendo sull’ampliamento degli orari di sportello degli istituti di credito. «Precisiamo subito che la possibilità di una maggiore apertura non dipende da modifiche normative, ma da una specifica contrattazione in sede di rinnovo del contratto nazionale – dicono Luca Baroni, segretario provinciale Fabi, e Paolo Bellentani, segretario provinciale Fiba-Cisl – L’intesa prevede l’apertura degli sportelli dalle 8 alle 20, con possibile ulteriore ampliamento dalle 7 alle 22, realizzabile solo se c’è accordo sindacale, volontarietà dei lavoratori e alcune maggiorazioni retributive. L’orario attuale prevede una fascia oraria, definita “standard”, che va dalle 8 alle 17.15, e una fascia “extra-standard”, che inizia alle 7 e termina alle 19.15; anche questa applicabile con accordo sindacale e maggiorazioni retributive. Sia il contratto vecchio che quello nuovo prevedono, inoltre, riduzioni individuali dell’orario di lavoro settimanale per i lavoratori disponibili a orari particolarmente disagiati». I due sindacalisti ricordano che negli anni passati aperture più lunghe sono già state sperimentate in centri commerciali, località turistiche, mercati e altre situazioni a potenziale alta affluenza; tranne pochissime eccezioni, quasi tutte queste realtà sono ritornate a orari normali, quando non sono state addirittura chiuse, perché per le aziende aprire una filiale con orari estesi significa scommettere su un potenziale incremento di clientela, a fronte di un aumento certo e immediato dei costi fissi, a cominciare dal personale. «Non ci nascondiamo, però, dietro un dito e sappiamo bene che la società attuale richiede alle banche ancora una grande presenza sul territorio, perché la distribuzione del reddito vede privilegiata la fascia di clientela non più giovane e perché la scarsa stabilità nel mondo del lavoro impedisce ai giovani di darsi una prospettiva anche economica. È proprio questa – continuano Baroni e Bellentani – la sfida dei prossimi anni: il recupero di efficienza e redditività del settore, il rinnovamento generazionale della categoria, la creazione di posti di lavoro per i giovani. Il nuovo contratto nazionale deve affrontare le grandi difficoltà per il settore bancario, difficoltà dovute non solo alla crisi, ma anche ai comportamenti sbagliati del management, a cominciare – concludono i segretari provinciali di Fabi e Fiba-Cisl di Modena – dagli stipendi troppo alti di amministratori e dirigenti».