Nel corso degli ultimi anni, circa il 25% delle edicole italiane, ha chiuso i battenti per sempre. Tutto nel silenzio più assoluto degli organi di informazione scritta e radiotelevisiva. Migliaia di famiglie hanno perso la loro attività, si sono trovate anche in difficoltà economiche terribili, senza che nessuno dicesse nulla.

Il Sinagi da tempo sta cercando di fare emergere questo drammatico problema, acuito non solo da comportamenti inaccettabili da parte di soggetti interni alla filiera editoriale, e dalla crisi generale, che oltre ad aggravare la situazione, non offre alternative a chi è costretto ad uscire dal settore.

Da tempo il Sinagi denuncia le sopraffazioni e i soprusi che gli edicolanti subiscono quotidianamente, sempre nel totale silenzio degli organi di informazione, come se questa fosse una categoria di fantasmi, come se le edicole esistessero, ma gli edicolanti fossero strani esseri invisibili.

Il rischio di ulteriori chiusure di edicole, è fortissimo, e questo problema, deve diventare un problema di tutti, al pari di quello di qualsiasi azienda che entra in crisi, perchè anche qui, ci sono lavoratori e altre migliaia di posti di lavoro, tra edicole e indotto, che rischiano di andare in fumo.

Per questa e altre ragioni, quali ad esempio il rifiuto degli editori a riaprire la trattativa per rinnovare un accordo scaduto da tre anni, e un Governo che propone leggi in materia, senza nemmeno capire di cosa sta legiferando, il Sinagi ha decretato lo stato di agitazione della categoria, informando che a partire da subito, non si è più in grado di garantire il regolare servizio di vendita di giornali e riviste

Lunedì 14 gennaio alle ore 14,30, si terrà una prima iniziativa davanti alla sede Regionale della RAI , in viale della Fiera 13 Bologna, un presidio per chiedere a tutti di guardare dentro le edicole, dove ci sono delle Persone che lavorano 15 ore al giorno, e non solo dei fantasmi, che nessuno vuole vedere, e perché si cominci a parlare dei problemi di queste Persone, unico baluardo rimasto alla libertà di informazione.

(P.Sinagi Bologna, Giuseppe Marchica)