La morte di Youness Abouloufa El Idrissi, 37enne di origini marocchine deceduto il 5 settembre 2017 dopo aver avuto un malore nella caserma dei carabinieri di corso Cairoli a Reggio Emilia, è sopravvenuta per effetto del “trauma cranico produttivo di lacerazioni di vasi meningei” riportato a seguito di lesioni conseguenti alla caduta originata da una colluttazione. A stabilirlo, oltre alle indagini dei carabinieri reggiani, la sentenza di condanna passata ora in giudicato secondo la quale un 34enne di origini siciliane residente a Correggo, sferrandogli un violento pugno al volto, l’ha fatto rovinare a terra dove il marocchino ha sbattuto violentemente il cranio.

Per questi fatti, ricostruiti dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, pienamente condivise dalla Procura reggiana, l’uomo il 18 marzo scorso è stato riconosciuto colpevole e condannato alla pena di 8 anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La sentenza divenuta definitiva il 18 giungo scorso ha visto l’ufficio esecuzioni penali della Procura reggiana emettere a carico dell’uomo l’ordine di carcerazione che nella tarda serata di ieri è stato eseguito dai carabinieri correggesi che hanno condotto il 34enne in carcere.

I fatti in questione risalgono alla sera del 4 settembre 2017.  Il nordafricano era stato soccorso poco dopo le 20,00, a terra e privo di sensi. Complice anche l’uso smodato di bevande alcoliche l’uomo era andato in escandescenza tanto che erano dovuti intervenire i carabinieri di Bagnolo in Piano che sono riusciti a convincerlo a salire in ambulanza per essere portato all’ospedale San Sebastiano di Correggio. Una volta arrivato in nosocomio l’uomo aveva rifiutato le cure sanitarie scagliandosi contro persone e cose all’interno dell’ospedale. Alla vista dei militari, tornati in ospedale per ristabilire l’ordine, l’uomo aveva aggredito anche i carabinieri mandandone uno in ospedale. Solo l’intervento in supporto di un’altra gazzella aveva permesso di avere la meglio sull’esagitato che era finito in manette con le accuse di resistenza, violenza a pubblico ufficiale e lesioni. Nella tarda mattinata del giorno successivo, prima di andare in tribunale per la direttissima, era stato colto da malore all’interno delle camere di sicurezza del comando di Corso Cairoli ed era stato soccorso dai sanitari del 118, avvisati dal militare di servizio. L’uomo, dopo le prime cure praticate sul posto, era stato trasportato al Santa Maria Nuova dove è morto.

La Procura reggiana, anche alla luce degli esiti autoptici, ha quindi aperto un inchiesta delegando per lo svolgimento delle indagini i carabinieri del nucleo investigativo che, grazie anche alle telecamere comunali, hanno documentato quanto avvenuto prima dell’arrivo dei soccorsi la sera del 4 settembre detto. Il 37enne aveva avuto una discussione con altre persone e nonostante si palesasse manifestamente ubriaco era stato prima spinto e poi colpito con un pugno in faccia tanto da farlo cadere a terra facendogli sbattere violentemente il cranio sul pavimento. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia nel corso delle indagini identificavano l’autore del pugno nel 34enne reggiano oggi finito in carcere dove rimarrà – detratto il pre-sofferto in regime di arresti domiciliari – sino all’aprile 2026.