Stanziati 6,5 milioni di euro per gli interventi nelle abitazioni private: come richiedere i contributi della Regione

Scale e dislivelli, ma anche passaggi troppo stretti, pavimentazioni scivolose o sconnesse, bagni non attrezzati, vialetti esterni non riparati e mancanza di posti auto dedicati: le barriere architettoniche sono molto più varie e complesse di quel che normalmente la pubblica opinione è portata a pensare. Ma da circa un anno qualcosa è cambiato, e ora chi è in cerca di un montascale a Modena, chi vuole visitare un museo accessibile a Bologna, chi è intenzionato a ristrutturare la propria abitazione, da Piacenza a Rimini, avrà un’opportunità in più per risparmiare sugli interventi mirati all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Per le persone disabili o per coloro che hanno una limitata capacità motoria, come infortunati e anziani, le barriere architettoniche costituiscono un vero e proprio limite alla propria autonomia. Vivere in un ambiente rispettoso delle loro necessità fa la differenza, per questa categoria di persone, tra una qualità della vita dignitosa e l’abbandono, tra l’integrazione nella società e l’isolamento, tra l’opportunità di godere dei propri diritti e il rimpiangerli. Per questo da parte della Regione si è provveduto a dare una risposta concreta a coloro che chiedevano una soluzione a spazi inaccessibili, servizi igienici inadatti e luoghi non percorribili in sedia a rotelle. Soprattutto quando si parla di ambienti domestici o delle proprie abitazioni private: quei posti, cioè, in cui dovrebbe essere più garantita la sicurezza delle persone disabili.

Fin dallo scorso anno, la Regione Emilia-Romagna ha quindi stanziato 6 milioni e mezzo di euro sottoforma di contributi destinati al finanziamento di interventi mirati ad abbattere le barriere architettoniche negli appartamenti e nelle parti comuni dei palazzi abitati da persone disabili. La somma fa parte della seconda quota dei 29 milioni di euro appartenenti al Fondo nazionale per il superamento delle barriere architettoniche destinati alla Regione Emilia-Romagna, e di cui ci si appresta a ricevere anche la terza e ultima quota, quella relativa all’anno 2020. A tal proposito bisogna inoltre precisare che la Regione ha istituito un fondo specifico già nel 2014, per supplire alla precedente mancanza di finanziamenti da parte dello Stato, e grazie al quale più di 2000 interventi erano già stati finanziati.

 

Cosa c’è da sapere sul contributo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche?

Per accedere ai contributi è necessario fare domanda per rientrare nelle graduatorie comunali che vengono aggiornate a marzo di ogni anno. L’ordine in cui si entra in graduatoria risponde a precisi criteri di urgenza e dà precedenza a situazioni di maggiore gravità della disabilità (disabilità motoria certificata al 100%). Il contributo è elargito in forma di rimborso, a lavori compiuti, ed è calcolato in percentuale sulla spesa totale sostenuta per effettuare i lavori:

  • fino a 2.582 eurodi spesa, il contributo coprirà il costo totale dell’intervento;
  • da 2.582 euroa 12.911 euro verrà elargito il 25% della spesa;
  • da 12.912 euro a 51.645euro sarà riconosciuto solo il 5% della spesa, ma non oltre un massimo di 7.101 euro di rimborso.

È necessario informarsi adeguatamente sugli interventi validi per ottenere il rimborso: in generale sono ammessi lavori finalizzati a migliorare l’accessibilità negli appartamenti privati e nelle parti comuni degli edifici (spazi condominiali, garage e autorimesse); tra i principali interventi di abbattimento delle barriere architettoniche sono considerati soggetti a rimborso i lavori di adattamento dei sevizi igienici alle necessità delle persone disabili, la sostituzione di apparecchi sanitari (ammesso che quest’ultimi siano direttamente collegati alla patologia che interessa il disabile), l’allargamento delle porte e dei serramenti per consentire il passaggio in sedia a rotelle, la rimozione di gradini e dislivelli. Sono inoltre finanziabili le spese sostenute per l’acquisto di montascale, sia a piattaforma sia a poltroncina, e miniascensori domestici, nonché quelle sostenute per l’installazione di rampe e corrimano specifici.

 

Chi può fare domanda, e come?

I destinatari delle agevolazioni sono le persone disabili, ma la domanda può essere presentata indistintamente da quest’ultime o dal familiare di cui il disabile è fiscalmente a carico. Possono usufruire dei finanziamenti concessi dalla Regione tutte le persone cui sia stata certificata una disabilità motoria grave (100%) riconosciuta dalle specifiche commissioni istituite dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) in base a un preciso iter; anche coloro che abbiano una disabilità motoria inferiore possono usufruire dei finanziamenti (ma in subordine ai casi più gravi), e in questo caso la disabilità può essere certificata tramite attestazione del proprio medico di base.

 

Le domande per ottenere il contributo in forma di rimborso vanno presentate presso il proprio Comune di residenza, oppure – se differente – presso il Comune in cui si trova l’immobile soggetto ai lavori di adeguamento. Le domande di contributo possono essere presentate in qualsiasi momento dell’anno, ma sarà necessario controllare regolarmente la pubblicazione delle graduatorie, visionabili in comune oppure online.