Nel futuro del decentramento modenese ci potrebbe essere il ritorno a sette quartieri  che rispettino i confini delle attuali sezioni elettorali. La nomina dei Consigli potrebbe avvenire da parte del Consiglio comunale, tenendo conto dei voti espressi nei singoli quartieri. Nei nuovi organismi di partecipazione, che non potranno più operare con atti amministrativi e saranno basati sul volontariato, andrebbe innanzitutto rafforzata la funzione rappresentativa del territorio, oltre che propositiva e di emanazione di pareri. Si potrebbe anche prevedere l’obbligo di convocare l’assemblea dei cittadini della zona nel caso di pareri su opere pubbliche, tematiche urbanistiche e ambientali.

Sono le ipotesi formulate nel percorso di confronto sul futuro del Decentramento a Modena, dopo l’abolizione della Circoscrizioni, che si è svolto durante i Consigli congiunti e le assemblee pubbliche sul territorio.

Martedì 20 novembre alle 20.30 il percorso partecipativo approda nella sala Gorrieri di Palazzo Europa, in via Emilia ovest 101, per discutere delle prime ipotesi di lavoro. All’assemblea cittadina interverranno il sindaco Giorgio Pighi, il vicesindaco e assessore alla Partecipazione Giuseppe Boschini, l’assessore al Decentramento Fabio Poggi e i presidenti delle Circoscrizioni Roberto Ricco, Antonio Carpentieri, Loris Bertacchini, Alberto Cirelli.

La legge 42/2010, che integra la Finanziaria 2010, prevede l’abolizione delle Circoscrizioni, allo scadere del mandato elettorale, nei Comuni con meno di 250 mila abitanti. La sfida per Modena, che prima nei quartieri e poi nelle Circoscrizioni ha costruito le fondamenta della partecipazione alla vita politica e  amministrativa, è trovare nuove modalità per avvicinare l’istituzione ai cittadini senza disperdere il patrimonio accumulato, rispettando la normativa, azzerando i costi della politica.

“La complessità della realtà – afferma l’assessore al Decentramento Fabio Poggi – deve comportare la definizione di un governo territoriale integrato che valorizzi la partecipazione dei cittadini e si traduca in politiche di coesione sociale basate anche sul coinvolgimento. Prevedere la costituzione di quartieri radicati sul territorio consentirebbe di decentrare i servizi riducendone i costi e di prevedere dei ‘terminali territoriali’ in grado di far partecipare alle scelte della città”.

Per quanto riguarda i servizi, ogni quartiere dovrebbe avere a disposizione una sede con almeno due uffici, uno dei quali con funzioni anche di sportello Urp, la riorganizzazione del personale avrà la riduzione dei costi come obiettivo di “spending review”.

Più nel dettaglio l’ipotesi in discussione prevede il ritorno a sette quartieri rappresentativi del territorio: Centro storico, Buon Pastore, S. Agnese, Madonnina, S. Faustino, Crocetta, S. Lazzaro, con alcune modifiche territoriali laddove i confini delle attuali 180 sezioni elettorali non coincidono con quelle di 15 anni fa e anche per tener conto delle zone di espansione e delle modifiche all’assetto urbanistico.

I Consigli, dovendo avere rappresentatività istituzionale e non potendo più ricorrere a elezioni dirette e volendo mantenere il legame di rappresentatività con il territorio, la nomina da parte del Consiglio comunale,   dovrebbe tener conto dei voti espressi nei singoli quartieri per le liste rappresentate in Consiglio. Si potrebbe prevedere, al momento della presentazione delle liste elettorali per il Consiglio comunale, anche la presentazione delle liste dei nominativi proposti per i sette Consigli di quartiere, ciascuno dei quali sarà formato da 14/16 componenti che eleggeranno poi il presidente.

I Consigli di quartiere dovrebbe definire le priorità di spesa in accordo con i servizi Decentramento e Partecipazione. Mentre il ruolo decisionale potrebbe essere mantenuto negli aspetti più gestionali, sotto forma di proposte vincolanti dell’utilizzo dei budget assegnati dalla Giunta. Le proposte dei quartieri dovranno essere poi tradotte in deliberazioni di Giunta o in determinazioni dirigenziali per divenire efficaci.

L’ipotesi, una volta definita, sarà sottoposta alla Commissione Affari istituzionali del Consiglio comunale, affinché venga avviato il percorso di revisione dello Statuto e di ridefinizione di un nuovo Regolamento.