Un’altra piena del Po, come quella del Duemila, e ben 538 volontari impegnati a fronteggiarla insieme a tutta la macchina istituzionale della Protezione civile reggiana. E’ lo scenario previsto dalla seconda esercitazione sul rischio idraulico programmata per sabato 3 e domenica 4 marzo a Guastalla e in altri 7 comuni della Bassa dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con il Coordinamento delle organizzazioni di volontariato.

La fase di pre-allarme scatterà alle 9 di sabato mattina con il raggiungimento (virtuale) di un livello di 5,50 metri all’idrometro di Boretto. Dal Com – il Centro operativo misto che rappresenta la cabina di regia nelle emergenze di Protezione civile e che, come nel Duemila, sarà allestito nel Comune di Guastalla – saranno gestiti tutti gli interventi e tutte le attività. Ben 13 gli scenari previsti tra sabato e domenica: dalla vigilanza e telonatura degli argini alla chiusura dei temutissimi fontanazzi, dall’evacuazione della casa di cura di Boretto (domenica alle 8.30) alla ricerca con Unità cinofile di persone disperse a Brescello, al “salvataggio” delle opere d’arte del Museo”Peppone e don Camillo” (sabato alle 14).

Alle 14 di sabato, con il Po a 6,50 metri, scatterà la fase di allarme che cesserà solo alle 16 di domenica, dopo il culmine toccato tra le 11 e le 12 sempre di domenica con il Po a 9,20 metri e l’altrettanto virtuale allagamento per esplosione dell’argine della Cinta Bacchi a Guastalla.

Le due giornate di esercitazione si svolgeranno nei territori dei cinque comuni rivieraschi (Brescello, Boretto, Gualtieri, Guastalla e Luzzara), coinvolgeranno anche i tre comuni “retrostanti” di Reggiolo, Poviglio e Novellara, pure appartenenti all’Unione dei Comuni Bassa Reggiana, e vedranno impegnati oltre 540 volontari di associazioni iscritte al Coordinamento delle organizzazioni di volontariato per la Protezione civile della Provincia di Reggio Emilia: AiutAppennin, Gruppo volontari Protezione civile Albinea, Associazione nazionale Alpini, Agesci, Gruppo volontari Protezione civile Carpineti, Città del Tricolore, Icaro, Il Campanone, Il Torrazzo, Sesto Continente, Team Reggio Fuoristrada, Vigilanza Antincendio Boschivo, Val d’Enza Radiocomunicazioni, Bentivoglio, Associazione Eridanus, Gruppo comunale Brescellese, I Ragazzi del Po, Paese Pronto, San Venerio, Associazione geometri volontari, Associazione radioamatori italiani, Associazione nazionale carabinieri in congedo – Nucleo Protezione Civile San Genesio, Club Titanic Reggio Emilia, Guardie ecologiche volontarie Legambiente, Radioclub Antenna amica, Raggruppamento Ggev, Associazione Farmacisti volontari di Protezione civile di Reggio Emilia e Anpas , nonché GeoProCiv (geologi per la protezione civile) e Croce rossa italiana.

Agli Enti locali reggiani si affiancheranno, per la prima volta, anche la Provincia di Mantova e l’Unione dei Comuni della Bassa Est parmense (Mezzani, Sorbolo e Colorno) che testeranno, contemporaneamente, le proprie procedure di allertamento simulando un’emergenza che, come nella realtà, coinvolge anche le amministrazioni confinanti. Aggiornamenti in tempo-reale saranno diffusi attraverso il sito della Provincia di Reggio Emilia, per testare anche gli strumenti di informazione diretti e tempestivi nei confronti dei cittadini.

Il “canovaccio” della maxi-esercitazione – attraverso un dettagliato documento di impianto e relativo cronoprogramma (consultabili sul sito della Provincia di Reggio all’indirizzo http://www.provincia.re.it/page.asp?IDCategoria=701&IDSezione=24224&ID=454979) è stato predisposto da Provincia di Reggio Emilia, Coordinamento delle organizzazioni di volontariato e Comuni insieme a Prefettura, Agenzia di Protezione civile della Regione, Vigili del fuoco, 118, Ausl, Arpa, Aipo, Corpo forestale dello Stato, Consorzi di bonifica dell’Emilia Centrale e Terre dei Gonzaga, Iren, Fer, Croce rossa italiana, Associazione radioamatori, GeoProCiv e Associazione Azione solidale.

“Si tratta di un momento importante anche perché ci consentirà di mantenere in allenamento il meraviglioso “esercito” di volontari di Protezione civile che in più di un’occasione ha dimostrato di rappresentare una risorsa importantissima non solo per i reggiani, ma anche di testare il Piano Po che rappresenta a tutt’oggi il documento di riferimento per affrontare un’emergenza legata ad un evento di piena, pari a quello verificatosi nel 2000, del Grande fiume”, sottolinea la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini.

“I piani di emergenza sono documenti che, finalizzati alla salvaguardia dei cittadini e dei beni, affidano responsabilità ad amministrazioni, strutture tecniche, organizzazioni ed individui per la attivazione di specifiche azioni, definiscono la catena di comando e le modalità del coordinamento tra i soggetti coinvolti oltre ad individuare le risorse umane e materiali necessarie per fronteggiare e superare la situazione di emergenza, costituendo sia a livello comunale sia a livello provinciale, lo strumento unitario di risposta coordinata del sistema locale di Protezione civile, avvalendosi delle conoscenze e delle risorse disponibili sul territorio”, spiega Luciano Gobbi della Protezione civile della Provincia.