E’ “L’umorismo ebraico” il tema della tredicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si svolge domenica 2 settembre a Modena, in altre 63 località italiane e in ventotto Paesi europei.

Il programma delle iniziative in città prevede visite guidate, una mostra dedicata ad Angelo Fortunato Formiggini, conferenze e animazioni sull’umorismo ebraico, proiezioni di film e occasioni conviviali. Le attività per le celebrazioni modenesi sono organizzate per iniziativa della Comunità ebraica e dei Comuni di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno della Fondazione cassa di risparmio di Modena.

“L’argomento scelto in sede europea per questa tredicesima Giornata ci ha entusiasmato, sapendo di avere tanto da raccontare. Nonostante i tanti periodi bui che il popolo ebraico ha attraversato nel corso della sua storia, è riuscito a mantenere un umorismo molto autoironico sulle proprie abitudini di vita e tradizioni religiose”, spiega Sandra Eckert, presidente della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia. “In ogni epoca molti sono stati gli scrittori, gli attori, i registi e i musicisti che si sono dedicati a questo argomento, perciò abbiamo programmato anche la proiezione di due film, esempi del più diverso umorismo”.

Il programma modenese di domenica 2 settembre si chiuderà, infatti, con una doppia proiezione alla Sala Truffaut di via degli Adelardi: alle 20.30 “Una notte all’opera” (Usa, 1935, regia di Sam Wood), film demenziale, pura espressione comica, per molti il migliore dei fratelli Marx; alle 22.30 seguirà la proiezione di “Sallah Shabati” (Israele, 1964) di Efraim Kishon, commedia che narra la difficile integrazione di una famiglia ebrea sefardita nel neo-nato Stato d’Israele, crogiuolo di gruppi provenienti da Paesi con le più diverse tradizioni.

Per il vicesindaco Giuseppe Boschini, “la Giornata europea della cultura ebraica rappresenta per Modena un appuntamento ormai tradizionale e di particolare rilievo, grazie a una consolidata, stretta collaborazione con la vivace comunità ebraica e offre a tutti i concittadini una speciale opportunità per incontrare e conoscere da vicino gli aspetti più rilevanti della cultura ebraica, nel senso più ampio e articolato”.

“Questa giornata consente di prendere contatto diretto con le tradizioni ebraiche – prosegue Boschini – approfondendo quest’anno un singolare aspetto unanimemente riconosciuto alla tradizione ebraica, quello dell’umorismo e della proverbiale ironia, che a Modena si incarna, in modo davvero emblematico, nella figura di Angelo Fortunato Formiggini, alla cui figura di “uomo del ridere” è dedicato uno specifico approfondimento tematico”.

La tragedia del sisma nel modenese ha imposto una riflessione in più agli organizzatori, che hanno deciso comunque per lo svolgimento della Giornata. “Giunti a maggio, dopo il terremoto che ha colpito la nostra regione con le sua tragiche conseguenze, il nostro dubbio è stato, anche in considerazione dell’argomento della giornata, se proseguire o no nei nostri progetti. Ma come ci ha insegnato la storia nel nostro Popolo, le tragedie non possono fermare la vita che deve andare avanti”, spiega Sandra Eckert. “La decisione è stata quella di realizzare il programma aderendo al progetto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per la ricostruzione della biblioteca della scuola ‘Elvira Castelfranchi’ di Finale Emilia, devolvendo i fondi raccolti durante la manifestazione a tale scopo”.

Il conto corrente bancario per aiutare la ricostruzione della scuola Lanfranchi di Finale Emilia è intestato a Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, iban IT40V0200805189000400024817. Per informazioni ci si può rivolgere alla Comunità ebraica di Modena (tel. 059 223978 o via e-mail a comebraica.mo.re@fastwebmail.it).

ATTIVITÀ IN PROGRAMMA

Il programma delle iniziative in città per la tredicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si svolge domenica 2 settembre in piazza Mazzini, prevede visite guidate, una mostra dedicata ad Angelo Fortunato Formiggini, conferenze e animazioni sull’umorismo ebraico, proiezioni di film e occasioni conviviali. Il tema è “L’umorismo ebraico”. “Umorismo – ricorda Renzo Gattegna, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – fa rima con ebraismo: da Woody Allen a Mel Brooks, dagli autori dei “comix” americani ai tanti scrittori ebrei la cui opera è attraversata da una vena d’ironia, per un’edizione della Giornata da vivere con un sorriso in più”.

Il programma modenese della Giornata ebraica europea prevede anche quest’anno la possibilità di visite guidate dalle 9.30 alle 16 alle strade del ghetto e alle sinagoghe di piazza Mazzini e via Coltellini con Chiara Reverberi (le visite pomeridiane alla sinagoga si svolgono dalle 15 alle 17 e dalle 18 alle 19); dalle 9.30 alle 12.30 visita all’archivio della Comunità con illustrazione dei documenti più importanti a cura di Sara Torresan; dalle 10 alle 12 Silvia Campagnano fa da guida alla scoperta del cimitero ebraico di san Cataldo.

In collaborazione con le biblioteche comunali di Modena e “Onyvà teatro”, dalle 10.30 all’ora di pranzo si susseguono in piazza Mazzini, dove è anche allestita una libreria specializzata aperta dalle 9 alle 19, laboratori e animazioni per bambini tra racconti e fiabe della tradizione e conoscenza dell’alfabeto ebraico per imparare a scrivere il proprio nome. La libreria è in collaborazione con “Il castello di carta”.

Alle 10 in piazza Mazzini si inaugura e si presenta la mostra “L’uomo del ridere, l’umorismo di Angelo Fortunato Formiggini”, a cura di Stefano Bulgarelli.

Dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, nella stessa piazza Olek Mincer e “Onyvà teatro” intrattengono il pubblico sull’umorismo ebraico, tema affrontato in sinagoga, alle 17, nella conferenza del rabbino capo Beniamino Goldstein.

Alle 16 Attilio Uzzielli presenta il libro di Marta Affricano “Tra Naviglio e Panaro, la presenza ebraica nel territorio a Nord di Modena”, mentre alle 18 Fusorari imbandisce un tavolo per la degustazione di dolci tipici della festa di Purim. E proprio nel locale di Fusorari, in piazzale Torti a Modena, è possibile prenotare (tel. 059 4270436) un menù a tema da domenica 2 a sabato 8 settembre.

Il programma modenese di domenica 2 settembre si chiuderà con una doppia proiezione alla Sala Truffaut di via degli Adelardi: alle 20.30 “Una notte all’opera” (Usa, 1935, regia di Sam Wood), film demenziale, pura espressione comica, per molti il migliore dei fratelli Marx; alle 22.30 seguirà la proiezione di “Sallah Shabati” (Israele, 1964) di Efraim Kishon, commedia che narra la difficile integrazione di una famiglia ebrea sefardita nel neo-nato Stato d’Israele, crogiuolo di gruppi provenienti da Paesi con le più diverse tradizioni.

MOSTRA SU FORMIGGINI

Era d’obbligo, nell’ambito delle celebrazioni della tredicesima Giornata europea della Cultura ebraica dedicata all’umorismo, riservare a Modena un posto d’onore ad Angelo Fortunato Formiggini, un figlio della comunità ebraica locale che dedicò già la sua tesi di laurea alla “Filosofia del ridere” e pubblicò da editore anche i “Classici del ridere”. Ricordato per la fine tragica che riservò a se stesso gettandosi dalla Ghirlandina contro le leggi razziali, a lui è dedicata una mostra che si inaugura alle 10 di domenica 2 settembre in piazza Mazzini. L’esposizione, realizzata con la collaborazione di Paolo Battaglia, è curata da Stefano Bulgarelli che ha delineato con pochi tratti il profilo biografico del letterato, intellettuale ed editore modenese che pubblichiamo di seguito.

Ultimo di cinque figli, Angelo Fortunato Formiggini nasce nella villa di famiglia a Collegara, nei pressi di Modena, il 21 giugno 1878.

Nel 1902 si iscrive alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma, dove conosce Emilia Santamaria che sposa nel 1906, laureandosi poi a Bologna l’anno successivo con una tesi dal titolo emblematico: “Filosofia del ridere”.

Dal 1908, l’editoria inizia ad invadere la sua vita, perché, scrive, “certi miei sentimenti […] ho il piacere che siano noti al pubblico”. Pubblica prima il giocoso zibaldone “La Secchia” che anticipa le Feste Mutino Bononiensi del 31 maggio di cui è tra gli animatori, poi “Miscellanea Tassoniana”, pubblicato il giorno stesso delle eroicomiche celebrazioni. Comincia così un viaggio editoriale che durerà trent’anni.

Tra le sue pubblicazioni si ricordano la “Biblioteca di Filosofia e di Pedagogia”, la “Rivista di Filosofia”, la “Collezione dei Profili”, la serie “Poeti Italiani del XX secolo”, e soprattutto quella dei “Classici del Ridere”.

Nel 1911 si trasferisce con la Casa Editrice (“baracca e burattini”, dice lui) a Genova, quindi nel 1916, per “prendere più largo volo”, a Roma sul Campidoglio. Nel 1918 nasce il periodico di informazione libraria “L’Italia che scrive”, il cui grande successo è alla base dell’Istituto per la propaganda della cultura italiana. Seguono altre serie e collezioni editoriali (“Medaglie”, “Apologie”, “Lettere d’amore”, “Polemiche”), con successi altalenanti.

Alla sua Modena, ai suoi avi e ai suoi giorni felici rende omaggio nel 1936 col volume “Modena d’una volta”: un ideale ritorno nella “piccola patria” che, letto a posteriori, sembra presagire l’imminente conclusione della sua parabola culturale e umana.

Nel 1938 scocca l’ultimo atto. Prima l’abbattimento della sua casa romana, poi gli scritti raccolti nel volume “Parole in Libertà”, uscito postumo, quindi il duro colpo infertogli dalle famigerate leggi razziali e il premeditato suicidio dalla Ghirlandina. È il 29 novembre, una mattina fredda e nebbiosa. Ad accoglierlo in un ideale abbraccio è l’amato Tassoni, la cui statua veglia per sempre su quel piccolo tovagliolo di selciato divenuto da allora solo ed esclusivamente suo. Un’iscrizione ne ricorda il gesto, a perenne memoria di un uomo che ha fatto del ridere un atto supremo di civiltà.