Erano centinaia, fra cittadini, aderenti ad associazioni, esperti, presenti fin dalle 10 di stamani al Centro internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, per partecipare agli Stati generali della Bicicletta e della Mobilità nuova, prima iniziativa nazionale sul tema che fa incontrare e mette al lavoro insieme associazioni e movimenti di base con le istituzioni, i Comuni in particolare. Obiettivo condiviso: produrre proposte sostenibili, innovative e intelligenti sulla mobilità urbana, a cominciare dalla bicicletta e dai servizi per promuoverne e svilupparne l’uso.

Una forte motivazione, dunque, dimostrata dai numeri: un migliaio gli iscritti alla partecipazione ai gruppi di lavoro che sono riuniti nella giornata del 5 ottobre e nella mattinata del 6 ottobre, per poi trarre conclusioni e proposte. Persone, inoltre, che hanno raggiunto Reggio autonomamente e, come sottolineato negli interventi di inizio lavori, a proprie spese.

Gli Stati generali della Bicicletta hanno ottenuto l’adesione della Presidenza della Repubblica e sono promossi da Anci, Legambiente, Fiab e #salvaiciclisti con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia.

“Non si entra in Europa soltanto con i bilanci in ordine – ha detto a margine dell’incontro il sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci Graziano Delrio – Vi si entra anche con i comportamenti europei. In Europa la mobilità ciclabile ha 5-6 volte più intensità rispetto a quella italiana, in Europa ci si muove con mezzi sostenibili per il 70% degli spostamenti. Siamo il fanalino di coda. Crediamo che proprio partendo dall’esperienza delle città, delle comunità locali, dove ci sono tante bellissime esperienze di promozione della ciclabilità, si possa far entrare l’Italia in Europa anche da questo punto di vista. E’ una cosa importantissima per l’ambiente, la qualità di vita delle città e anche per la velocità degli spostamento, perché la bicicletta è competitiva rispetto all’auto negli spostamenti cittadini”.

“Vi sono mezzi e tecnologie che permettono di utilizzare la bici in diverse condizioni, anche per i più anziani – ha proseguito Delrio – Cerchiamo di far avanzare la cultura della programmazione delle piste ciclabili, che possono mettere sempre più in sicurezza gli utenti, a cominciare dai più fragili. Troppe persone ancora subiscono incidenti e perdono la vita, in bicicletta. Purtroppo le assicurazioni non assicurano chi percorre in bicicletta il tragitto casa-lavoro, mentre assicurano se sei in auto. Anche su questo c’è molto da fare”.

“Dobbiamo cambiare la gerarchia della mobilità – ha aggiunto il presidente dell’Anci – Le auto sono preminenti nelle vie di grande scorrimento, ma dentro ai centri urbani la precedenza e la priorità deve essere data a pedoni e ciclisti. Le Zone 30 garantiscono qualità di via nei quartieri e credo sia la strada giusta, peraltro già imboccata da tante città europee”.

Gli interventi introduttivi dei lavori, coordinati dall’assessore alla Mobilità del Comune di Reggio, Paolo Gandolfi, sono stati svolti dallo stesso Delrio, da Alberto Fiorillo di Legambiente, Paolo Bellino di #salvaiciclisti, Valerio Parigi consigliere nazionale di Fiab e Fabio Lopez Nunes esperto di mobilità sostenibile.

E’ stata data lettura del Manifesto degli Stati generali della Bicicletta (vedere testo allegato) e, da parte del sindaco e presidente Anci Delrio, del messaggio di adesione all’iniziativa scritto dal segretario della Presidenza della Repubblica Donato Marra a nome del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (vedere nota allegata).

“Mi auguro che in queste giornate di lavoro, che vedono l’adesione di tutti i sindaci italiani attraverso l’Anci – ha detto Delrio nel suo intervento – valga l’assunto che vado ripetendo spesso al governo e cioè che l’innovazione e la qualità, le modifiche ai comportamenti di vita, nascono dalle città, nascono dal basso. Luigi Einaudi, in una lettera del 1944, che si intitolava simbolicamente ‘Via i prefetti’, ricordava che non esiste un modo per trasformare la vita civile di un Paese, se non partendo dalle comunità, dal basso, dalla responsabilità degli amministratori, dal loro autogoverno, dalla loro capacità di promuovere comportamenti e qualità di vita nelle loro comunità. E’ evidente che siamo qui, come Anci, non tanto per un atteggiamento rivendicativo verso il governo, che pure è in grave ritardo su questi argomenti, ma per dire che ci assumiamo oggi un impegno con questi primi Stati generali: promuovere con tutte le nostre energie, con le forze a nostra disposizione, una diversa cultura nel Paese”.

Vale a dire, ha sottolineato Delrio, “far entrare l’Italia in Europa non solamente rispettando i parametri di Maastricht, come il rapporto deficit-Pil, ma anche e soprattutto con quei comportamenti che in Europa sono già realtà”.

Delrio ha citato come esempio la sede degli Stati generali, il Centro internazionale dell’infanzia Loris Malaguzzi, luogo e fondazione di ricerca e formazione internazionale sull’educazione: “Tutto questo è nato dal basso – ha detto Delrio – dall’iniziativa di alcune donne che decine di anni fa hanno voluto un luogo che migliorasse la vita e l’educazione dei loro figli, e diedero così origine alla prima scuola d’infanzia di Reggio Emilia. Questo protagonismo ha generato, a caduta, tantissima contaminazione”.

“Gli Stati generali della bicicletta devono essere un grande laboratorio ‘virale’, di contaminazione di buone pratiche, di contaminazione culturale. Il fatto che queste giornate possano confluire in un Libro di intenti, un manuale per orientare i lavori che varie amministrazioni hanno in cantiere. non dobbiamo dimenticare che infatti molti non sono all’altezza della sfida, hanno bisogno di aumentare la cultura amministrativa e la capacità tecnica. Vogliamo soprattutto che da questi Stati generali escano indicazioni concrete per un cambiamento radicale, sociale, culturale, politico nel nostro approccio verso la Mobilità nuova e anche verso un diverso consumo dell’energia. Un cambiamento che stia su diversi piani: sul piano normativo riguardante la sicurezza stradale; organizzativo per la pianificazione della mobilità urbana; della governance per far interagire i diversi attori, elemento fondamentale per portare a buon frutto, mettere insieme queste energie e incanalarle in maniera unitaria il protagonismo ‘dal basso’ e l’impegno dei cittadini: penso agli insegnanti e ai volontari del BiciBus a Reggio Emilia”.

Inoltre, Delrio si aspetta esiti sul piano educativo: “Il piano di lavoro culturale ed educativo è importante, perché vanno coinvolte tutte le generazioni, a cominciare dalle nuove generazioni. La cultura sta cambiando. L’investimento sui bambini, sulla scuola, ritengo sia oggi un elemento troppo sottovalutato come buona pratica. A Reggio abbiamo investito molto sulla cultura e l’educazione ambientale a cominciare dalla scuole, serve farlo anche per la mobilità sostenibile. Noi sappiamo quanto un bambino abbia un potere enorme nel cambiare le abitudini della sua famiglia… Se il bimbo è educato alla bicicletta, preferisce la bicicletta, è educato a comprenderne il valore, saprà trasmettere tutto ciò ai genitori e favorirà una trasformazione culturale importante”.

“Il mutare dei comportamenti delle persone, aiutate in questo anche dalla crisi economica – ha proseguito Delrio – ci stanno suggerendo che un passaggio epocale in tema di sostenibilità della mobilità sia possibile. Non c’è certo necessità di elogiare la bicicletta qui oggi. Oggi credo però che dobbiamo dare valenza politica a un modo di vivere differente, un modo di vivere più lento, per raggiungere la meta senza produrre danni per nessuno; un modo di vivere più dolce che ci consenta una convivenza più conviviale appunto, più feconda e un modo di vivere più profondo dato che riguarda il nostro stile di vita, i rapporti tra noi, in famiglia, tra vicini e amici, la nostra città, riguarda cioè la nostra quotidianità. Credo che questa filosofia, questo approccio a una visione differente della nostra comunità non sia affatto arretrata, sia invece modernissima, attualissima e praticabilissima”.

Sulla sicurezza stradale, Delrio ha detto che “ogni volta che ricordiamo che la velocità comporta dei rischi e non dei vantaggi, stiamo dicendo la verità ai nostri concittadini. Il tema della velocità è stato mitizzato, come il tema della competizione. Ma non è la verità. Le velocità nei nostri centri abitati è un pericolo: non è un caso che siano qui tra noi le associazioni dei familiari delle vittime della strada. Ancora troppe persone rischiano la vita nei percorsi casa-lavoro, perché usano mezzi sostenibili. Ancora troppi utenti deboli, bambini e anziani, rischiano sugli attraversamenti pedonali. Con mezzi pianificati, abbiamo ridotto incidentalità e mortalità su strada in città, ma ancora troppi incidenti succedono agli utenti deboli.

Un Paese civile deve porsi l’obiettivo di ridurre la mortalità dell’utenza debole, con degli obiettivi precisi. La Gran Bretagna elaborò un piano di questo tipo 20 anni fa. Credo che un Paese civile debba porsi l’obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità e l’incidentalità almeno dell’utenza debole, con dei piani prefissati, degli investimenti seri e un monitoraggio serio su chi attua le politiche e chi non le attua. Questo ci aspettiamo anche dal livello politico superiore. Vogliamo che questo Pese cambi radicalmente strada”.

“Con azioni forti e simboliche possiamo fare molto. Queste giornate rappresentano già di per sé un messaggio chiaro al Paese. Nelle città piccole dobbiamo osare di più, ma anche chiedere di più alle città grandi. Milano sta sperimentando con decisione la ciclabilità. Roma può diventare più ciclabile e magari pedonale, nella sua zona centrale. Ogni amministratore pubblico è messo nelle difficili condizioni della finanza pubblica, quindi vi chiedo attenzione e comprensione verso i sindaci. Con il Patto di stabilità, non si riesce a investire: se i nostri investimenti nella ciclabilità erano pari a 100 tre anni fa, oggi sono 10, non per volontà delle Amministrazioni”.

“Non so se il socialismo arriverà in bicicletta, come diceva il segretario di Salvador Allende – ha concluso Delrio – ma certamente una migliore qualità di vita, una migliore capacità di impossessarci del nostro tempo e della nostra comunità, arriverà dalla promozione della bicicletta. E sono sicuro che questo desiderio di affermazione della bicicletta da Reggio Emilia potrà con noi”.