Sono stati pubblicati i risultati dell’esperienza del “Punto di ascolto”, progetto pilota promosso per l’anno 2011- 2012 dalla ex Facoltà di Scienze della Formazione, oggi Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, rivolto agli studenti iscritti ai suoi corsi di laurea.

Il servizio, creato e supervisionato dalla cattedra di Psicologia sociale tenuta dal prof. Dino Giovannini, è nato come strumento gratuito di accompagnamento psicologico per quegli studenti che hanno rilevato difficoltà nel vivere l’esperienza da universitari, nel trovare consapevolezza di sé e di centrare gli obiettivi di studio.

L’intento del progetto era quello di capire se anche piccole forme di aiuto agli studenti con difficoltà nel fronteggiare i compiti, connessi al ruolo di studente (decidere quali corsi frequentare, gestire il proprio tempo, programmare la sequenza degli esami da sostenere), possano essere efficaci strumenti nel combattere problemi che possono aggravarsi nel tempo, se non seguiti ed ascoltati, e se queste forme di accompagnamento possano incidere in maniera positiva nel contrasto del fenomeno dell’abbandono degli studi universitari.

 

Il progetto si è avvalso del coinvolgimento di un consulente esterno all’Ateneo, Tiziana Pesci della Scuola di Psicosintesi di Verona, in quanto ritenuta figura terza e, quindi, più appropriata per scongiurare il rischio di inibizione da parte degli studenti della richiesta di aiuto. Nel periodo di attivazione del “Punto di ascolto” si sono rivolte al servizio undici studenti, tutte femmine (anche per la composizione largamente femminile della popolazione della facoltà) tra i 20 e i 31 anni, con problematiche di natura relazionale, di difficoltà negli studi e di consapevolezza di sé e delle proprie capacità.

Lo strumento utilizzato è stato quello del colloquio con l’esperto, per un numero totale di 127 incontri, da un minimo di 3 ad un massimo di 14 per studente.

 

All’inizio e al termine dei colloqui è stato chiesto alle ragazze di rispondere a due brevi questionari per rilevare aspettative e grado di soddisfazione del servizio. Dalle risposte è emerso che gli obiettivi, per cui il “Punto di ascolto” è stato creato, ovvero di riuscire a valorizzare le risorse degli utenti, la loro capacità di relazione con gli altri e di aiutarli a trovare forme di gestione più serena del percorso universitario, sono stati pienamente centrati. Il servizio è stato infatti promosso a pieni voti, come uno strumento che ha offerto agli studenti la possibilità di parlare di sé senza paure.

Da molte ragazze era emerso il disagio iniziale nel condurre gli studi, gestire il tempo e la motivazione a portarli avanti, nonché la difficoltà di relazionarsi con gli altri e di sentirsi sicure di sé.

“Nelle risposte fornite – spiega il prof. Dino Giovannini, ideatore del progetto – emerge che l’occasione offerta dal <Punto di ascolto> ha dato a tutti la capacità di ritrovare motivazione e di riconcentrarsi sugli obiettivi, di ritrovare più fiducia in sé. Da tutte le persone che hanno utilizzato il servizio è emersa la soddisfazione piena per l’opportunità offerta dalla facoltà e tenuto conto delle richieste avanzate sin dall’inizio di questo anno accademico di poter utilizzare il servizio del Punto di Ascolto è venuto anche il suggerimento perché il servizio continui e possa estendersi a favore di altri studenti, ”.