(foto Google Maps)

Continuare la sperimentazione della pedonalizzazione domenicale di piazzale Sant’Agostino, nella prospettiva di arrivare a eliminare completamente i parcheggi, e sperimentare la pedonalizzazione nei fine settimana di via Emilia centro, tra largo Aldo Moro e largo Garibaldi; studiare una sperimentazione anche per pedonalizzare via Farini e via San Carlo, già per le prossime festività natalizie, e nel corso del 2020 per la ventina di strade e piazze indicate nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums).

Sono alcuni dei principali contenuti della mozione approvata giovedì 10 ottobre dal Consiglio comunale di Modena che sottolinea anche come queste iniziative di progressiva pedonalizzazione del centro storico debbano essere accompagnate da un percorso partecipato di confronto con i residenti e gli operatori allo scopo “di introdurre soluzioni condivise e sostenibili per chi vive e lavora in centro”.

Il documento approvato è nato da un’iniziativa del Movimento 5 Stelle la cui proposta è stata modificata in accordo con i gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi e Modena solidale) per arrivare a una mozione condivisa che, presentata dal capogruppo di M5s Giovanni Silingardi, ha ottenuto anche il voto favorevole di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, mentre il gruppo Lega Modena si è astenuto.

Tra gli impegni indicati nella mozione anche uno studio di fattibilità sull’estensione della Ztl a viale Martiri della Libertà e via delle Rimembranze, prevedendo in prospettiva una eventuale loro pedonalizzazione; la realizzazione di un numero adeguato di depositi protetti per le biciclette nell’area del centro storico, opportunamente dimensionati; la realizzazione di un efficace servizio di bike sharing e di noleggio di dispositivi per la micromobilità elettrica, una volta che ne sarà consentito l’utilizzo, con postazioni posizionate nei punti di interscambio modale del trasporto pubblico (Stazione Ferrovie dello Stato, fermate del servizio di trasporto su rotaia Modena – Sassuolo, Autostazione), nonché sui viali in prossimità del centro storico; la presentazione in commissione consiliare, entro luglio 2020, dell’esito degli studi di fattibilità di questi progetti e dei risultati delle sperimentazione avviate nel frattempo.

Le strade e le piazze per le quali nel Pums si prevede la pedonalizzazione nel corso del 2020, con modalità da definire situazione per situazione con il confronto con residenti e operatori, sono via Gallucci, vicolo Tornei, via Masone, via Santa Maria delle Assi, via San Giacomo, via Leodoino Vescovo, piazzale degli Erri, via Badia, via Sant’Eufemia (Ovest), via Selmi, piazzetta Servi, piazzale Torti, via Sgarzeria, piazzale Boschetti, via Fosse, via del Carmine, via Santa Margherita (tra via del Teatro e via San Vincenzo), via Cesare Battisti (tra via Taglio e via Emilia), via Fonteraso (tra via Campanella e via Farini), via Modonella (tra Fonteraso e piazza Roma).

OBIETTIVO PIÙ 27 MILA METRI QUADRI

Se venissero pedonalizzate tutte le strade e le piazze indicate nella mozione approvata dal Consiglio comunale e previste dal Pums, l’area del centro storico solo pedonale aumenterebbe di 27 mila metri quadri, passando da 40 mila a 67 mila metri quadri, rispetto a una superficie complessiva del centro che è 1,26 chilometri quadrati.

Il documento, che porta a riferimento anche gli obiettivi indicati dal Pair 2020 (estensione delle aree pedonali ad almeno il 20 per cento dei centri storici) e ricorda le prese di posizione a favore della pedonalizzazione da parte delle associazioni di categoria, precisa di ritenere esclusi dai divieti il trasporto pubblico locali e la mobilità ciclabile.

La mozione sottolinea, inoltre, che il processo deve essere accompagnato da un percorso partecipato di confronto con i residenti e gli operatori per individuare interventi che garantiscano la fruibilità e l’accesso al centro storico e che “consentano a coloro che lavorano o che risiedano in queste zone di non avere difficoltà nelle loro attività ed esigenze quotidiane”.

In particolare, si evidenzia l’esigenza di supportare l’operazione con “mobilità alternative” migliorando la “permeabilità ciclabile” (con la realizzazione delle direttrici e l’incremento delle misure di tutela dei mezzi, come i depositi), valutando le opportunità offerte dalla “nuova micromobilità elettrica”, incentivando e migliorando i servizi di sharing già presenti, come quelli dell’auto e della bicicletta, e valutandone di nuovi, come quello appunto dei dispositivi di micromobilità elettrica.

Nel documento, inoltre, si sottolinea come “la popolazione modenese, nonostante sia da decenni abituata a usare in modo eccessivo la mobilità privata, dia importanti segnali di attenzione alla mobilità alternativa e di apprezzamento delle seppur rare sperimentazioni di chiusure temporanee al traffico già avvenute negli ultimi anni, apprezzate anche dai turisti”.