“La riapertura dei punti nascita in montagna sarà un successo prima di tutto delle comunità appenniniche, e di chi in questi anni ha continuato a lavorare per questo obiettivo: il Comitato delle Cicogne, ma anche i Sindaci, tanti consiglieri regionali, esponenti politici a vari livelli e di diversa collocazione, medici che ne capivano l’importanza per il territorio. Ora continuiamo un lavoro comune per arrivare concretamente e presto alla riattivazione del servizio”.

Così il Sindaco di Castelnovo Monti, Enrico Bini accoglie le parole del Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ieri ha definito “un errore” la chiusura dei punti nascita montani e ha ribadito la volontà di riaprirli non appena calerà l’emergenza Covid.

Prosegue Bini: “Più che la presa d’atto da parte del Presidente che la chiusura sia stata un errore, che è sempre un processo che richiede coraggio, apprezzo da parte di Bonaccini proprio l’impegno rinnovato a riaprire rapidamente i Punti nascita. Più volte avevo avuto modo di interloquire con il Presidente, anche attraverso canali pubblici, chiedendo, insieme agli altri Sindaci della montagna, che rivedesse la scelta di chiusura per questi servizi così importanti. Ad esempio dopo che, nel 2018, in Trentino era stato riaperto il punto nascite di Cavalese, ma anche in diverse altre occasioni. C’è stato un lungo lavoro fatto anche di incontri, in Regione e al Ministero della Salute, documenti inviati, proposte portate avanti non solo come Comuni ma anche in seno alla conferenza nazionale Aree Interne. Anche il lavoro del Comitato Salviamo le Cicogne ha avuto un ruolo di grande importanza nel mantenere sempre alta l’attenzione sul tema, le ringrazio per questo anche se spesso non siamo stati allineati sui toni e sulle strade da intraprendere. L’obiettivo comune, la riattivazione del punto nascite, resta comunque la priorità di tutti, e ora speriamo che possa essere raggiunto al più presto, anche perché significherà che questa pandemia che ci perseguita da oltre un anno sarà finalmente sotto controllo. La montagna ha bisogno di tornare a parlare di nuovi nati, di vitalità e di speranza nel futuro”.