fine-del-mondoNonostante domani, venerdì 21 dicembre, sia stato indicato come l’ultimo giorno del mondo, stando alle previsioni degli esperti dell’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il sole sorgerà alle 7.41 per tramontare alle 16. 49. Tutto in regola, quindi. La giornata sarà debolmente perturbata da nevischio, mentre nel week end tornerà bel tempo stabile.

Si avvicina il 21 dicembre 2012, si avvicina il fatidico giorno indicato dai Maya. Ma il lavoro dell’Osservatorio Geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia va avanti, con previsioni meteorologiche che si allungano fino oltre il week-end e con alcune curiosità emerse dagli archivi che dimostrano come l’ossessione per l’apocalisse fosse già ben diffusa anche in altre epoche.

La mattina di oggi si è aperta con cielo sereno e folta brina sui prati. Una giornata fredda, quindi, ma meteorologicamente tranquilla, quella che precede il solstizio d’inverno del 21 dicembre, con temperature minime scese fino a -4.7°C nella periferia di Modena (zona via Campi – via Vignolese), mentre in centro città si sono mantenute a +1.1°C.

E per domani cosa dobbiamo aspettarci?

“Anzitutto – ha dichiarato Luca Lombroso, meteorologo dell’Osservatorio Geofisico dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia – come avviene da alcuni miliardi di anni, ci sarà il solstizio d’inverno, ovvero la notte più lunga, che non è come si pensa quella di Santa Lucia. Più esattamente, il Sole sorgerà, a Modena, alle 07.41, raggiungerà, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione minima alle ore 12.11, per tramontare alle 16.49”.

Tutto tranquillo quindi, con una giornata in cui il sole mancherà, a causa di una debole perturbazione atlantica che porterà molte nubi e qualche precipitazione. Sono attese leggere nevicate, in parte miste a pioggia, a quote basse, che interesseranno leggermente la pianura e la città; la neve infatti difficilmente si poserà al suolo e nel caso in modo lieve e senza causare disagi. Già dal pomeriggio di venerdì i fenomeni cesseranno, per un ritorno, sabato 22 dicembre, del tempo stabile e del sole, bello in montagna, ma in parte nebbioso in pianura.

Ritornando alle paure da fine del mondo è curioso notare come ogni epoca abbia le sue catastrofi e le sue preoccupazioni.

Dai volumi storici dell’Osservatorio, negli “Opuscoli del prof. Ragona”, che fu direttore della struttura meteorologica modenese dal 1862 al 1892, è emerso un ritaglio di un quotidiano modenese del 1889 con un dettagliato resoconto di una conferenza dell’illustre professore tenuta a Modena e dal titolo “La fine del mondo”. In quel periodo infatti l’attesa, le preoccupazioni e le profezie riguardavano il passaggio dal XIX al XX secolo, cosa che poi si ripetè, simile, anche nel passaggio al nuovo millennio.

Ecco cosa diceva in sintesi il prof. Ragona riguardo alle possibili cause della fine del mondo, temuta in quegli anni:

“(1)Fra i primi pericoli vi è il poco spessore della crosta terrestre, cosicché un giorno (…) noi potremmo trovarci, dio ci scampi e ci liberi, sprofondati in un lago incandescente nel centro della terra.

(2)Uno dei pericoli meteorici è la diseguale lunghezza degli inverni nei due emisferi. Una serie infinita di inverni più lunghi aumentando i ghiacciai in uno dei due emisferi e per conseguenza il peso del globo, potrebbe sbilanciare il centro di gravità e allora addio mondo.

(3)La terra in epoca indeterminabile finirà per cadere sul sole. Il sole poi non si conserverà eternamente nel suo stato attuale e perderà luce e calore.

(4) Anche l’acqua tende insensibilmente a diminuire e (…) verrà dunque un giorno in cui la terra si troverà completamente disseccata come la luna.

(5) E’ possibile adunque anche il ritorno del periodo glaciale”.

L’articolo riporta infine che “gli ascoltatori applaudirono vivamente l’egregio professore”.

Guardando invece al 25 dicembre, sembrano sfumare le speranze di un “bianco Natale”. Passata la perturbazione di venerdì, nel fine settimana il tempo si stabilizza, poi dalla vigilia si attiveranno correnti zonali atlantiche, accompagnate da venti da sudovest. Queste porteranno una perturbazione nel giorno di Natale probabilmente a carattere piovoso, nelle nostre zone anche a quote alte.

Una nevicata nel giorno di Natale, manca a Modena manca dal 1963, quando caddero 13 cm, mentre il più abbondante Bianco Natale risale al 1870 con 32 cm.

“Difficile fare previsioni sul ritorno della neve nel giorno di Natale – ha concluso Luca Lombroso – soprattutto in tempi di riscaldamento globale che a differenza di altre profezie sono realtà. I cambiamenti climatici non portano però solo l’aumento delle temperature, ma anche quello degli eventi estremi: chissà mai che, nell’ambito di un futuro più caldo, un “evento estremo nevoso” non capiti proprio in un prossimo 25 dicembre”.