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L’Istat ha reso noti oggi i dati dell’inflazione delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita.

In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care, Bolzano, che con un’inflazione pari a +1%, ha la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia media, a 318 euro. Al secondo posto Perugia, dove il rialzo dei prezzi dell’1% determina un aggravio annuo di spesa pari a 238 euro, terza Modena, dove il +0,8% genera una spesa supplementare, per una famiglia tipo, pari a 214 euro. Seguono Trento (+0,9%, 210 euro) e al quinto posto Napoli, prima città del Sud, +0,8% pari a 175 euro. Fa il suo ingresso per la prima volta Potenza, che si piazza al settimo posto (+0,7%, +142 euro)

Le città più conveniente sono, invece, addirittura in deflazione. Al primo posto della città più risparmiose Aosta, dove l’abbassamento dei prezzi dello 0,3% consente un risparmio annuo di 76 euro. Al secondo posto Verona (-0,1%, pari a -25 euro) e al terzo Campobasso, -0,1%, con un ribasso del costo della vita pari a 20 euro.

In testa alla classifica delle regioni più costose, con un’inflazione a +0,9%, il Trentino che registra a famiglia un rialzo medio pari a 244 euro su base annua. Segue l’Umbria, dove l’incremento dei prezzi pari allo 0,8% implica un incremento del costo della vita pari a 188 euro, terza la Calabria (+0,8%), con un rincaro annuo, per la famiglia tipo, di 154 euro.

La regione con meno rincari, la Valle d’Aosta, dove il ribasso dello 0,2% si traduce in una minor spesa annua di 51 euro. Il Molise, che viene rilevato per la prima volta, si colloca in seconda posizione (-0,2%, pari a -40 euro). Marche e Lazio in terza posizione con una variazione nulla dei prezzi.