Lauro_LugliSi è tenuta ieri l’Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI), che ha nominato alla presidenza Giuliano Poletti, Presidente di Legacoop. Nell’occasione è stato presentato ufficialmente il documento di proposte dell’ACI alle forze politiche (disponibile anche sul sito di Legacoop Modena nella sezione News). Legacoop Modena, oltre a condividere e fare proprie le linee di indirizzo illustrate nel documento nazionale, esprime alcune ulteriori tematiche, che nascono da una sensibilità territoriale ma presentano un respiro molto più ampio. Queste stesse tematiche saranno affrontate nell’incontro con i candidati, promosso assieme a AGCI e Confcooperative Modena, in programma domani pomeriggio al Museo Casa Enzo Ferrari alle 15.

Di seguito la lettera del Presidente di Legacoop Modena Lauro Lugli ai candidati alle Politiche 2013

“L’Italia è entrata nel sesto anno di crisi: per il 2013 le stime parlano di una contrazione dell’1,2%, che andrà a colpire un’economia e una società già stremate da cinque anni di recessione e stagnazione che hanno riportato indietro di dieci anni il PIL e di quindici i consumi, fatto esplodere la disoccupazione e la povertà, ed ampliato in modo inaccettabile le disuguaglianze sociali.

A questo si aggiungono, per il nostro territorio, le pesantissime conseguenze che tuttora gravano sulle imprese e sui cittadini delle zone colpite dal terremoto. Il bilancio di quanto fatto, ad oggi, dal Governo centrale – grazie al fondamentale e instancabile impegno della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena e dei Sindaci delle zone colpite – presenta indubbiamente voci positive, come le risorse stanziate per la ricostruzione e il rimborso al 100% per prime case e capannoni; ma tante sono ancora le criticità, e gli ostacoli sulla strada di una rapida ricostruzione. In primis, una burocrazia troppo complessa e processi di semplificazione ancora lontani da standard europei che rendono le pratiche di risarcimento difficili e lunghe, mentre imprese, cittadini e Comuni hanno bisogno delle risorse ora, per ripartire subito e per recuperare quella produttività capace di generare ricchezza, un fattore indispensabile per evitare l’abbandono dei territori. In secondo luogo, occorre scongiurare il rischio che il resto del Paese “archivi” quanto successo come un’emergenza ormai risolta. Non è così.

Il terremoto non può restare una questione locale, deve essere un problema nazionale, perché la ripartenza del nostro territorio è fondamentale per la ripresa di tutto il Paese.

Per questo Legacoop Modena, a nome della Cooperazione modenese tutta, si unisce all’appello dei Sindaci dell’area del Cratere nel chiedere un Governo con cui dialogare, che sia in grado di fornire un supporto effettivo e specifico in materia legislativa. Le necessità sono tante e toccano temi differenti, con effetti a lungo termine: dall’occupazione al sostegno alle imprese e alla produzione, dalla proroga del pagamento di mutui e tasse allo stanziamento di risorse non solo perla ricostruzione delle prime case, ma anche dei centri storici, perché parte da lì la ricostruzione dell’identità di una Comunità. Questo deve essere uno dei primi compiti del nuovo Governo, e questo Legacoop, assieme a AGCI e Confcooperative Modena, ribadirà ai candidati che interverranno oggi (venerdì 15, ndr) al dibattito promosso dalla Cooperazione modenese in vista delle imminenti elezioni politiche.

Sei anni di crisi sono troppi anche per la Cooperazione.

Fino a pochi mesi fa le cooperative avevano dimostrato una superiore capacità di resistenza ai contraccolpi della crisi,riuscendo a salvaguardare l’occupazione: come confermato dal recente rapporto Censis, dal 2007 a oggi gli occupati sono aumentati di 130.000 unità, a conferma del contributo indispensabile della Cooperazione per l’intero Paese.

Ma oggi non ci sono più le condizioni per resistere a dinamiche recessive che stanno mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di molte nostre imprese: da quelle che operano in settori interessati su scala nazionale da una crisi pesantissima, come l’edilizia, a quelle che lavorano con la Pubblica Amministrazione – in primis cooperative sociali, di produzione e lavoro e di servizi – e sulle quali pesa, prima ancora del drastico taglio delle risorse pubbliche, l’insostenibile ritardo nei pagamenti, vero “fattore-killer” di questa fase economica. Siamo al paradosso per cui è lo Stato che fa fallire le imprese! E, viceversa, le imprese e i loro dipendenti si trovano a fare da banca allo Stato. Nei giorni scorsi lo stesso Ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha dichiarato, in merito ai crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, “lo scaduto è una montagna”. Formulando una stima del debito fra gli 80 e i 110 miliardi di euro. Le sole nostre cooperative modenesi vantano crediti con la PA nell’ordine di 450 milioni di euro. Una situazione insostenibile che, unita alla difficoltà di accesso al credito, risulta determinante per la vita o la morte di intere filiere produttive.

Il collasso della capacità di spesa delle famiglie si sta, poi, riflettendo pesantemente anche sulla cooperazione di consumo e di distribuzione, che soffre un allarmante calo dei volumi di vendita, anche di quelli alimentari – il più grave dal dopoguerra – che si teme si protrarrà anche nel 2013 se non si interviene subito con politiche di sostegno al reddito e di rilancio dell’occupazione.

In tale contesto è indispensabile un radicale cambio di marcia da parte del nuovo Governo, che deve intervenire in modo tempestivo ed efficace su quelli che consideriamo elementi vitali per la ripresa dell’economia, e quindi dell’occupazione: investimenti per lo sviluppo, sblocco delle risorse della Pubblica Amministrazione attraverso l’allentamento selettivo del patto di stabilità, e assunzione di un ruolo di regia nei confronti di tutte quelle parti di finanza ed economia dalle quali dipende il rilancio dei consumi, del lavoro e delle attività produttive.

Nel nostro incontro con i candidati ribadiremo che il lavoro, nel rispetto del dettato costituzionale, rappresenta e deve rappresentare il principio-cardine di tutto l’operato della politica. Perché lavoro significa dignità, diritti, qualità di vita, coesione sociale, inclusione, democrazia. E significa anche crescita, investimenti, capacità di spesa e di consumo, benessere collettivo.

Il nostro Paese deve ripartire da qui, ovvero dalla declinazione di quei principi di legalità, equità, uguaglianza, pari opportunità, responsabilità collettiva, tutela della coesione sociale, sostenibilità, bene comune, che costituiscono il DNA della Cooperazione e che, lo crediamo fermamente, devono rappresentare le linee-guida di chi sarà chiamato a rappresentare i cittadini nella nuova legislatura.”

 

Lauro Lugli, Presidente di Legacoop Modena