Le lavoratrici e i lavoratori dell’Unione Terre di Castelli, di tutti i Comuni soci e dell’ASP “G. Gasparini” di Vignola, complessivamente circa 700 lavoratori, hanno preannunciato ieri lo stato di agitazione, a seguito della decisione delle Amministrazioni del territorio di sospendere il pagamento di un istituto salariale ai dipendenti, l’indennità di rischio per i videoterminalisti.

“Una decisione assunta unilateralmente, fuori da ogni sessione negoziale e ogni tavolo di trattativa – spiegano Diego Bernardini FP/Cgil, Paola Santi CSA/Fiadel e Federico Coratella Diccap/Sulpm di Vignola – in aperta violazione al Contratto Collettivo Nazionale, che delega ad accordi tra le parti l’assegnazione di questo emolumento”.

Un’iniziativa estremamente grave, che bypassa completamente il tavolo di contrattazione aperto l’anno scorso, delegittimando, di fatto, tutta la trattativa, ma anche le parti in causa: rappresentanze dei lavoratori, organizzazioni sindacali e i lavoratori stessi.

E una decisione che, soprattutto, toglie un pezzo di salario dei dipendenti, in una fase in cui le lavoratrici e i lavoratori del pubblico (che, è bene ricordarlo, fanno funzionare e danno qualità quotidianamente ai nostri servizi in situazioni di scarse risorse e di calo costante di personale) vedono già ogni mese le proprie retribuzioni erose dal blocco della Contrattazione Nazionale in vigore dal 2009, con una conseguente perdita di potere d’acquisto che è stata stimata dall’Istat in oltre il 10% delle retribuzioni.

“Si può ben capire – concludono i sindacalisti – come una scelta di questo tipo non sia accettabile”. “Quello che ci aspettiamo – proseguono Bernardini, Santi e Coratella – è che le Amministrazioni di questo territorio si impegnino per il mantenimento dei livelli salariali dei propri dipendenti e per il ripristino di correte relazioni sindacali”.

I Sindacati sono stati convocati il prossimo 10 febbraio in Prefettura a Modena per il tentativo di mediazione. “Se non verranno risposte concrete alle nostre richieste – concludono i sindacalisti – siamo pronti a decidere con i lavoratori ulteriori forme di lotta”.