Un cittadino sassolese scrive una Lettera aperta al Sindaco di Sassuolo, Menani in merito alle modifiche al Regolamento di Polizia Municipale che prevedono sia vietato a chiunque di offrire denaro, generi alimentari, vestiario e che a chi venga sorpreso a fare ciò sul suolo pubblico, come anche su un sagrato, venga sanzionato con una multa di 56 euro:

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Gent. Sig. Sindaco.

Sono un semplice cittadino di Sassuolo, che Le comunica il suo profondo e radicale dissenso,  culturale e  etico, con le delibera approvata su Sua proposta dal consiglio comunale  di lunedì 27 Aprile 2020.

Dissenso che mi porta ad anticiparle che io continuerò a fare la elemosina ( termine offensivo ), meglio dire, a dare una mano a chi mi chiede aiuto.

Vede io vengo da una famiglia, di mezzadri, che aveva il capofamiglia e la rezdora, di vera e radicata fede cristiana, e alla nostra porta poteva bussare chiunque, anche gli zingari, e un piatto di minestra o il ricovero per una notte, non veniva negato a nessuno.

Far passare per problema di ordine pubblico e di sicurezza la questua dei più deboli, perché vi forse vi è anche il rachet dietro ad alcuni, ma essi sono le vittime non i colpevoli, quindi, è culturalmente e eticamente inaccettabile, e per questo a differenza di Garibaldi le rispondo: disobbedisco e violerò la sua ordinanza.

Forse, Lei ha confuso il termine e il significato di distanza sociale, in merito alle misure di prevenzione del covid. 19, che è distanza fisica, ma non sociale. Anzi oggi più di ieri vi è bisogno di vicinanza sociale  e solidarietà.

Non so se Lei è ma i stato a  Bologna, nelle vie dove da secoli vi è il mercato della verdura e lo storico mercato coperto. Bene se vi è stato avrà visto la targa che ricorda una figura storica di Bologna, Don O. Zarella, che per anni e anni tutti giorni, in ogni stagione, qualsiasi fosse il tempo era, lì a chiedere l’elemosina per i più poveri. Secondo la Sua delibera quante multe i vigili avrebbero dovuto comminargli!

Vede forse Lei sa che il 4 ottobre è la giornata dedicata a San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Bene, secondo la sua ordinanza esso sarebbe perseguibile come,  capo di una banda di accattoni, perché vivevano di elemosina e disturbavano i passanti e la quiete  dei benpensanti del tempo.

Ma provo anche pensare cosa capiterebbe a Monaci francescani dell’ordine dei mendicati se fossero presenti a Sassuolo, forse scatterebbe anche il reato di associazione a delinquere.

Come vede, forse non si è reso conto, non solo della gravità della scelta, ma anche perché no, della sua insipienza e starei per direi, anticristianità.

Ecco le ragioni del mio dissenso e della mia disobbedienza, anche se faccio parte di quella categoria, i vecchietti, che Lei  dice di voler tutelare. Lasci a me la libertà, di decidere come e in quale modo manifestare le mie convinzioni e le  azioni di aiuto e solidarietà verso i più deboli e comunque gli altri. Vede, io non sono credo molto alla indicazione di amare gli altri come se stessi.

Pensi quindi gestire meglio e con maggiore attenzione i problemi veri dei cittadini di Sassuolo e qualche volta  si confronti con essi.

Un ultima cosa: io come tanti altri ho aderito al progetto sicurezza e faccio parte di un  gruppo di quartiere. Bene le comunico anche, che mai e poi mai segnalerò la presenza di un questuante, sarebbe contrario alla mia coscienza e ai miei valori.

La saluto distintamente.

D.M.(lettera firmata)