Masini_Africa“È stata un’esperienza straordinaria, sia sotto il profilo umano che professionale, che consiglio anche ai miei colleghi perché davvero è stato qualcosa di unico che mi ha aiutato a ristabilire quelle che sono le vere priorità e a rafforzare e consolidare il senso di una professione che è prima di tutto di servizio e sostegno per gli altri”. Sono le parole, ancora dense di emozione, del farmacista Giuseppe Masini che, a poco più di un mese dal suo rientro da Wamba, piccolo insediamento africano che si trova in Kenya, nel mezzo della savana africana a 500 km da Nairobi, racconta la sua esperienza di volontario che per alcuni giorni ha lavorato presso il locale Ospedale, il Catholic Hospital; una struttura dotata di circa 200 posti letto che può contare anche sulla presenza di una farmacia interna, attivata grazie al fondamentale lavoro del dottor Ettore Mazzucchelli di Busto Arsizio che da 20 anni opera nella località keniota, e che oggi è gestita da due farmacisti locali con l’aiuto di colleghi volontari, in gran parte provenienti dall’Italia, che periodicamente si alternano.

Un’esperienza profonda che Giuseppe Masini, titolare dell’omonima farmacia di Piumazzo di Castelfranco Emilia e consigliere del direttivo di Federfarma Modena, nonché rappresentante del Consorzio InFarmacia Farmanetwork, ha vissuto a gennaio del 2013 presso il Catholic Hospital di Wamba, sorto oltre quaranta anni fa ad opera del medico Silvio Prandoni, e oggi gestito dai missionari della Consolata di Torino. In questa importante realtà sanitaria che provvede al fabbisogno sanitario di circa 200.000 abitanti il Consorzio InFarmacia Farmanetwork ha deciso di intervenire fattivamente sposando il progetto che prevede di finanziare la farmacia dell’ospedale dotata di un laboratorio dove si producono farmaci generici attraverso il principio magistrale, adottando una soluzione che permette di tenere costi molto bassi e accessibili a tutta la popolazione.

“Ognuno di noi può fare molto anche con una semplice donazione, ma è importante che la gente conosca il progetto e la sua importanza per una popolazione che nel raggio di alcune centinaia di chilometri non hanno altri punti di riferimento per le cure; per questo, realizzeremo anche un libro e un dvd, che saranno utilizzati per raccogliere fondi” aggiunge Masini.

Nel progetto che prevede, tra l’altro la realizzazione di una pubblicazione e di un reportage video, sarà coinvolto anche il noto fotografo ravennate Paolo Genovesi che ha accompagnato Masini a Wamba.

Per ulteriori informazioni e per tutte le modalità che servono per sostenere il progetto Wamba, ci si può collegare al sito Internet www.hellowamba.it o scrivere alla mail info@hellowamba.it

 

Breve storia dell’Ospedale

L’Ospedale di Wamba fu fondato negli anni Sessanta dai Missionari della Consolata con lo scopo di soddisfare i bisogni della popolazione locale che soffriva all’epoca di un forte isolamento rispetto al resto del Paese. Nel 1969, il dott. Silvio Prandoni, medico specializzato in malattie tropicali, ricevette dall’allora Vescovo Mons. Cavallera l’incarico di organizzare e gestire l’Ospedale. Oggi conta 175 posti letto e offre ai pazienti i seguenti servizi: pediatria, ostetricia, chirurgia, radiologia, fisioterapia, terapia intensiva post – operatoria. Dispone inoltre di una farmacia in grado di produrre autonomamente medicinali e di una clinica mobile per effettuare vaccinazioni, controlli prenatali, trattamento di patologie che non necessitano il ricovero, programmi educativi e di prevenzione su Aids, TBC e malnutrizione.

Wamba è situata nel Sumburu District, e fa parte della Diocesi di Maralal il cui vescovo è Monsignor Virgilio Pante. La popolazione si divide in diverse etnie: Samburu, Turkana, Pokot e Rendille.

I fondi con i quali è amministrato il Catholic Hospital provengono per un terzo dalla Diocesi, per un terzo da donazioni private e per un terzo dall’ospedale stesso. La gestione clinica e medica dell’ospedale è ormai da qualche anno in mano a tre medici africani, con il supporto degli specialisti italiani che si alternano con rotazione mensile a seconda delle necessità.

Nello specifico, la farmacia dell’ospedale produce pomate, sciroppi, gocce orali, disinfettanti, capsule, compresse, fiale multi dose iniettabili, soluzioni di grande volume (fisiologica, glucosata, ecc). La distribuzione dei farmaci prodotti ed acquistati avviene ad personam e non per reparto, ottimizzando così i consumi e limitando gli sprechi.

L’ospedale infine si completa per essere autosufficiente di cucina, lavanderia, sartoria, garage e reparto manutenzione officinale, depuratore acque reflue e scuola infermiere interna, nonché di una Guest House dove accogliere gli ospiti.

 

Nella foto, da destra: il dottor Giuseppe Masini di Modena, il dottor Ettore Mazzucchelli di Busto Arsizio, Monsignor Virgilio Pante vescovo della Diocesi di Maralal, il fotografo ravennate Paolo Genovesi