Davide-GoviSui circa 3000 agenti di commercio che operano in provincia di Modena, accanto alla crisi economica generale, si allunga l’ombra dei fallimenti delle case mandanti.

FNAARC, la Federazione degli agenti di commercio della Confcommercio, attraverso il proprio presidente provinciale Davide Govi, torna sulle difficoltà che gli agenti modenesi incontrano nel fitto intreccio di rapporti che intrattengono tra il cliente finale e le case mandanti. Problematiche dettate dall’attuale crisi economica, sulla quale si innesca il crescente problema del fallimento delle imprese mandanti.

“In effetti – fa rilevare il presidente provinciale FNAARC Davide Govi – a mitigare il danno, sempre grave, della perdita di una ditta mandante fallita, esiste o, alla luce delle ultime norme dovrebbe esistere, l’istituto delle indennità di fine rapporto spettanti all’agente che termina il mandato per responsabilità della mandante. Purtroppo la novità è che , in caso di fallimento e di rapporto ancora attivo, la domanda di ammissione al passivo per le indennità di fine rapporto potrebbe non essere garantita come credito privilegiato, ma solo chirografario, con evidente danno nella concreta possibilità di riscossione”.

L’attuale situazione si concretizza in questi termini perché, secondo gli orientamenti giurisprudenziali che si vanno affermando, nonostante la mandante si dichiarata fallita, il contratto di agenzia ancora in essere resta come ” sospeso “, in attesa della dichiarazione del curatore fallimentare. Solo dopo la rinuncia del curatore, allora si può considerare cessato il rapporto e si configura il diritto alle indennità.

“Intanto l’agente, rimasto senza una fonte di guadagno – protesta Davide Govi – deve sostenere i costi di gestione dell’agenzia, cercare una nuova azienda, pagare imposte e tasse. Tutto senza il supporto di quelle indennità, non caso previste dal codice civile proprio perché spesso determinanti per la continuità della professione”.

Questo indirizzo giurisprudenziale deve essere invertito seguendo la logica del buon senso – conclude Davide Govi – è infatti contro ogni buon senso privare piccoli operatori autonomi della garanzia ad essere considerati privilegiati nel diritto di rientrare di un grave danno economico del tutto indipendente dalla propria responsabilità. Un diritto oltretutto codificato dal codice civile “.