“Fortemente preoccupati”, ma pure “Segnali molto gravi”. Questi i termini in cui si sono espressi gli imprenditori del commercio e dei servizi dell’Area Nord rispetto alle modalità burocratiche e farraginose con le quali si prorogano i pagamenti di imposte e tributi. “In più riservate solo alle imprese che hanno subito danni gravi – afferma Confesercenti Area Nord – .È inaccettabile che le imprese che non hanno subito danni ingenti, ma hanno rallentato in modo drastico il volume d’affari siano costrette a pagare tributi e contributi già dal 16 dicembre prossimo in unica soluzione”. È questo sostanzialmente quanto emerso nel corso dell’affollato incontro organizzato da Confesercenti a Mirandola la scorsa settimana.

Senza aspettare i contributi per la ricostruzione, che tardano ad arrivare e sono tutt’altro che chiare le modalità per ottenere gli indennizzi relativamente a macchinari scorte e merci danneggiate, sono stati molti gli imprenditori a rimettersi in gioco – anche già nei giorni immediatamente dopo il terremoto e spesso con risorse proprie – pur di ripartire e riprendere al propria attività. “Ragione – aggiunge Roberto Bernaroli, presidente Confesercenti Area Nord – per la quale non si può penalizzare ulteriormente queste realtà con la richiesta di saldare in un’unica soluzione quanto a suo tempo è stato sospeso. Vorremmo che il Governo, fosse quindi cosciente del fatto che:

• centinaia di imprese del commercio e dei servizi, stanno tentando di lavorare tra enormi difficoltà all’interno di strutture temporanee come chioschi, container o casette in legno; situazione che al momento ha significato e non si avvertono per ora inversioni di tendenza, un calo dei ricavi, rispetto all’anno passato pari 50%;

• centinaia di imprese che sono rimaste o stanno rientrando nei centri storici dei comuni del cratere sismico, ma che, considerato lo stato grave in cui versano tra recuperi e ricostruzioni, e la mancata frequentazione quindi degli stessi, hanno perso un considerevole numero di clienti.

“Gli imprenditori ritengono che ad un’area colpita da un evento grave come il sisma del maggio scorso e che fino a tale data aveva contribuito nella misura di quasi il 2% al PIL Nazionale debbano riservate misure di sostegno ben diverse da quelle fin qui attuate dal Governo che dovrebbe mostrare ben altra attenzione verso il nostro territorio. Di fronte quindi a questo già duro e pesante prospetto – conclude Bernaroli – gli imprenditori chiedono, che il D.L 174/2012 sia quanto prima modificato. Concedendo la proroga dei termini di sospensione dei pagamenti per tutte le imprese con sede nei comuni colpiti dal sisma al 30 Giugno 2013. E la successiva rateizzazione di quanto sospeso, a 10 anni per le realtà imprenditoriali con danni ingenti e 5 per tutte le altre”.