Ennio-Mario-SodanoIl fenomeno degli sbarchi, che ha subito una forte accelerazione negli ultimi due anni, rappresenta una emergenza nazionale che quindi riguarda tutti. Non è lecito chiamarsi fuori specialmente quando, come nel caso di Ferrara, il contributo richiesto è sicuramente sostenibile.

Oltre che eticamente inqualificabile ciò che è avvenuto a Ferrara è offensivo ed ingiusto per quanti, singoli e intere comunità, in questi mesi hanno sostenuto il peso dell’emergenza. A cominciare dalle regioni del sud fino ai tanti comuni del centro e del nord Italia che ospitano comunità ben più numerose, per non parlare delle grandi città.

Nelle stesse ore in cui a Ferrara andava in scena la “protesta” in tutta la regione proseguiva il riparto dei circa 600 migranti, giunti in regione solo negli ultimi sette giorni, per alleggerire le presenze dell’Hub di Bologna.

In questa struttura sono transitate in due anni circa 20.000 persone. Si può essere “a favore o contro”, per semplificare, ma cosa ne sarebbe stato di queste persone se tutti avessero fatto come i dimostranti di Gorino? Saremmo tutti più tranquilli?

In attesa che si decida se “fermare o no” l’immigrazione, ammesso che questo sia possibile, cosa fare delle migliaia di persone che comunque stanno sbarcando sulle nostre coste?

L’emergenza, per quanto grande, è sicuramente alla portata di un grande Paese come l’Italia, a condizione che ciascuno faccia il suo.

L’auspicio è che prevalga il buon senso e il sentimento di appartenenza alla comunità di una Nazione che, pur fra mille difficoltà, sta dando un esempio di civiltà.

In mancanza si dovrà con più decisione percorrere la strada degli incentivi per chi accoglie e delle penalizzazioni per chi si rifiuta di partecipare allo sforzo comune, scaricandone semplicemente il peso sugli altri.