Sono tre 14enni reggiani che, con la complicità anche di un infraquattordicenne, lo scorso mese di dicembre hanno seminato il panico tra i loro coetanei, macchiandosi di una serie di condotte delittuose per le quali, al termine delle indagini, i Carabinieri della Compagnia di Reggio Emilia li hanno denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna.

Il Sostituto titolare dell’inchiesta, D.ssa Eufemia Milelli, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri, ha poi richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna un provvedimento restrittivo di natura cautelare per due rapine ed una tentata, commesse nel reggiano ai danni di due loro coetanei presi di mira dalla banda.

Il primo episodio il 7 dicembre scorso quando i bulli in erba, circondando ed impedendo a due loro coetanei di allontanarsi, li hanno rapinati del borsello e del portafoglio. Il grave episodio delittuoso è stato quindi riferito dalle due vittime ai rispettivi genitori che si sono rivolti ai carabinieri che hanno avviato le indagini, identificando i responsabili che nel frattempo si erano resi responsabili di altri due analoghi episodi delittuosi, sempre ai danni delle stesse vittime.  Il 10 dicembre avevano tentato di rapinare uno dei due 14enni che tuttavia era riuscito a dileguarsi, mentre all’amico il 23 dicembre successivo era andata peggio:  circondato, era stato rapinato del proprio cellulare.

Tre gravi episodi delittuosi che hanno confermato una precoce ed elevata capacità delinquenziale degli indagati, caratterizzata dalla messa in atto di condotte di sopraffazione ai danni di soggetti deboli. Condotte realizzate in gruppo e con atteggiamenti intimidatori, sintomatici dell’adesione a modelli delinquenziali caratterizzati dalla minaccia e dalla violenza. Episodi raccolti in dettagliate denunce che, riscontrate dai carabinieri reggiani, hanno portato all’odierno provvedimento restrittivo richiesto ed ottenuto dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni, eseguito dai carabinieri che hanno condotto gli indagati in una comunità.