Le voci di una possibile chiusura del “punto di primo intervento” di Fanano  stanno creando preoccupazione nella popolazione, che considera questo presidio sanitario una “risorsa preziosissima”, anche a fronte delle necessità dei turisti che frequentano in estate e in inverno il centro appenninico.

Ne dà notizia il consigliere Andrea Leoni (Pdl) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui segnala che, attualmente, il “punto di primo intervento” prevede la presenza di un medico di emergenza, di un infermiere di emergenza e di un autista soccorritore, mentre, in caso di chiusura, rimarrebbe solo l’ambulanza con l’infermiere, a cui spetterebbe, in caso di bisogno, di accompagnare il paziente al più vicino Pronto soccorso, a Pavullo, con un viaggio di oltre quaranta minuti su una strada di montagna.

Questa scelta dell’Ausl modenese, se confermata, – scrive il consigliere – non rappresenterebbe, tuttavia, neppure un risparmio sul piano economico, visto che il Pronto soccorso di Pavullo si troverebbe, in quel caso, a dover garantire accessi “impropri”, con costi “ben più importanti a carico del Ssr”.

C’è poi il fatto – aggiunge Leoni – che la montagna modenese si trova a essere sempre più depauperata di servizi, dato che stride con le “sempre sbandierate iniziative a favore” delle aree montane, “di cui la sinistra si è fatta carico, ma solo a parole”.

L’esponente del Pdl chiede quindi alla Giunta se corrisponda al vero l’intenzione dell’Asl modenese di chiudere il presidio sanitario a Fanano, e, in caso di risposta affermativa, quali ne siano le ragioni.

Leoni vuole infine sapere se anche la Giunta non convenga con l’assunto che la chiusura di questi presidi rappresenta una sorta di “certificato di morte” per la montagna e, per questo motivo, sollecita iniziative in modo da garantire la permanenza del “punto di primo intervento” a Fanano.