farmacia-sant-agostino-ph-ottani“Un restauro di alta scuola”, “una nuova frontiera del restauro inteso come conservazione” e al tempo stesso, l’anticipazione di “un ambizioso piano di recupero di un pezzo di centro storico destinato a diventare un luogo simbolo della cultura” e “un segnale della volontà di ripresa della comunità cittadina dopo gli anni difficili della crisi”.

È in questi termini che gli autori del volume sui restauri della farmacia storica dell’ex ospedale Sant’Agostino descrivono i risultati dell’intervento promosso nel 2010 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna e concluso nel dicembre dello stesso anno.

La pubblicazione, fresca di stampa e presentata questa mattina presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, descrive accuratamente le tappe del restauro della farmacia, forse l’ambiente più rappresentativo dell’intero complesso monumentale Sant’Agostino, e ne documenta le fasi esecutive in oltre 140 pagine a colori, attraverso un ricco apparato di fotografie realizzate da Luigi Ottani.

“Il restauro della farmacia ha restituito ai modenesi uno spazio che appartiene alla storia e al patrimonio culturale della città”, commenta il presidente della Fondazione Andrea Landi. “Era quanto mai opportuno, quindi, che il complesso intervento fosse testimoniato da una pubblicazione che rendesse conto, con ricchezza e qualità di documentazione, del minuzioso lavoro svolto. È nostra intenzione fare di questo volume la prima tappa di un percorso editoriale dedicato al più vasto progetto di recupero e qualificazione dell’ex ospedale Sant’Agostino a firma dell’architetto Gae Aulenti – prosegue Landi – intervento che per complessità e qualità dell’opera risulta pressoché unico nel panorama nazionale”.

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I locali della farmacia, chiamata in origine spezieria, risalgono alla seconda metà del Settecento, quando il duca Francesco III, nel più ampio programma di rinnovamento edilizio della città, in linea con gli ideali di razionalità settecenteschi, decise la costruzione di un nuovo grande Ospedale, realizzato tra il 1753 e il 1762. Alla spezieria furono assegnate due stanze, situate all’angolo tra la piazza Sant’Agostino e l’attuale via Ramazzini. Al suo interno si trovavano, oltre a numerosi libri farmaceutici, più di cento vasi di maiolica, mortai di bronzo e di marmo.

Nel 1917 la farmacia è stata acquisita dal Comune di Modena ed è rimasta in funzione sino al 1990. Oggi i locali sono di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ha acquisito l’intero ex ospedale nel 2007 con l’obiettivo di riqualificarlo e trasformarlo in un polo culturale. La farmacia è aperta al pubblico nel fine settimana e nei giorni festivi, dalle ore 10 alle 20, e l’ingresso è gratuito.

Nel 2010 nella spezieria è stata allestita una vera e propria “bottega di restauro”, come spiega nell’introduzione al volume l’architetto della Direzione Regionale Corrado Azzollini, progettista e direttore dei lavori, eseguiti dalla ditta Candini. Impostato come un “cantiere di conoscenza”, l’intervento ha richiesto un lavoro di ‘rimozione’ dalle aggiunte improprie che, soprattutto nel corso del Novecento, avevano stravolto l’immagine della farmacia (coprendo legni e pareti decorate sotto una coltre di tinte e vernici); quindi un impegnativo lavoro di pulitura della volta (decorata dai pittori modenesi Camillo Crespolani, Luigi Manzini e dal reggiano Antonio Magnani) le cui superfici risultavano scurite e illeggibili per l’accumulo di sporco e ritocchi; infine lavori di ‘reintegrazione’ di alcune piccole mancanze pittoriche, di lacune nella tinteggiatura dei fondi intonacati delle scaffalature e del pavimento, pressoché totalmente rifatto in marmette cementizie intorno alla metà del secolo scorso.

“Non è facile descrivere la sensazione provata nel rinvenimento dei colori offuscati dal tempo e da una serie di impropri interventi manutentivi – scrive l’architetto Azzollini nell’introduzione – dell’ornamentazione a soffitto, delle tinte di fondo e della ricchezza delle piccole, decoratissime lesene delle scaffalature. Nelle pagine di questo volume è illustrata questa indimenticabile e felice avventura, nella speranza di riuscire a trasmettere, nel modo più efficace possibile, questa esperienza di storia, di tecnica e d’arte”.

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Il volume sui restauri della farmacia storica, edito da Tracce per la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, contiene testi introduttivi di Andrea Landi, Carla Di Francesco, Corrado Azzollini e un saggio di Giovanni Carbonara. Sarà la “strenna natalizia” della Fondazione e sarà distribuito nelle principali biblioteche e istituti culturali del territorio.