edilizia_10Scenario a tinte fosche per l’industria delle costruzioni che non intravede ancora alcun segno di ripresa. Nel terzo trimestre 2013 il volume d’affari è sceso del 5,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un peggioramento rispetto al trimestre precedente (-4,5 per cento). Il peso della crisi ha spazzato via il sostegno derivante dalle agevolazioni fiscali e dalla ricostruzione.

L’occupazione è risultata in calo del 2,6 per cento. La cassa integrazione invece è salita del 26,4 per cento. La base imprenditoriale ha perso oltre 2.000 imprese (-2,8 per cento).

Queste indicazioni emergono dall’indagine sulla congiuntura delle costruzioni realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.

La crisi è diffusa. Quasi il 37 per cento delle imprese segnala una diminuzione del volume d’affari rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, mentre per una percentuale del 19 per cento è aumentato.

Il saldo negativo (-17 punti percentuali) risulta in parte meno pesante rispetto a un anno prima (era pari a -22 punti percentuali).

Evidenti i riflessi su lavoro e ammortizzatori sociali: secondo Istat nei primi nove mesi del 2013 sono circa 3.000 gli addetti in meno nel settore. Tra gennaio e novembre 2013, le ore di cassa integrazione autorizzate (circa 11.610.000) sono aumentate del 26,4 per cento. I confronti sono effettuati con l’analogo periodo del 2012.

Il Registro delle imprese A fine settembre 2013 le imprese attive nelle costruzioni erano 71.978 unità, 2.063 in meno (-2,8 per cento) rispetto ad un anno prima. La riduzione è più ampia tra le imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (-1.333 unità, -2,5 per cento) e più rapida per quelle attive nella costruzione di edifici (-3,6 per cento, -712 unità). La diminuzione è stata provocata dalle imprese individuali (-3,3 per cento) e dalle società di persone (-3,2 per cento). Va meglio per le società di capitali (+0,3 per cento), mentre è pesante la flessione per il piccolo gruppo “altre società” consorzi e cooperative (-6,0 per cento).

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