Lettera aperta della segreteria provinciale del PRC di Modena ai partiti, alle associazioni e ai movimenti della sinistra modenese sul “caso Sitta”, le politiche di gestione del territorio e il futuro della sinistra modenese.

Modena vive sulla pista Marzaglia l´ennesima discussione pubblica che vede Sitta contro tutti, con il Pd in imbarazzo, alleati in fermento e Sindaco costretto a difendere una giunta allo sbando.

La discussione pubblica che ne è scaturita ci porta a fare alcune riflessioni sul governo della città e sulla sinistra modenese.

UNA CITTÀ SENZA GOVERNO, UNA GIUNTA SENZA PROGETTO!

Proviamo a mettere in fila alcune cose accadute a Modena negli ultimi due mesi: si è esternalizzata la biblioteca della Crocetta, si sono trasformate in fondazioni due scuole, privatizzata una casa protetta, si è dato il via a Fondazione Fotografia (4 milioni di euro nei prossimi 3 anni!!) e contestualmente si è approvato un emendamento che assume quel modello organizzativo per la gestione degli Istituti Culturali Modenesi (ovvero privatizzazione di biblioteche e musei). Nel frattempo apprendiamo che per l’ex AMCM non ci sono risorse, che all´Alcatraz la Virgin non fa più il centro fitness costringendo la città a dire addio alla recupero dell´ex Manfredini, che la pista di Marzaglia è cresciuta fino a diventare un autodromo senza che nessuno se ne accorgesse. Tutto tace per la riqualificazione del parco Ferrari (e la piscina?) e sono al momento sospesi l´ampliamento dell´inceneritore e l´edificazione in via Aristotele e via Cannizzaro. E per carità evitiamo di commentare gli stati generali di Modena di cui non rimarrà alcuna traccia.

Di fronte a progetti falliti (per fortuna), privatizzazioni e una città bloccata dai suoi stessi amministratori si può sostenere che è tutta colpa solo di Sitta? Si può pensare che allontanato Sitta si risolvono i problemi di Modena? Noi pensiamo di no, perché il problema di fondo è che la città è senza governo perchè la Giunta e la maggioranza che la sostiene sono senza un progetto chiaro e condiviso. E i numeri che consegnano al Pd una maggioranza consigliare schiacciante rendono la colpa dei democratici ancora più grave e persino ridicole le accuse di Sitta ad alleati che manco siedono in consiglio comunale.

Ma se proviamo ad alzare lo sguardo dai problemi di ordinaria amministrazione della città e passiamo alle scelte strategiche per il futuro di Modena e provincia vediamo che la linea del Pd non è seguita solo da Sitta, ma anche da Baruffi, Sabattini, Boschini, ecc… Perché se allarghiamo lo sguardo dalle piscine e dalle piste e passiamo ad analizzare le scelte su inceneritori, autostrade (bretella e cispadana), privatizzazione dei beni comuni, del welfare e della cultura, uso del territorio, ecc… possiamo ben notare che Sitta non è affatto isolato.

UNA SINISTRA CAPACE DI FARE “FRONTE”

Anche noi contestiamo le velleità edificatorie della Giunta “Sitta”, vogliamo però ricordare agli amici della sinistra modenese che la tutela dell´ambiente e del territorio si gioca non solo sui singoli episodi, pure importanti, ma soprattutto si gioca ad un livello più ampio, con una visione complessiva del territorio, della sua evoluzione, del suo possibile sviluppo ed è proprio per questa mancanza di visione, o meglio per una visione cementificatrice del territorio, che Rifondazione Comunista è uscita dalle maggioranze a Modena.

La nostra lettura politica da allora non è mutata, anzi vede il Pd sempre più immerso nella cultura neoliberista che ci ha portato alla crisi. La stessa cultura che porta le amministrazioni modenesi a mettere in campo politiche che consumano territorio, investono in inutili autostrade, privatizzano i beni comuni e non rispettano il referendum, ecc… fino a condividere con l’UdC le politiche dell’Amministrazione provinciale e addirittura con il PdL e il Terzo Polo un governo di destra che sta letteralmente impoverendo milioni di famiglie di lavoratori. La crisi economica che oggi ci troviamo costretti a vivere deriva da anni di crisi politica a cui il Pd ha contribuito largamente. Se pensiamo che un’altra strada sia necessaria, se pensiamo che sia necessario rafforzare e unire la sinistra in Italia e a Modena per ridurre le diseguaglianze, dare diritti a cittadini e lavoratori, ridare un futuro dignitoso alle prossime generazioni, dobbiamo sapere che lo dovremo fare senza il Pd. Continuare ad accodarsi al Pd per raccoglierne le briciole non pagherà più.

All’interno di questa lettura del quadro politico modenese noi lavoriamo alla realizzazione di un polo di sinistra autonomo, unitario e alternativo al Pd, capace di discutere e forse anche di allearsi col Pd, ma che non riconosce nel centrosinistra classico l’unica strada da perseguire sul piano politico ed elettorale.

Riprendendo l´intervento del segretario nazionale del PRC Paolo Ferrero rispetto alla proposta di un nuovo soggetto politico della sinistra presentata dalle pagine de Il Manifesto ci sentiamo di avanzare la medesima considerazione anche alla sinistra modenese.

Apriamo una discussione sul futuro del territorio modenese fra tutti coloro che, come noi, condividono la necessità e l´urgenza di un nuovo modello di sviluppo per Modena e sono interessati a una prospettiva unitaria a sinistra. Usciamo dai bizantinismi della politica, abbandoniamo Sitta al suo destino e proviamo a costruire proposte unitarie e credibili assieme ai tanti soggetti sociali che a Modena lottano per evitare urbanizzazioni, inceneritori, privatizzazioni, autostrade, o chiedono il rispetto del referendum sull´acqua.

Pensiamo che l´interlocutore della sinistra modenese debbano essere loro, non il Pd

(Stefano Lugli, Segretario provinciale PRC Modena)