Inizia venerdì sera alla sala Truffaut la rassegna organizzata dall’Associazione Circuito Cinema, a cura di Alberto Morsiani, che come ogni anno, fin dalla prima edizione, si inserisce negli eventi artistici collegati al Festival della Filosofia, quest’anno dedicato alle Cose. La rassegna di film, intitolata “Lo sterco del diavolo”, verte sul denaro e sull’oro. Prima dell’introduzione del denaro, l’unico modo per scambiare delle merci era il baratto. Merce per merce. Il denaro è la terza merce, il valore-ponte. Grazie al denaro, tutti i prodotti sono scambiabili. Dunque il denaro è la “cosa” per eccellenza, grazie alla quale tutte le altre cose possono essere possedute, comprate, scambiate. A sua volta l’oro, che ha una valutazione morale presente anche nelle dottrine alchemiche e che, materiale luminoso e non soggetto all’ossidazione, è collegato al Sole, fu a lungo la pietra di paragone del denaro, il metallo nobile comunemente usato per coniare monete. Possedere denaro e oro è diventato col tempo uno degli scopi dell’esistenza umana, forse “lo” scopo. Gli oggetti, il gruzzolo, le banconote, le monete d’oro si sono impadroniti delle anime. Le “cose” preziose si sono trasformati in feticci, e gli uomini che credono di possederle in zimbelli. Chi possiede chi? Ciò è raccontato benissimo anche dal cinema, che ha narrato ambientandole in ogni tempo e luogo grandi e piccole storie di cupidigia, ossessione, perdizione, avidità per il denaro e l’oro e per le cose preziose al limite dell’animalesco e dell’autodistruzione esistenziale.

La serata di venerdì prevede alle 20,30 la lezione magistrale di MARINO NIOLA, professore di Antropogia dei simboli presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa, intitolata “Oro e argent”. Conduce Alberto Morsiani. Seguono la lezione del professore, a partire dalle 21.30 circa, la proiezione di due capolavori del cinema. In L’ARGENT (1983) di Robert Bresson, a causa di una banconota da 500 franchi che gli viene data senza che si accorga che è falsa, per il disarmato operaio Yvon ha inizio un calvario fatto di prigione, abbandono della moglie, rapine e omicidi. Liberamente ispirato al racconto di Tolstoj “Denaro falso”, il film racconta, con una disperazione e un rigore assoluto, il potere distruttore del denaro. In STORIA IMMORTALE (1968) di Orson Welles il vecchio mercante di Macao Clay, per mostrare che il denaro ha forza di qualunque fantasia, vuole tradurre in realtà l’unico racconto di finzione da lui conosciuto: la leggenda che circola tra i marinai, di ricevere 20 ghinee d’oro da un ricco signore per passare la notte con una donna bellissima. Dal racconto “Una storia immortale” di Karen Blixen.

Sabato 15, in occasione del Tiratardi, la programmazione è ricchissima. Si inizia alle 20,30 con CHARLOT USURAIO (1916) di Chaplin. Charlot lavora in un banco di pegni, si azzuffa con il collega commesso, serve vari clienti che vendono e comprano, corteggia la figlia del padrone e trova il tempo di sventare una rapina al negozio. Alle 21,10 c’è il capolavoro di Billy Wilder NON PER SOLDI…MA PER DENARO (1966). Un cameraman investito da un giocatore di football americano si finge paralizzato e seguendo i consigli dell’avida moglie e del cognato truffaldino cerca di ingannare l’assicurazione. Esilarante e cinico ritratto della cupidigia umana. Alle 23,20 segue il classico di John Huston IL TESORO DELLA SIERRA MADRE (1948). 1925: in Messico due avventurieri e un vecchio sdentato vanno alla caccia di un giacimento d’oro, ma l’avidità costerà la vita a uno di loro e il caso farà dissolvere la ricchezza degli altri due. Grande avventura hollywoodiana, racconto amaro e disincantato di un’ossessione, di una perdizione e di un fallimento.

Domenica 16 la rassegna inizia alle 16 con la proiezione di EL DORADO (1988) di Carlos Saura. Rio delle Amazzoni 1562. L’avventuriero spagnolo Aguirre uccide il suo comandante e guida una folle spedizione alla ricerca dell’Eldorado, il mito che ossessionò gli spagnoli per secoli. Dopo Herzog, anche Saura si cimenta con una delle vicende più avvincenti della cupidigia umana. Alle 18,45 segue LE BIANCHE TRACCE DELLA VITA (2000) di Michael Winterbottom. Sierra Nevada 1867, febbre dell’oro, Daniel Dillon, personaggio equivoco, governa la nevosa città mineraria di Kingdom Come, ma deve fare i conti con un passato oscuro che esige che lui paghi il conto. Dal romanzo di Thomas Hardy “Il sindaco di Casterbridge”, senso di colpa e redenzione in un film in cui la brama di ricchezza causa la fine di un uomo. Infine, alle 21, è la volta del capolavoro di Erich Von Stroheim GREED (1924). Calfornia, primi ‘900. La vincita di 5mila dollari a una lotteria avvelena il matrimonio tra il dentista senza laurea McTeague e Trina, e suscita l’invidia di Marcus, l’ex fidanzato della donna. Trina, che ha una passione morbosa per il gruzzolo, preferisce vivere in miseria pur di non intaccarlo. Personaggi dilaniati da passioni primitive, irrefrenabili e fatali.