Dall’analisi delle inserzioni giornalistiche sui principali quotidiani locali ai mirati servizi di osservazione nei pressi dell’abitazione dove le inserzioniste rimandavano i clienti ai focosi appuntamenti passando ai mirati accertamenti su quell’immobile adibito a casa a luci rosse dove si praticava sesso probabilmente senza protezione (durante la perquisizione i Carabinieri non hanno rinvenuto un preservativo ndr). In questo modo si e’ sviluppata la mirata attività investigativa condotta dai Carabinieri della Stazione di san Polo d’Enza che oltre a individuare l’abitazione meta di numerosi reggiani hanno scoperto l’indotto economico su cui lucrava un cittadino cinese residente a Milano che a San Polo d’Enza aveva affittato un appartamento guadagnandoci attraverso la cessione certamente in maniera onerosa a connazionali clandestine che a loro volta l’avevano adibita a casa d’appuntamento.

Per aver concesso a cittadine straniere dedite al meretricio l’appartamento che aveva in locazione e per aver ceduto a titolo oneroso a cittadine irregolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato lo stesso immobile i Carabinieri della Stazione di san Polo d’Enza hanno denunciato alla Procura reggiana con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione un cittadino cinese 45enne residente a Milano la cui condotta potrebbe essere la punta di un iceberg su un fenomeno, quello portato alla luce dai Carabinieri sanpolesi, che non si esclude possa essere estesa a macchia d’olio nell’intera provincia. Stando agli odierni fatti, e lasciando alle indagini in corso comprendere l’entità di tale business, i Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza analizzando alcune inserzioni di quotidiani di annunci gratuiti svolgevano i dovuti accertamenti sino a quando acquisti i dovuti sospetti entravano in azione. Nello specifico i militari contattavano una prostituta fissando l’appuntamento nell’abitazione di San Polo d’Enza dove si presentava un Maresciallo che fingendosi cliente veniva ricevuto da una giovane ragazza cinese che richiedeva 100 euro per una prestazione sessuale. A questo punto il militare si qualificava consentendo l’accesso ai colleghi per dar corso ai dovuti controlli verificando che la prostituta era una cittadina cinese clandestina 35enne che quindi veniva denunciata per il reato di clandestinità.

Nell’appartamento, sottoposto a sequestro, i Carabinieri sanpolesi durante la perquisizione non hanno rinvenuto preservativi circostanza questa che preoccupa in quanto l’ipotesi al vaglio e che nella casa si praticasse sesso senza protezione. Inoltre l’abitazione, seppur in un piccolo centro di provincia, era notevolmente frequentata basti pensare che in alcuni giorni di servizi di osservazione condotti dai carabinieri sanpolesi sono stati notati oltre 50 clienti delle piu’ variegate estrazioni sociali. L’appartamento si presentava spoglio di arredi ma con il dovuto necessario per esercitarvi la prostituzione ovvero i letti. Non risultando il contratto intestato ala prostituta i militari avviavano i dovuti accertamenti appurando che l’appartamento era stato preso in affitto da un connazionale residente a Milano che l’aveva adibito a luogo di “perdizione” garantendosi probabilmente introiti derivati dalla “sub affittanza”.