San Lazzaro Savena Unipol BancaI Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna hanno arrestato quattro catanesi disoccupati e con precedenti di polizia, I.A.O., 43enne, F.A.D., 27enne, M.A., 28enne e C.D., 22enne, per rapina aggravata e sequestro di persona e porto abusivo di armi in concorso. Ieri pomeriggio (14 ottobre, ndr), intorno alle ore 15.10, una pattuglia dell’Arma impegnata in un servizio di contrasto ai reati predatori notava una persona sospetta aggirarsi nei pressi della filiale della “Unipol Banca” situata in via Emilia nr. 1. a San Lazzaro di Savena. L’atteggiamento ambiguo del soggetto che si guardava costantemente attorno, induceva a pensare che all’interno dell’istituto di credito vi fossero dei complici impegnati a consumare una rapina. Ipotesi che veniva confermata subito dopo, quando i militari, dopo aver fermato il soggetto che faceva da palo, identificandolo in I.A.O., coadiuvati da altre pattuglie dell’Arma accorse sul posto, entravano nella filiale bloccando gli altri tre malviventi che pochi istanti prima, armati di cutter, si erano fatti consegnare 2.600 euro in contanti da una cassiera e prima di tentare la fuga, avevano rinchiuso i dipendenti e alcuni clienti nell’ufficio del vicedirettore che a sua volta era stato costretto ad attivare l’apertura temporizzata di una cassaforte. Non appena si erano resi conto di essere in trappola per l’arrivo dei Carabinieri, i tre rapinatori avevano tentato di guadagnare un po’ di tempo costringendo una dipendente ad uscire dalla banca e cercare di convincere i militari che all’interno non stava accadendo nulla di sospetto. Ai Carabinieri è bastato un attimo per capire che la dipendente era stata costretta a dire quelle cose da qualcuno, così non le hanno creduto e sono entrati lo stesso.

Successivamente, gli inquirenti hanno scoperto che i quattro malviventi, giunti a Bologna da Catania a bordo di due auto prese a noleggio, erano stati “ospitati” presso il campo nomadi di via Giuseppe Dozza nella roulotte di un loro concittadino 38enne con precedenti di polizia. Quest’ultimo sarà chiamato a rispondere all’Autorità Giudiziaria delle proprie responsabilità nella vicenda. Gli altri quattro soggetti sono stati tradotti in carcere.