Per i proprietari di prima casa, che hanno optato per il pagamento in tre rate dell’Imu, arriva la scadenza del 17 settembre. Sui 104 comuni capoluogo di provincia, la ‘stangatina’ autunnale pesera’ mediamente 44 euro con punte di 154 auro a Roma, 142 a Milano, 136 a Bologna, 110 a Rimini e 107 a Verona.
Lo rivela l’Osservatorio periodico sulla fiscalita’ locale della Uil.
Il conto piu’ salato arrivera’ pero’ a dicembre: mentre gli acconti di giugno e settembre sono calcolati con le aliquote base (4 per mille per la prima casa e 7,6 per mille per la seconda), il conguaglio sara’ effettuato con le aliquote deliberate dai singoli comuni. I comuni possono aumentarle o diminuirle del 2 per mille sulla prima casa e del 3 per mille sugli altri immobili.
85 citta’ su 104 hanno gia’ deliberato le aliquote. “I sindaci, pur cercando di limitare gli aumenti del prelievo sulla prima casa, ritoccano verso l’alto l’aliquota degli altri immobili, puntando in moltissimi casi su quella massina (10,6 per mille)”, spiega Guglielmo Loy, segretario confederale Uil. Ad oggi, tra le citta’ che hanno deliberato le aliquote, 34 hanno aumentato quella per la prima casa, mentre 79 hanno aumentato quella per gli altri immobili. Se gli acconti di giugno e settembre sulla prima casa hanno pesato mediamente 88 euro, quello di dicembre viene stimato in 58 euro. Punte a Roma di 331 euro, 143 a Milano, 136 a Bologna, 194 a Rimini e 107 a Padova e Verona. Conguaglio ancora piu’ pesante per le seconde case:l’Imu passa da un acconto medio di 321 euro ad un saldo di 467 euro. Punte di 1029 euro a Roma, 1150 a Milano, 1121 a Bologna, 915 a Firenze e 903 a Rimini. Secondo le stime della Uil, l’Imu pesera’ per il 2012 934 euro medi: 146 euro per la prima casa e 788 per la seconda.
Per quanto riguarda la prima casa, il trend segnala che l’aliquota media sara’ del 4,37 per mille, con un aumento del 9,3% sull’aliquota base. Delle 34 citta’ che hanno ritoccato verso l’alto le aliquote, 6 hanno scelto l’aliquota massima: il 6 per mille (Alessandria, Caserta, Catania, Parma, Rieti e Rovigo). Mentre altre citta’ come Torino hanno optato per il 5,75 per mille; Roma, Cagliari, Genova, Napoli per il 5 per mille; Palermo e Ancona per il 4,8 per mille. 43 citta’ hanno mantenuto l’aliquota di base al 4 per mille tra cui Milano, Aosta, Trento, Bologna, e Firenze. Soltanto 8 citta’ hanno scelto di abbassare l’aliquota di base (Mantova e Lecce 3 per mille; Biella 3,7 per mille; Siracusa 3,5 per mille; Biella il 3,7 per mille; Novara, Nuoro e Vercelli 3,8 per mille; Trieste 3,9 per mille). A Roma l’Imu sulla prima casa pesera’ per il 2012 mediamente 639 euro; a Milano 427 euro; a Rimini 414 euro; a Bologna 409 euro; a Torino 323 euro; a Verona e Padova 321 euro; a Napoli e Pavia 303 euro; a Genova 295 euro.
Per la seconda casa l’aliquota media applicata sara’ del 9,28 per mille, con un aumento del 22,1% sull’aliquota base. Delle citta’ che hanno ritoccato in alto l’aliquota delle seconde case 31 citta’ applicano quella massima del 10,6 per mille (Roma, Bologna, Milano, Napoli, Perugia, Ancona, Venezia, Perugia, Bari, Genova). Mentre in altre Citta’ si va dal 7,83 per mille di Trento, passando per il 9,6 per mille di Aosta, Cagliari e Palermo, al 9,7 per mille di Trieste e al 9,9 per mille di Firenze. Soltanto 6 citta’ hanno mantenuto l’aliquota base del 7,6 per mille (Bolzano, Brindisi, Gorizia, Matera, Oristano e Pordenone). Dunque, per una seconda casa l’Imu pesera’ mediamente 1.885 euro a Roma; a Milano 1.793 euro; a Bologna 1.747
euro; a Firenze 1.426 euro; a Rimini 1.408 euro; a Padova 1.249 euro; a Latina 1.190 euro; a Verona 1.184 euro; a Napoli 1.173 euro; a Siena 1.161 euro.
Secondo Loy “a questi costi nei prossimi mesi si aggiungeranno una pioggia di aumenti del fisco locale, dovuti allo sblocco delle Addizionali IRPEF e alla TARSU, che renderanno ancora piu’ sterile il potere di acquisto delle buste paga e dei cedolini di pensione”. Per il segretario della Uil “la questione fiscale deve essere il tema principale da mettere al centro dei prossimi provvedimenti del Governo, perche’ la crescita passa dall’aumento dei consumi interni e tale aumento passa da meno tasse per i lavoratori dipendenti e pensionati”.