auto-epocaLa passione per l’automobile è un elemento che ci contraddistingue nel mondo e a Modena, in particolare, in quanto culla delle più prestigiose, amate e di valore realizzazioni dell’automobilismo agonistico e d’elite.

Una passione che oggi è attanagliata dalla crisi economica, dalla cupidigia dell’Erario, dall’eccesso di burocrazia e dalla mancanza di attenzione da parte delle istituzioni nazionali e locali. Ecco perchè l’Automobile Club di Modena ha rinnovato il proprio impegno a tutela dell’amore e della cultura per le quattro ruote, intraprendendo un nuovo percorso a salvaguardia dell’automobilismo d’epoca sotto il marchio di ACI STORICO, creato da ACI Italia.

ACI STORICO sarà infatti un sistema di tutela giuridica dei collezionisti di veicoli d’epoca nonché una piattaforma per garantirne il godimento sereno, pieno e reale.

Verrà redatto un Registro Storico, che sarà il punto di riferimento normativo per vedere riconosciuti i diritti di appassionati, offrendo una serie di vantaggi (soprattutto in campo assicurativo). ACI STORICO sarà anche una biblioteca on line in cui convoglierà anche tutto il patrimonio di documenti, libri, giornali, riviste, pubblicità e testimonianze storiche dello sport e della mobilità di Aci Modena.

“Si tratta della nostra sfida sul piano culturale – accenna il dott. Giuseppe Pottocar Direttore di ACI Modena – per ricordare che l’auto d’epoca non è un bene di lusso contro cui si scatena spesso il Fisco in modo sfrenato imputando redditi “stratosferici” a chi possiede auto stoiche anche del valore di poche migliaia di euro.

Gli italiani hanno una grande cultura dell’auto grazie al “museo diffuso” sulle strade italiane vi sono 4,1 milioni di auto con più di venti anni di età, di cui oltre l’80% vale molto meno di 10.000 euro.

Con ACI STORICO si vuole tutelare il reperto di reale portata storica. Per questo motivo ACI ha avviato uno studio sui veicoli di età compresa tra i 20 e i 30 anni per tarare ogni necessaria azione di tutela del settore.

“Un taglio delle facilitazioni fiscali per questi i possessori sarebbe un’inutile e irreparabile tragedia per il settore, che porterebbe teoricamente allo Stato entrate per meno di 500 milioni di euro. – conclude il Direttore- Si andrebbe così ad innescare quella stessa fuga, oltre confine, come è stato per le vetture soggette al superbollo. Operazione che ha incassato 100 milioni di euro meno del previsto. E’ poi innegabile che il valore in termini di storia, tradizione e cultura di 4,1 milioni d’ auto d’epoca sia esponenzialmente superiore a 500 milioni di euro.”